mercoledì 22 febbraio 2023
Aperto un fascicolo per omesso versamento dell'Iva da parte della "casa madre" di Facebook. La società: "Siamo in disaccordo con l'idea che l'accesso degli utenti sia soggetto al pagamento di Iva"
Meta: inchiesta aperta a Milano per presunta evasione da 870 milioni

REUTERS

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La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per omesso versamento dell'Iva da parte di Meta per circa 870 milioni di euro. La cifra è emersa in seguito agli accertamenti del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza in base alla mancata presentazione della dichiarazione dell'imposta sul valore aggiunto da parte del colosso che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, per gli anni che vanno dal 2015 al 2021.

L'indagine, come ha riportato "Il Fatto Quotidiano", è stata avviata dalla Procura Europea. Ieri però, come hanno riferito fonti qualificate, l'inchiesta è passata per competenza ai pm milanesi. La Guardia di Finanza, che ha effettuato gli accertamenti, ha fatto un calcolo ad hoc sulla cosiddetta permuta di beni differenti. In sostanza, l'Iva non versata riguarda l'iscrizione degli utenti sulle diverse piattaforme social. Iscrizioni che avvengono gratuitamente anche se l'utente in realtà paga una sorta di "fee", ossia mette a disposizione i propri dati personali con tanto di potenziale profilazione. Ed è proprio su questo scambio che Meta può trarre un profitto, il quale, in base a una impostazione giuridica e fiscale, deve essere tassato con l'applicazione dell'Iva.

I pm della Procura Europea Giordano Baggio, Sergio Spadaro e il vice procuratore europeo Danilo Ceccarelli hanno inizialmente avviato una istruttoria amministrativa e si sono spogliati della competenza del caso che ora è stato assegnato a Giovanni Polizzi che fa parte dei sostituti del secondo dipartimento guidato da Tiziana Siciliano.

Alla notizia dell’apertura dell’indagine è arrivata in serata una precisazione da parte di Meta. "Prendiamo sul serio i nostri obblighi fiscali e paghiamo tutte le imposte richieste in ciascuno dei Paesi in cui operiamo  ha commentato un portavoce di Meta . Siamo fortemente in disaccordo con l'idea che l'accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell'Iva".

Come sempre, aggiungono dalla società «siamo disposti a collaborare pienamente con le autorità rispetto ai nostri obblighi derivanti dalla legislazione europea e nazionale».



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