venerdì 28 maggio 2010
La riunione ministeriale, che si è tenuta a Parigi, ha approvato una dichiarazione comune sui dieci principi che compongono i global standard, il nuovo set di regole voluto dall'Italia per rivedere la governance del settore finanziario. Solo la Svizzera non firma il protocollo.
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Dopo il via libera dell'Ocse, i Global standard entrano nell'agenda del G20. Lo sostiene il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nella conferenza stampa conclusiva della riunione ministeriale Ocse a Parigi. «Tutti i governi Ocse hanno acconsentito su questo tema che entra anche nell'agenda del G20 a partire dalla settimana prossima», ha detto Tremonti.La riunione ministeriale Ocse, che si è tenuta a Parigi, ha infatti approvato una dichiarazione comune sui dieci principi che compongono i global standard, il nuovo set di regole voluto dall'Italia per rivedere la governance della finanza.Criticati per la loro genericità sin da quando l'Italia li ha lanciati l'anno scorso, in qualità di presidente del G8, i Global standard si articolano in dieci principi che poggiano sui tre capisaldi di «correttezza, integrità e trasparenza».Già codificati nei trattati Ocse o di altri organismi internazionali, i Global standard contengono solo principi generali e non prevedono disposizioni concrete. Il punto 1 indica la cornice "etica" a cui si ispirano i dieci principi. Il punto 2 condanna le pratiche anticoncorrenziali, il 3 stabilisce che «il governo societario dovrebbe promuovere il rispetto del primato della legge». Il punto 4 entra nel campo della comunicazione aziendale, che dovrebbe poggiarsi su «una effettiva trasparenza». Il punto 5 dice che le «strutture societarie non dovrebbero essere usate a fini illeciti». Il punto 6 auspica come opportune misure di prevenzione contro la corruzione (soprattutto nelle operazioni economiche internazionali). Il punto 7 definisce una «grave minaccia» il riciclaggio di capitali. L'ottavo principio invoca la trasparenza nell'attività di lobby. Il nono dice che gli assetti regolamentari delle attività societarie dovrebbero «generare vantaggi che ne riducano i costi». Il decimo punto valorizza «l'istruzione finanziaria e la tutela dei consumatori», come pure una maggiore responsabilità da parte delle banche nell'intermediazione con i clienti.«Abbiamo esteso la discussione dai temi economici ai temi etici e l'idea che tutti i governi acconsentano sull'importanza dei temi etici è straordinaria. Se uno legge Adamo Smith si rende conto che le regole non sono un costo, troppe regole sono un ostacolo, ma alcune regole sono un investimento», ha aggiunto Tremonti. Il ministro sogna per i Global standard anche l'investitura sotto forma di Trattato internazionale multilaterale. «Un trattato internazionale multilaterale credo sia in conclusione un obiettivo possibile. È un fatto positivo che comunque se ne discuta», ha detto Tremonti.LA POSIZIONE DELLA SVIZZERALa Svizzera ha deciso di non sottoscrivere il protocollo sulla mutua assistenza in materia fiscale elaborato durante il vertice interministeriale Ocse in corso a Parigi. Lo ha dichiarato la presidente della Confederazione, Doris Leuthard, in un incontro con la stampa elvetica a margine del summit, secondo quanto riferisce l'Agenzia telegrafica svizzera (Ats). «Noi riteniamo che gli standard Ocse attuali siano sufficienti - ha affermato la Leuthard - e alcuni punti della convenzione ci pongono dei problemi». La Svizzera non accetta in particolare, ha poi precisato, lo scambio automatico di informazioni, che metterebbe in pericolo in segreto bancario. «Non bisogna essere ingenui - ha concluso Doris Leuthard - la crisi del debito spingerà gli Stati a rinforzare il proprio zelo in materia fiscale».
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