giovedì 12 marzo 2020
Piazza Affari perde quasi il 17%, non convincono le misure della Bce. Lo spread vola a 250. Tonfo di Wall Street
Per la Borsa di Milano la peggior seduta di sempre
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Quella di oggi verrà ricordata come la peggior seduta della storia per Piazza Affari: l'indice principale della Borsa di Milano termina gli scambi in calo del 16,92% a 14.894,44 punti. Non si è mai registrato un calo peggiore dalla nascita dell'indice nel 1998. Il precedente calo più significativo in chiusura risale al 2016, quando il listino principale crollò del 12,48%.

Dopo una mattinata negativa, con cali all'incirca del 5%, c'è stato un ulteriore peggioramento dopo l'avvio di Wall Street: la borsa di Milano è andata in picchiata nel pomeriggio insieme agli altri listini europei. Londra ha concluso con uno scivolone del 10,9%, Parigi e Francoforte con il medesimo ribasso del 12,2%. Wall Street ha avviato gli scambi perdendo subito il 7% e facendo scattare lo stop momentaneo delle contrattazioni: è la seconda volta in questa settimana. Poi, quando ripartono i contratti, il Dow Jones affonda la Borsa di New York vive la sua giornata peggiore dal crollo dell'ottobre del 1987. Il Dow Jones perde il 9,44% a 21.339,09, il Nasdaq cede l'8,32%. L'andamento dei listini segnala l'80% di chance direcessione per l'economia americana.

A Piazza Affari, scivolano del 14% Atlantia, Leonardo, Enel, Mediobanca e Poste,con tutte le banche sotto pressione per la fortissima tensione sui titoli di Stato italiani. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi si alza e tocca 250 punti base, dopo che ieri era sceso sotto la soglia di 200.

Il peggioramento si è aggravato nettamente dopo l'annuncio di un pacchetto di misure da parte della Bce che a differenza di quanto fatto da Bank of England e Fed ha scelto di lasciare invariati i tassi, ampliando però gli acquisti del programma di Quantitative Easing, con un piano di acquisti netti aggiuntivi di 120 miliardi di euro entro la fine dell'anno. Misure che non hanno invertito il corso della giornata dei listini.

Era andata decisamente meglio ieri quando le borse europee hanno cercato il rimbalzo che martedì è riuscito soltanto a Wall Street, risalita di quasi il 5% dopo il tonfo di lunedì. A Milano c'era stato un “rimbalzino”: l’indice Ftse Mib ha chiuso con un rialzo dello 0,3%, riavvicinandosi ai 18mila punti sotto cui è scesa per la prima volta dal 2016 (ora è a 17.928). Le altre Borse europee, che pure erano partite forte, hanno invece chiuso in calo, senza però scivolare. L'indice Msci all-country, che riunisce azioni quotate in tutti i principali listini del mondo, ha perso il 15% dai massimi raggiunti lo scorso 12 febbraio. Un calo che equivale a circa 8.100 miliardi di dollari (cifra pari a poco meno del 10% del Pil globale) usciti dalle Borse di tutto il mondo nell’ultimo mese.

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