sabato 13 agosto 2011
Il capo dello Stato ha emanato il testo del valore di 45,5 miliardi in due anni: saltano 36 Province, previste 50mila poltrone in meno negli Enti locali | Tremonti: «Risparmiate sanità, scuola e ricerca. Zero deficit nel 2013» | Il ministro alla conferenza stampa a Palazzo Chigi: «Con gli eurobond non saremmo arrivati a oggi. Ho fatto tutto in coscienza per il bene del Paese» | Dure le opposizioni. Bersani: «Manovra ingiusta e depressiva» | Berlusconi: «Io e Tremonti insieme fino a fine legislatura»
- E ora l'altra casta di Marco Tarquinio
- Il commento dell'economista Stefano Zamagni (audio da Radio inBlu)
- Si riapre il dossier della questione sociale di Carla Collicelli 
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Le misure: scure su statali e politica
- Berlusconi: «Grondo sangue, ma tasse inevitabili»
- Le reazioni delle opposizioni
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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha emanato il decreto recante misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, approvato dal Consiglio dei ministri, nello spirito del giro d'orizzonte compiuto nei giorni scorsi sui gravi rischi per l'Italia determinati dalle tensioni sui mercati internazionali. Resta dunque ferma la necessità di un confronto aperto in Parlamento e sul piano sociale, attento alle proposte avanzate con la  responsabilità che l'attuale delicato momento richiede. Lo comunica una nota della presidenza della Repubblica.TREMONTI: FATTO TUTTO SECONDO COSCIENZA«Credo di aver fatto tutto in coscienza per il mio Paese». Così il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha chiuso la presentazione alla stampa del decreto anticrisi, del valore di 45,5 miliardi in due anni, approvato dal governo, testo che, dopo la controfirma del capo dello Stato, dalla mezzanotte sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per poi passare il 22 agosto all'esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato.Tremonti ha ribadito che il governo non porrà la questione di fiducia in Parlamento («Credo sia stata una scelta saggia - ha spiegato -. L'abbiamo fatto pensando che il testo sia talmente serio e impegnativo da impegnare la classe politica e il Parlamento per l'interesse generale») e ha respinto le critiche di chi sostiene che la situazione attuale poteva essere prevista. «Non è così e basta vedere la curva degli spread per capire quello che è successo». La crisi, ha aggiunto, «non riguarda solo l'Italia e ha subito «un'accelerazione drammatica» negli ultimi giorni e forse non si sarebbe arrivati fin qui «se ci fossero gli Eurobond».Per ora, ha affermato rispondendo a una domanda dei giornalisti, il governo non prevede una revisione delle stime del Pil per effetto della manovra. «L'impatto delle norme di liberalizzazione, di semplificazione può essere significativo per il Pil, ma è difficile dire quanto e come - ha sostenuto -. Sappiamo che ci sono andamenti dell'economia mondiale che hanno effetto sulle economie nazionali».BERLUSCONI: CON TREMONTI FINO A FINE LEGISLATURA«Io penso assolutamente di sì». Risponde così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intervistato da quattro agenzie che gli chiedono se arriverà a fine legislatura insieme a Tremonti. «Abbiamo lavorato gomito a gomito tutti questi giorni»,  ha spiegato il premier, sottolineando che «non sono assolutamente vere le tensioni che sono state illustrate sui giornali». «Certo - aggiunge - ci sono state delle contrapposizioni di vedute» non solo con Tremonti, ma «tra me e tutti gli altri, si è discusso sennò ci avremmo impiegato mezza giornata».«Stamattina ho avuto telefonate con qualche leader europeo, in particolare ho avuto una lunghissima telefonata con la signora Angela Merkel, ho parlato con il presidente della Bce Trichet e ho in programma altre telefonate, con Van Rompouy, con Sarkozy e altri tra stasera e domani». Lo ha detto il premier, lasciando palazzo Grazioli diretto in Sardegna. «Ho ricevuto grande apprezzamento, non era in discussione soltanto la posizione italiana, era in discussione l'euro e quindi l'Europa stessa. Quindi - ha concluso Berlusconi - c'era da parte di tutti una grande attenzione a quello che il governo italiano sarebbe riuscito a fare».IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DI VENERDI' SERA E LE MISURE APPROVATE Via 36 province, quelle sotto i 300mila abitanti. Fusione