venerdì 2 febbraio 2024
Anche se ci sono le opportunità, le aziende spesso non trovano le competenze. Le figure chiave: key account, responsabili operativi e site manager
La logistica diventa sempre più "verde"

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Dal trasferimento rapido e affidabile delle merci alla gestione della flotta, dalla tracciabilità all’ottimizzazione dei costi: l'obiettivo è sempre la sostenibilità. Secondo uno studio svolto su 15 Paesi da Allied Market Research, il mercato della logistica sostenibile ha generato 1,3 trilioni di dollari nel 2022 e si prevede che genererà 2,9 trilioni di dollari entro il 2032, registrando un tasso di crescita annuo composto dell'8,3%. Tra i fattori che hanno favorito la crescita ci sono: la maggiore responsabilità sociale d'impresa delle aziende, l'adozione di veicoli elettrici, l'aumento delle normative e legislazioni ambientali, oltre alla crescita dell’utilizzo dell'intelligenza artificiale. L’ottimizzazione del trasporto con veicoli a basse emissioni di carbonio come elettrici e ibridi è solo uno degli aspetti che possono garantire una filiera sostenibile. Altrettanto importanti sono la riduzione degli scarti e il riciclo dei materiali, l’utilizzo di materiali sostenibili, il trasporto intermodale e gli investimenti in tecniche innovative. Guardando all’aspetto sociale non vanno dimenticati i piani welfare, l’attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, l’offerta di assistenza sanitaria integrativa e la garanzia di un equilibrio tra vita privata e vita lavorativa. Ne è un esempio Tiaki Logistics, la prima piattaforma che promuove lo sviluppo sostenibile dell’intera filiera in ottica ambientale, sociale e di governance. L'obiettivo è far crescere il settore logistico allo scopo di creare uno sviluppo compatibile con l’ambiente, sostenibile e finalizzato a creare lavoro ed opportunità̀ d’innovazione tecnologica e organizzativa. Un traguardo che si raggiunge anche attraverso la valorizzazione del capitale umano, la promozione della salute e del benessere dei lavoratori, l’attenzione all’inclusione ed il rifiuto di ogni discriminazione, l’implementazione di percorsi formativi.

«La logistica è da sempre votata alla sostenibilità – spiega Umberto Ruggerone, presidente di Assologistica –. Un logistico è attento all’ambiente per definizione, quando possibile non esita a far viaggiare un camion invece che due, ridurre sprechi ed essere efficiente è il suo obiettivo. Le aziende stanno investendo in modo massiccio per diminuire l’impatto ambientale. Le tematiche Esg vanno però affrontate nel loro complesso a partire dall’aspetto sociale. Sono sicuramente da apprezzare le imprese che puntano a certificare la sostenibilità. Il nostro settore deve fare tanto nel sociale, ad esempio migliorando la formazione, ci sono grandi lacune che vanno colmate. Bisogna abbandonare l’ottica che guarda al costo più basso e puntare all’efficienza anche nell’ambito della sostenibilità. Un passo avanti che va fatto dall’intera filiera: sviluppatori, utilizzatori e committenza».

La stessa Confindustria, in merito al rinnovo del parco circolante in un'ottica green, chiede una riforma del Fondo Investimenti Autotrasporti, con una congrua dotazione finanziaria per il periodo 2023-2026. Per quanto riguarda poi i vettori energetici, l'infrastruttura logistica è chiamata a garantire alti livelli di flessibilità e di adattabilità per assicurare la continuità dell'approvvigionamento, anche dei combustibili più innovativi. A tale scopo, «devono essere semplificate e accelerate le procedure autorizzative». In merito al fabbisogno energetico degli immobili logistici e la loro localizzazione, si deve puntare sulla capacità di autoproduzione e autoconsumo di energia da parte delle aziende della logistica, sostenendo i loro investimenti per l'acquisto di sistemi di accumulo e per la messa in opera di colonnine di ricarica per i mezzi elettrici. Inoltre, riveste particolare importanza la questione del capitale umano: la sua formazione e il suo reperimento costituiscono un ostacolo allo sviluppo del settore logistico. Per superarlo, bisognerebbe integrare i percorsi formativi degli istituti tecnici con indirizzi specifici, rivedere i programmi formativi d'intesa con le aziende del settore e spingere sull'impiego della forza lavoro immigrata. Infine, è necessaria un'attenta revisione del ruolo dell'Autorità di regolazione dei trasporti, soprattutto per quanto riguarda il suo ambito di competenza e il suo finanziamento che coinvolge eccessivamente le imprese del settore logistico e trasportistico.

