giovedì 20 gennaio 2022
A febbraio la Commissione presenterà il "Chip Act". Il fabbisogno sta esplodendo, nel 2030 l'Europa dovrà produrre in casa il 20% dei microprocessori
Von der Leyen annuncia un intervento della commissione per la produzione di microchip in Europa

Von der Leyen annuncia un intervento della commissione per la produzione di microchip in Europa - Ansa

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L'Europa non può più permettersi di dipendere da altri Paesi per i microprocessori. «In febbraio la commissione presenterà il Chip Act per rafforzare la capacità di produzione dei microchip e includerà cambiamenti alle regole di aiuto di stato per creare fabbriche per la produzione in Ue» ha annunciato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen intervenendo al Wef di Davos. «La domanda per i semiconduttori nel mondo sta esplodendo, i microchip sono ovunque oggigiorno, non c'è economia digitale senza i microchip e la fabbisogno dell'Ue raddoppierà in dieci anni», ha aggiunto. «Ecco perché dobbiamo alzare la posta in gioco quando si parla di produzione, non c'è tempo da perdere; entro il 2030 il 20% della produzione mondiale di microchip dovrà avvenire entro i confini europei», ha precisato, anche perché la fornitura di chip viene da una manciata di produttori esteri e l'Europa non può permettersi «questa dipendenza». Dunque il Chip Act europeo. Secondo la presidente della Commissione, l'Europa è posizionata bene quando si tratta di «ricerca» e di «componentistica» per la creazione delle fabbriche dei chip. Quindi si tratta di avere una strategia in campo per aumentare la 'sovranità' europea in un settore così cruciale. Il Chip Act agirà su cinque punti chiave: «più produzione» localizzata in Ue, «leadership europea» nel design, migliorare «la "cassetta degli attrezzi" necessaria a fronteggiare la penuria» di chip, sostegno alle piccole aziende «innovative» nonché un'ulteriore «modifica delle regole sugli aiuti di Stato» per sostenere la capacità produttiva.

La crisi dei chip ha condizionato soprattutto il settore dell’automotive. In base agli ultimi dati dell'Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea), lo scorso anno nell'Unione europea sono stati venduti 9,7 milioni di veicoli: si tratta del dato più basso registrato dall'inizio delle serie statistiche nel 1990, inferiore al 2013 e al 1993, già anni bui per l'industria automobilistica. A dicembre - sesto mese di fila in calo - le vendite sono diminuite del 2,4% in Europa rispetto al 2020, anno paralizzato dalla crisi Covid.

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