venerdì 12 ottobre 2012
​Secondo uno studio, la maggior parte delle città italiane investirebbe oltre il 70% dei proventi delle multe emesse per infrazioni al Codice per la sicurezza stradale. Ma molti Comuni non hanno inviato i dati. E per molte altre ragioni i conti non tornano... 
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Le multe emesse per infrazioni stradali nel 2011 hanno garantito ai 20 capoluoghi di regione italiani 673 milioni di euro, 475 dei quali sono stati destinati alla sicurezza stradale. E' quanto emergerebbe da uno studio della Fondazione Caracciolo presentato al Forum Internazionale delle Polizie Locali organizzato dall'Aci in Trentino.

La maggior parte delle città esaminate investirebbe oltre il 70% dei proventi a favore degli automobilisti, ben oltre il 50% imposto dalla legge: la più virtuosa è Trieste con il 177%, seguono Roma e Bologna con l'83%. Analizzando gli incassi delle multe per infrazioni al Codice della Strada, Roma si classifica al primo posto con 270,3 milioni di euro, seguita da Milano (130,1), Napoli (65,6), Torino (60,9), Bologna (36,3) e Genova (33,6). Agli ultimi posti della graduatoria figurano L'Aquila con 402.000 euro e Potenza con 486.000 euro. Non sono pervenuti i dati - è stato chiarito - da Ancona, Aosta, Firenze, Perugia e Trento.

“Questi dati ci dimostrano che i soldi per la sicurezza stradale ci sono - afferma Angelo Sticchi Damiani, presidente dell'Automobile Club d'Italia - e gli automobilisti pretendono miglioramenti continui delle strade, della segnaletica e delle infrastrutture urbane. La legge prevede che possano essere spesi anche in attività di formazione degli utenti e nel potenziamento delle Polizie Locali per il presidio del territorio. Le multe non sono e non devono mai diventare una risorsa con cui ripianare i bilanci dei Comuni”.

Fin qui i dati ufficiali della ricerca, certamente credibile anche se fa pensare il fatto che molte amministrazioni locali non abbiano inviato i dati richiesti. Ma la realtà dei fatti pare ben diversa, e basta pensare allo stato spesso deprimente delle nostre strade per intuirlo. Troppo spesso si dichiarano investimenti per la sicurezza stradale quelli destinati a mezzi e straordinari per la polizia locale. Oppure i soldi spesi per progetti (normalmente poco efficaci) sulla mobilità sostenibile. 

In più occorre dire che spesso i Comuni non rispettano affatto in modo uniforme la ripartizione delle somme per i vari capitoli di spesa, anch'essa stabilita per legge. E che la norma che impone ai Comuni di "girare" gli incassi da autovelox ai gestori delle strade c'è, ma non viene applicata perché da ormai due anni manca il Decreto ministeriale attuativo.

Resta infine qualche dubbio a proposito del modo in cui i proventi vengono utilizzati: le nostre città sono davvero ridotte male in quanto a qualità dell'asfalto, e spesso pure la segnaletica lascia a desiderare. I conti insomma, sembrano non tornare del tutto.

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