giovedì 1 aprile 2021
Fuorviante la crescita delle immatricolazioni rispetto allo stesso mese di un anno fa quando la pandemia azzerò gli acquisti. Incentivi quasi finiti, possibile un nuovo crollo
A marzo +497%, ma la realtà è completamente diversa
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In marzo sono state immatricolate in Italia 169.684 autovetture nuove, con una crescita del 497,2% sullo stesso mese dello scorso anno. La percentuale però è completamente fuorviante, e lontana dalla realtà: il confronto con marzo 2020 è infatti improponibile, trattandosi del primo mese di pandemia piena, che fece registrare un crollo quasi totale delle vendite, che il mese successivo arrivò a toccare addirittura il 97%. Se si confrontano invece i numeri con quelli di marzo 2019, la flessione del mercato fa registrare una flessione del 12,7%, nonostante il beneficio di due giorni lavorativi in più senza i quali il bilancio sarebbe stato ancor più negativo. Il 1° trimestre 2021 così archivia un totale di 446.978 immatricolazioni, in calo del 16,9% rispetto al gennaio-marzo 2019.

Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, commenta i dati lanciando l’allarme per l’esaurimento degli incentivi rottamazione: “Il continuo calo delle immatricolazioni, che va ovviamente misurato sul 2019 poiché marzo 2020 non può essere metro di paragone, preoccupa sempre più il mercato e le imprese. A fronte di questi dati, il rifinanziamento degli incentivi per consentire la rottamazione nella fascia 61-135 g/km CO2 fino a fine giugno è a nostro parere una necessità non ignorabile da parte del governo”. Anche secondo la previsione del Centro Studi Promotor, i fondi stanziati per gli incentivi alle auto con motore termico per il primo semestre 2021 sono praticamente esauriti. Oggi, 1° aprile, i fondi disponibili ammontano a 15 milioni di euro, una cifra sufficiente per la prima settimana del mese dopodiché il mercato dell’auto subirà in pieno l’impatto della pandemia con effetti devastanti. “E’ quindi assolutamente necessario – sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - che il Governo rifinanzi in maniera adeguata, per l’intero 2021, lo stanziamento necessario per gli incentivi alle auto ad alimentazione tradizionale con emissioni comunque contenute. In mancanza di un rifinanziamento tempestivo ed adeguato il mercato dell’auto nel 2021 collasserà e non si può pensare che il sistema economico italiano recuperi l’effetto della pandemia con un comparto di straordinaria importanza, che con il suo indotto vale il 12% del Pil, in coma profondo”.

Ancora più articolata, e allarmante, l'analisi di Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia: “L’attuale sistema degli incentivi non sta contribuendo al rilancio del mercato ma sta solo contenendo le perdite su livelli appena più bassi. È la prima volta che un sostegno statale all’acquisto di automobili non porta volumi aggiuntivi, ma semplicemente uno spostamento di quote fra i diversi canali di mercato. Nelle precedenti tornate di bonus, le risorse economiche messe a disposizione avevano consentito un forte incremento delle vendite, uno svecchiamento del parco circolante ed erano servite come volano per l’intera economia del Paese. Se l’allocazione dei fondi continuerà a premiare in modo così sbilanciato una fascia di vetture accessibile ai pochi che se le possono permettere, lasciando il grosso del mercato a soffrire una situazione difficilissima, avremo poche possibilità di superare anche quest’anno senza pesanti perdite. Ma è la revisione della fiscalità sull’auto la grande assente”.

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