dei Comuni sotto i mille. E poi, più tasse per i lavoratori autonomi sopra i 55mila euro di reddito, e slittamento di due anni del Tfr per gli statali, che vedono a rischio le loro tredicesime, se le amministrazioni di cui sono dipendenti non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa. Stangata su chi non rilascia ricevuta fiscale. Accorpamenti di festività non concordatarie, armonizzate a livello europeo. Interventi su giochi, accise e tabacchi.Sono alcune tra le principali misure della manovra-bis da 45,5 miliardi (20 per il prossimo anno, i restanti per il 2013), approvato ieri in tarda sera dal Consiglio dei ministri. Prevista pure l’estensione ai dipendenti privati del contributo di solidarietà del 5% sulla parte eccedente i 90mila euro di reddito e del 10% oltre i 150mila euro. Misura che investe anche i parlamentari, che hanno il doppio del prelievo: 10 e 20 per cento. E dovranno volare in classe economica insieme a amministratori pubblici, dipendenti dello Stato, componenti di enti ed organismi. C’è, poi, lo slittamento dal 2020 al 2016 - inizialmente era previsto al 2015 - dell’età pensionabile delle donne (un miliardo i risparmi per il settore dal 2012). Ma nel testo finale nessuna misura sulle pensioni di anzianità.È il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a fornire a metà giornata l’entità dell’aggiustamento dei conti pubblici (anticipato di un anno rispetto al 2014) e ad annunciare tagli a politica ed enti locali. Con oltre 50mila poltrone in meno e quasi 6 i miliardi di tagli ai ministeri, legati alla Robin Hood tax sul settore energetico, «forse sono anche eccessivi», afferma in tarda sera nella conferenza stampa dopo il Cdm, in cui loda il ministro dell’Economia Giulio Tremonti: «Abbiamo lavorato febbrilmente».Già in mattinata era stato proprio il titolare di via XX settembre a tradurre l’impatto sui conti pubblici: scendere dal 3,9% del 2011 all’1,6% nel 2012 per poi arrivare al pareggio del bilancio nel 2013. Un anno prima di quanto «concordato a livello europeo». Poi l’uomo dei numeri allarga le braccia, «tutto è precipitato e questo ha comportato una revisione del profilo temporale del pareggio». Con il passare delle ore si fanno frenetici i consulti - con Bossi di traverso sul versante delle pensioni, ma anche diversi ministri pidiellini sul piede di guerra per altre misure che entrano ed escono dal testo - e compaiono le anticipazioni della bozza. Che parlano di tagli con l’accetta alla macchina dello Stato. E non solo. Si arriva al Cdm, riunito sino a tarda serata a limare il decreto, che dovrebbe approdare in Senato il 22 per la conversione in legge. Il presidente Renato Schifani aveva già dato la disponibilità di Palazzo Madama, durante il colloquio di giovedì con il Capo dello Stato, per un esame rapido della manovra già dopo Ferragosto. Le date ora ipotizzate sono, dunque, il 22 agosto per l’esame delle commissioni e il 29 agosto per l’aula.«Non potevamo far fronte a questa situazione senza l’intervento delle istituzioni europee», afferma a cose fatte Berlusconi da Palazzo Chigi. «Ci siamo trovati nella necessità di dover fare questa manovra per via del nostro debito che ammonta a 1.900 miliardi di euro», aggiunge. Fuori restano - ribadisce più volte Tremonti - sanità scuola, ricerca, cultura e 5 per mille. E «l’edilizia carceraria», aggiunge il premier. Ma molte voci sono stimate, per vederci ancora più chiaro bisogna aspettare. Leggere tra le righe delle cifre è, infatti, di «un esercizio un po’ complicato», ammette lo stesso Tremonti. Però, «sono tutti in più, una gran parte è addizionale. Quanto serve per fare 1,4 e zero» aggiunge, rispondendo alla domanda se i 45 miliardi circa annunciati per la manovra varata siano o meno aggiuntivi rispetto ai precedenti 47 circa.Il governo, poi, chiederà al Parlamento di anticipare al 2011 la delega per la riforma del fisco e dell’assistenza, ha precisato il ministro, aggiungendo che così si pensa di generare risparmi per 4 miliardi. Inoltre, nella manovra, alla quale non c’era alternativa (ma «poi vedremo di compensare»), dal punto di vista dello slancio all’economia ci sono «un meccanismo efficace di privatizzazione dei servizi locali e una normativa efficace su municipalizzate». Infine, norme per la «semplificazione e le liberalizzazioni che anticipano» la riforma dell’articolo 41 della Costituzione.
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