Per la digitalizzazione nel settore dei trasporti invece è necessario stimolare l'uso di applicazioni operative e di alcune tecnologie come, per esempio, i Big Data, la Blockchain, la Cybersecurity e l'Ai. Necessarie anche politiche pubbliche volte a favorire l'automazione dei magazzini logistici e dei centri distributivi e la digitalizzazione delle imprese di trasporto e di tutta la filiera logistica; per la circolazione delle merci, gli obiettivi devono coniugare efficienza, sicurezza e continuità produttiva e logistica. Serve un ammodernamento del calendario nazionale dei divieti, la sua armonizzazione a livello Ue, la revisione della normativa relativa ai trasporti eccezionali e, per quanto riguarda le merci pericolose, una definizione più chiara della cosiddetta sosta "tecnica".
Aziende attente allo sviluppo sostenibile

I risultati di un'indagine, condotta dall’Osservatorio Green Logistics Survey su un campione di oltre 500 direttori logistici e della supply chain in Italia, hanno consentito di studiare da vicino il livello di adozione e diffusione delle attuali soluzioni tecnologico-organizzative in tema di sostenibilità delle aziende italiane del settore. Dall’analisi emerge che se il 95% delle multinazionali, influenzate anche dalle logiche Esg, ha obiettivi di sostenibilità dichiarati, lo stesso non può dirsi per le pmi, di cui ben il 45% non ha ancora dichiarato tali obiettivi, anche se in generale si registrano investimenti crescenti in imballi e unità di carico e in generale nei magazzini e nel campo dell’intra-logistica.

Tra le buone pratiche adottate in queste aree, al fine di ridurre i consumi di energia, vi sono le certificazioni ambientali per i magazzini, impianti di biogas e adozione di illuminazione Led. Rispetto a trasporti e distribuzione, l’impegno si sposta su soluzioni volte a ridurre le emissioni dei mezzi in uso, adottando flotte elettriche o soluzioni gestionali per ottimizzare i percorsi.

In conclusione, è emerso che chi ha chiari obiettivi di sostenibilità (dichiarati) di conseguenza misura di più le relative prestazioni di sostenibilità e in particolare sono le multinazionali (63%) e i servizi logistici e di trasporto (57%) a misurarle maggiormente.

Le opportunità di lavoro

La logistica e i trasporti si confermano un settore dinamico e in forte espansione – nonostante pandemia, guerre e inflazione – che richiede competenze sempre più aggiornate e offre interessanti opportunità di carriera. Nel nostro Paese, con circa 80 miliardi di euro di fatturato l’anno, la logistica vale il 9% del Pil e conta 90mila imprese e 1,5 milioni di addetti. Le imprese di spedizioni internazionali generano un fatturato che supera i 15 miliardi di euro ogni anno, un valore pari a circa il 20% del totale dell’intero settore, e impiegano più di 50mila addetti. Sul fronte della manodopera, in Italia mancano almeno 60mila lavoratori e circa il 75% dei fornitori di servizi logistici opera in condizioni di sottodimensionamento. Una situazione resa ancora più difficile dalla scarsa partecipazione femminile: solo il 20,4% dei lavoratori del settore è rappresentato da donne.

Le maggiori occasioni sono legate soprattutto a digitalizzazione e sostenibilità, ma non mancano richieste anche negli ambiti più tradizionali. «In Italia e più in generale in quasi tutta l’Europa – precisa Orazio Stella, senior partner di Loriga&Associati – la logistica e i trasporti stanno vivendo un momento decisamente florido e ricco di opportunità professionali. Automazione e digitalizzazione, che hanno nettamente caratterizzato il settore negli ultimi mesi, saranno la chiave per il successo della logistica 4.0 che dovrà contare su professionisti sempre più specializzati e capaci di velocizzare i processi, minimizzare gli errori e mantenere elevati i livelli di performance e di business. Nei prossimi mesi, quindi, non mancheranno ottime opportunità per professionisti che operano in ambito commerciale e per profili manageriali, da dedicare alla gestione di siti logistici».

