sabato 17 novembre 2018
Annamaria Lusardi, presidente del comitato organizzativo: bilancio positivo per un'iniziativa che il Mef vuole riproporre nel 2019
Annamaria Lusardi, presidente comitato organizzativo per l'educazione finanziaria

Annamaria Lusardi, presidente comitato organizzativo per l'educazione finanziaria

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«L’interesse nei confronti della finanza responsabile è in crescita anche da parte dei cittadini che affrontano per la prima volta questi temi, come abbiamo avuto modo di verificare nel corso dei numerosissimi incontri realizzati nel mese dell’educazione finanziaria appena concluso» afferma Annamaria Lusardi, direttore del Comitato per l’educazione finanziaria. «C’è stata una grande affluenza negli eventi organizzati nelle oltre 120 città in Italia e molte domande vertevano su questi aspetti. Le donne poi sono state le più numerose e ad esse sono stati dedicati ben 60 eventi. È stato anche per questo che quando abbiamo dovuto scegliere "testimonials" per gli eventi che sono stati organizzati, abbiamo scelto 3 donne che rappresentavano gli studenti, i lavoratori ed i pensionati». Del Comitato diretto da Lusardi fanno parte rappresentanti del ministero dell’Economia e delle Finanze, del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali, dalla Banca d’Italia, di Consob, Ivass, Covip, Ocf e Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti e dell’Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo dei consulenti finanziari: tutti fortemente convinti della realizzazione del mese dell’educazione finanziaria.

In fase di presentazione avevate auspicato l’incremento dei circa 200 incontri in calendario: oggi che bilancio fate?
Un bilancio molto positivo: le iniziative sono andate ben oltre le nostre aspettative, anche durante il mese abbiamo ricevuto tantissime proposte. Qualche numero: 352 eventi, 120 città, 108 organizzatori diversi, 197 realtà pubbliche e private coinvolte. Ci sono stati eventi organizzati dalle scuole ed iniziative di finanza avanzata come quelli sulle valute virtuali organizzate dal Mef e rivolti a tutta la popolazione.

Due esempi tra i tanti per ribadire che l’educazione finanziaria non è qualcosa di astratto ma serve a tutti noi.
Al Mef i miei collaboratori hanno organizzato un open day per i dipendenti e i loro familiari nel quale si sono affrontati molti temi, dalla paghetta agli investimenti familiari. È stata un’emozione vedere tanti bambini nelle sale del Mef parlare di pianificazione familiare con i loro genitori. L’educazione finanziaria serve a tutti noi e noi l’abbiamo fatta partendo dalle persone che ci circondano, con l’auspicio che si faccia sul posto del lavoro in aggiunta al welfare aziendale. Il 30 ottobre, sempre al Mef si è svolto un incontro dedicato alle valute virtuali ( rischi, le opportunità ed una discussione sulla regolamentazione). A questo seminario io ho partecipato... non come relatore ma come pubblico, come "studente".

Quale in generale il livello di preparazione dei partecipanti?
Noi sappiamo che l’alfabetizzazione finanziaria in Italia è molto bassa e che chi partecipa di solito è a un livello un po’ più alto ed è un po’ più interessato. Uno degli obiettivi del mese era proprio quello di accrescere il livello di sensibilizzazione su questo argomento e siamo stati felici di vedere iniziative come la caccia al tesoro, la finanza spiegata con film e spettacoli teatrali, le fiabe di economia e le molte iniziative con bambini.

Quale il loro livello di soddisfazione? E quello dei docenti?
Questo tipo di valutazione verrà fatta solo a fine anno, quando avremo esaminato tutti i rapporti e i questionari che abbiamo distribuito. Dalle testimonianze raccolte fino ad oggi posso dire che c’è stato molto entusiasmo da parte dei partecipanti e molti commenti positivi. Stiamo anche ricevendo molte richieste per sapere quando iniziative simili potranno essere ripetute o se si possono estendere ad altre località. Non abbiamo ancora tutti i dati disponibili, ma ritengo che ci sia stata qualche carenza e forse qualche evento che avrebbe potuto essere fatto meglio, cosa inevitabile sia perché questa è stata la prima edizione del Mese e sia perché l’esecuzione è stata lasciata all’iniziativa delle singole Istituzioni che hanno voluto partecipare; noi abbiamo dato le direttive. Ricordiamoci poi che c’è davvero tanto da fare, date le conoscenze di base degli italiani. L’obiettivo del mese era quello di mettere un moto un meccanismo che potesse portare pian piano alla diffusione capillare, e abbiamo appena iniziato.

Ricorda un episodio significativo?
Tutti gli eventi elencati nel portale meriterebbero un cenno: ciascuno è dimostrazione del talento, l’intraprendenza, e la voglia di fare degli italiani. Tra i tanti un evento che dimostra come iniziative anche piccole abbiano tante potenzialità e possano fungere da moltiplicatore: a Paglieta in provincia di Chieti, nelle sale del Comune si sono svolte – utilizzando il nostro portale "Quellocheconta" – attività di educazione finanziaria e insieme attività di educazione civica congiunte. Alcuni dei ragazzi partecipanti effettueranno una visita guidata al Palazzo Koch della Banca d’Italia. Ecco, se non dico tutti ma tanti Comuni in Italia facessero attività simili, potremmo fare educazione ed informazione finanziaria a tante persone.

State già lavorando per la prossima edizione? Ci saranno variazioni suggerite da questa prima edizione?
Il 31 ottobre il Comitato ha riunito nella Sala Ciampi del ministero dell’Economia e delle Finanze coloro che hanno contribuito al successo della prima edizione: una vera festa con tanto di torta, ma anche un momento di condivisione delle esperienze e occasione per il lancio della seconda edizione fissata per ottobre 2019. Un appuntamento cui stiamo lavorando da molto tempo. Il mese fa parte della strategia nazionale per l’educazione finanziaria che è un piano di lungo periodo. Vogliamo non solo ampliarla, ma anche concentrarci sui temi più importanti ed urgenti. Per questo dalla fine del mese stiamo chiedendo a tutti quelli che vi hanno partecipato di indicarci le aree di interesse e stiamo studiando casi di successo da cui imparare, quali ad esempio il lavoro divulgativo della Fondazione Veronesi.

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