martedì 15 febbraio 2011
«Se riusciamo a portare l'utilizzo degli impianti dall'attuale 40% all'80%, siamo pronti ad aumentare i salari portandoli ai livelli della Germania». E anche «al passo successivo, che è la partecipazione dei lavoratori agli utili d'azienda». Lo afferma l'amministratore delegato del Lingotto in audizione alla Camera, dove è arrivato in giacca e cravatta.
- Intesa per Termini Imerese. Sette aziende e 3.300 posti
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«Il fatto di essere qui in Parlamento è la dimostrazione del rispetto per questo Paese e le istituzioni e la fiducia che abbiamo nel futuro dell'azienda e dell'Italia». Lo afferma l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, in audizione alla Camera, dove è arrivato in giacca e cravatta, che su Fiat ha detto che si «è aperto un ampio e lungo dibattito; si è sentita molta politica, molta ideologia, ma poca aderenza alla realtà e conoscenza dei fatti». «Abbiamo progetti ambiziosi che partono proprio dall'Italia e si ispirano su uno sforzo globale». L'amministratore delegato della Fiat aggiunge: «Vorrei che fosse assolutamente chiara una cosa: nessuno può accusare la Fiat, guardandola negli occhi, di comportamenti scorretti, di vivere alle spalle dello Stato o di voler abbandonare il Paese».«Se il cuore è e resterà in Italia, la nostra sede sarà in più posti; sedi operative diverse in diversi posti. Non c'é assolutamente nulla di strano in questo: non si tratta di rinnegare le nostre radici, ma anzi di proteggerle, di garantire al passato il futuro - sottolinea Marchionne -. La scelta della sede legale non è stata ancora presa, non è vero che la Fiat ha salvato Chrysler, è vero anche il contrario».«Se riusciamo a portare l'utilizzo degli impianti dall'attuale 40% all'80%, siamo pronti ad aumentare i salari portandoli ai livelli della Germania». E anche «al passo successivo, che è la partecipazione dei lavoratori agli utili d'azienda».
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