Le figure chiave: key account, responsabili operativi e site manager. I Key Account sono professionisti commerciali in grado di gestire le relazioni con aziende di grandi dimensioni, offrendo loro un completo portafoglio di opportunità per rispondere alle loro esigenze di trasporti e logistica; i Responsabili Operativi, invece, devono essere in grado di costruire un prodotto adeguato alle esigenze dei Clienti e di far fronte ad eventuali imprevisti; ai Site Manager, infine, viene richiesto di gestire un sito logistico, mettendo insieme competenze di carattere più strettamente operativo con una buona attitudine commerciale.


«Nel 2023 – continua Stella – intelligenza artificiale, machine learning e blockchain hanno iniziato ad avere un impatto sempre più marcato sul settore e saranno fondamentali per semplificare le operazioni e per renderle più efficienti. Diventerà ancora più importante, dunque, aggiornare le competenze dei professionisti e riuscire a cambiare l’approccio degli operatori che saranno chiamati a sviluppare strategie più orientate all’innovazione, alla sostenibilità e all’efficienza».

Le potenzialità della Supply Chain 4.0

Si sente parlare tanto di Supply Chain 4.0, ma non sempre se ne conoscono le vere potenzialità. La Supply Chain è un insieme di processi che sono finalizzati a portare sul mercato un prodotto o servizio, trasferendolo dal fornitore fino al cliente ed è composta da quattro anelli principali: approvvigionamento, produzione, distribuzione e vendita e può essere descritta come un network di persone, organizzazioni, attività e tecnologie che concorrono alla messa in vendita di un prodotto.

«Nell’ambito della logistica – sottolinea Federica Cavagliano, manager della divisione Engineering di Hunters – l’automazione dei processi avviene principalmente attraverso robot a guida autonoma e possono essere utilizzati in diverse tipologie di settori per dare un supporto all’assemblaggio, al trasporto (carico e scarico dei materiali e vantaggio della logistica e della intra-logistica) ed alla raccolta dati. Tra i principali benefici si ha una Supply Chain ancora più efficiente sia in termini di sicurezza, sia in termini di riduzione degli sprechi e dei costi, di una maggiore programmazione e di un forte miglioramento dei servizi».

I ruoli più richiesti: supply chain manager, logistic specialist/manager e senior program manager. A testimoniare la forte crescita e l’importanza sempre più rilevante della Supply Chain 4.0, sono le forti richieste di mercato di posizioni professionali altamente specializzate nel settore. Da un recente studio condotto da Hunters Group, infatti, emerge che sono cresciute del 35% le richieste dei professionisti della Supply Chain 4.0.

Supply chain manager: ha il compito di massimizzare il livello del servizio fornito al cliente finale, attraverso l’ottimizzazione dei costi operativi e del capitale impiegato. La sua retribuzione media è di 65mila euro/anno.

Logistic specialist/manager: si occupa di gestire e controllare il flusso delle merci in tutto il ciclo produttivo, dalla fornitura delle materie prime allo smistamento dei prodotti finiti destinati ai punti vendita. La retribuzione media si attesta tra i 40mila e i 55mila euro.

Senior program manager: è responsabile della strategia del programma a lungo termine, con la gestione delle metriche di successo, la verifica del raggiungimento degli obiettivi ed i passi successivi da effettuare; supervisiona, inoltre, l’attività dei project manager. La retribuzione media è di circa 50mila euro.

Inoltre è cresciuta l’attenzione alla qualità dei servizi richiesti dal mercato agli operatori del settore: non basta più competere sul prezzo, ma è indispensabile puntare moltissimo sulla formazione, sulla puntualità e sulla professionalità durante tutta la fase di consegna (ed eventualmente di installazione) dei prodotti, e addirittura consegna ed installazione da soli non bastano più. «La qualità del servizio – aggiunge Raffaele Ghedini, presidente di Oikyweb – che dai clienti finali è percepita come puntualità, precisione, attenzione, educazione e professionalità del personale che, ogni giorno, risponde alle loro richieste ed entra nelle loro case, ma che per produrre quella percezione ha bisogno di una quantità impressionante di attività di back-end, sarà sempre di più il vero fattore di vantaggio competitivo in un settore complesso come quello della movimentazione di prodotti e non di semplici pacchi. Le figure chiave di questo cambiamento sono, oltre ovviamente agli operatori, addetti al customer service che siano davvero qualificati ed adeguatamente formati (perché qui non si trattano dentifrici o abbonamenti, ma prodotti anche molto complessi), addetti al controllo operativo e analisti dei dati». Oikyweb ha in programma di assumere almeno cinque addetti al customer service tra il suo head-quarter a Cologno Monzese e il suo hub di Catania, almeno tre addetti al controllo operativo e almeno due analisti di dati per l’head-quarter.

