martedì 12 gennaio 2010
Il piano di chiusura dello stabilimento di Termini Imerese da parte della Fiat «non cambia, è irreversibile». Sergio Marchionne ha confermato ieri, parlando al Salone dell’auto di Detroit quanto era ormai scontato dopo la presentazione del piano della Fiat al governo subito prima di Natale. La fabbrica siciliana chiuderà nel 2011.
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Il piano di chiusura dello stabilimento di Termini Imerese da parte della Fiat «non cambia, è irreversibile». Sergio Marchionne ha confermato ieri, parlando al Salone dell’auto di Detroit quanto era ormai scontato dopo la presentazione del piano della Fiat al governo subito prima di Natale. La fabbrica siciliana chiuderà nel 2011. «Siamo pronti a parlare con tutti gli interessati per cercare di trovare una soluzione», ha assicurato comuqnue il top manager.A Termini i lavoratori non si danno per vinti e ieri un’assemblea ha dato pieno mandato ai sindacati che hanno proclamato per domani lo sciopero dello stabilimento e di tutto l’indotto. Sei pullman di operai raggiungeranno Palermo in mattinata per manifestare sotto il palazzo dell’assemblea regionale.Marchionne ha detto di non sapere nulla sull’offerta di Simone Cimino (presidente di Cape Natixis Sgr e promotore di una cordata italiana per produrre auto ecologiche nello stabilimento Fiat) su Termini: «Non lo conosco, non ho visto niente finora, ma noi siamo disposti a lavorare con tutti», ha assicurato, e pronti a incontrare il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, «quando vuole».A Detroit Marchionne ha parlato anche della situazione e delle nuove sfide che attendono il gruppo annunciando tra l’altro che i risultati della Fiat nel 2009 sono in linea con i target fissati.Per il 2010 il manager ha anche dichiarato di vedere il mercato europeo dell’auto in calo di un milione di unità nel 2010. Marchionne ha sottolineato che Alfa Romeo opera in un mercato «molto difficile» e ha riconosciuto i limiti del marchio, ma ha anche evidenziato i significativi miglioramenti realizzati con Alfa Mito e con la nuova Giulietta, che debutterà al Salone dell’Auto di Ginevra e che in primavera sarà commercializzata progressivamente sui principali mercati. Comunque Alfa Romeo non è in vendita, ha assicurato, e il gruppo deve effettuare una ricerca approfondita relativamente all’introduzione del marchio nel mercato Usa. Marchionne, che è anche l’ad di Chrysler, ha confermato le stime di utile operativo 2010 per la casa auto statunitense e ha detto di aspettarsi una graduale ripresa della produzione, anche se l’anno sarà difficile. Lo stand Chrysler al salone di Detroit ospita una Fiat 500 elettrica. Marchionne ha detto però di non sapere ancora se sarà proprio la 500 la prima vettura elettrica del gruppo ad arrivare sul mercato. Di sicuro però sarà la prima auto con motore Fiat e marca Chrysler ad arrivare sul mercato americano, prodotta in Messico e destinata anche al Sudamerica. Intanto è stato anche avviato un dialogo finalizzato a rafforzare la presenza del marchio Jeep sul mercato cinese.
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