La formazione

La formazione è fondamentale in questo comparto. Proprio per questo nasce alla Liuc il Green Transition Hub, un centro di aggregazione di competenze e conoscenze sui temi della transizione ecologica. Un nuovo tassello che si aggiunge alle tante attività sviluppate dall’Ateneo sul tema (dal semestre della sostenibilità per gli studenti di Ingegneria Gestionale ad alcuni progetti legati alla vita in Università), previste dal Piano Strategico 2021-25 e in linea con la filosofia del trentennale della Liuc, pensato proprio con un occhio di attenzione al green.

Sole 24 Ore Formazione è stata scelta da GXO Logistics per formare le figure manageriali, specialistiche e operative dell'azienda in vista dell'introduzione di un nuovo modello operativo. Questo passaggio prevede una transizione da «gestione siti con il supporto della cooperativa» al modello di «gestione diretta», con un significativo piano che ha l'obiettivo di superare di oltre le mille assunzioni nei prossimi 18 mesi. È stato progettato un programma formativo completo che coinvolgerà diverse figure a tutti i livelli aziendali, tra cui responsabili operativi, team leader, ingegneri, figure operative. Questi corsi, caratterizzati dalla durata variabile, coinvolgeranno un alto numero di collaboratori sulla base delle loro funzioni e delle sfide future dell'azienda.

La logistica entra nel settore delle Agenzie per il lavoro

La logistica italiana allarga il suo orizzonte verso il settore occupazionale. «Le aziende della logistica, da un lato, hanno ambizione e desiderio di espandere il proprio business in nuovi ambiti, dall’altro, avvertono la necessità di somministrare personale direttamente nello specifico mercato di riferimento, operando in autonomia con un’Agenzia di proprietà e regolarmente autorizzata. E disponendo, in questo modo, di personale specializzato in casa propria - dichiara Enrico Valocchia, fondatore e amministratore delegato di Hume Capital -. Tutto ciò avviene anche in virtù del fatto che oggi acquistare o fondare un’Agenzia per il lavoro è molto più accessibile rispetto al passato. L’interesse all’ acquisto di Agenzie per il lavoro si è manifestato nel corso del 2022 e del primo semestre del 2023, soprattutto da parte di medie-grandi imprese con sede principalmente nel Nord e Centro Italia. Milano e Roma, compreso il loro hinterland, sono le città dalle quali proviene la maggiore attenzione per questo settore».

Il fenomeno sembra destinato a espandersi con l'entrata in vigore del Codice degli appalti. Il D.Lgs 36/2023, infatti, ha tra i suoi punti focali la digitalizzazione dell’intero ciclo di vita dell’appalto, puntando alla velocizzazione di tutte le pratiche burocratiche. Tuttavia, le imprese della logistica hanno bisogno di essere guidate per poter operare in un comparto, come quello del lavoro, distante dal loro ambito di appartenenza. Di qui l’importanza della consulenza. «Hume Capital ha clienti prevalentemente nei settori della logistica, appalti, outsourcing e facility management - afferma Valocchia - la nostra attività non consiste nella sola vendita dell’Agenzia per il lavoro, ma tocca in profondità tutti gli aspetti della consulenza organizzativa e gestionale: dall’organizzazione generale allo sviluppo esecutivo del business, fino al marketing e alla gestione dei processi interni. Collaboriamo con avvocati giuslavoristi e consulenti specializzati nel settore della somministrazione di personale, professionisti che affiancano il cliente passo dopo passo durante tutta l’operazione».

Arriva il contratto in Mondo Convenienza

Dal 1° marzo 2024 le aziende appaltatrici che svolgono il servizio di consegna e montaggio mobili per conto di Mondo Convenienza applicheranno il Ccnl Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, grazie ad un accordo innovativo firmato tra Ansi-Associazione nazionale servizi integrati e Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti, che garantisce importanti incrementi retributivi per i lavoratori e significative trasformazioni sia qualitative che organizzative di tutte le aziende associate. Lo prevede un accordo nazionale siglato tra Ansi e i sindacati nazionali confederali della Logistica e Trasporto. Per arrivare a questo accordo le aziende associate ad Ansi investiranno complessivamente circa 100 milioni di euro in due anni, necessari a coprire i maggiori costi per retribuzioni lorde, aumento dei livelli occupazionali, raggiungendo oltre 6mila dipendenti in tutta Italia, dai circa 5.400 attuali, altri servizi di welfare connessi e previsti dall’intesa, e per l’ulteriore qualificazione delle aziende.

«Abbiamo voluto fortemente questo risultato. L’evoluzione organizzativa e qualitativa che questo accordo prevede, permetterà un incremento occupazionale e lo sviluppo di un settore cruciale e in grande espansione - dice Andrea D’Angelo, presidente di Ansi -. Adesso abbiamo di fronte a noi un accordo che consente alle aziende di concentrarsi sui soli servizi di trasporto, consegna, montaggio dei mobili. E poi una serie di norme che rendono più aderente alle attività svolte dagli associati il Ccnl Logistica Trasporto Merci e Spedizione. Ringrazio le aziende associate per il lavoro fatto in questi mesi. Ora la sfida è quella di continuare a modernizzare le nostre imprese per essere sempre più competitivi».

Con il Ccnl Logistica e Trasporto tutti i dipendenti ottengono un significativo miglioramento dei trattamenti retributivi e di welfare e delle condizioni di lavoro. L’accordo infatti prevede un significativo incremento della retribuzione mensile, oltre che ferie, permessi,
indennità di trasferta, di funzione, buoni pasto eccetera. «L’accordo è il risultato di un costante confronto con i sindacati confederali - afferma il legale di Ansi Paolo Salvatori -. Fin da subito abbiamo adottato il confronto come metodo, con l’obiettivo di riorganizzare il settore aumentando i livelli di qualità e produttività aziendali, attraverso una sempre maggiore qualificazione degli appaltatori, con elevati standard tecnici, di legalità. Dal punto di vista organizzativo, il modello che questo contratto prevede è assolutamente innovativo, perché consente per la prima volta di applicare il Ccnl Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni, ad un’attività, quella della consegna e del montaggio, che ha caratteristiche del tutto proprie e specifiche nel panorama nazionale della contrattazione collettiva».

Il caso InPost

InPost, azienda della logistica specializzata nelle consegne fuori casa, archivia il 2023 con una rete che raggiunge in Italia i 6mila punti di ritiro, aggregando locker (oltre il 25%) e punti di ritiro presso gli esercizi commerciali di quartiere. L’azienda fondata in Polonia nel 1999, e oggi tra i leader europei della logistica nelle consegne out of home, è presente in nove Paesi con circa 745 milioni di pacchi consegnati in Europa nel 2022 (in crescita del 44% rispetto al 2021). In Italia, che rappresenta un mercato strategico per l’ulteriore espansione, nel 2023 l’azienda ha visto crescere del 20% la sua presenza sul territorio grazie ad accordi commerciali con primari partner (insegne della grande distribuzione, aree di servizio, aziende di trasporto pubblico) e con un numero sempre crescente di commercianti che ospitano i punti di spedizione/ritiro. Roma, Milano, Napoli e Torino sono, nell’ordine, le città in cui si concentra maggiormente la presenza di locker e InPost point, che si trovano ormai in tutte le regioni dello Stivale, Sud e Isole comprese. Il servizio ha dei risvolti positivi anche sul fronte della sostenibilità: ottimizzando i trasporti e riducendo il via vai dei mezzi su strada, infatti, scegliere la consegna fuori casa significa anche abbattere le emissioni in atmosfera, ridurre l’inquinamento acustico e il rischio di incidenti.

«InPost sta diventando parte integrante del commercio elettronico – commenta Nicola D’Elia, managing director Southern Europe di InPost – grazie a una proposta innovativa molto apprezzata dal pubblico, che ora può scegliere dove e quando ricevere gli acquisti fatti online, con una modalità di consegna più sostenibile e che rappresenta una nuova opportunità anche per i negozi di quartiere».





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