mercoledì 30 giugno 2021
Il divieto resta solo nei settori del tessile e della moda. Con la sospensione della misura sui pagamenti elettronici 1,5 miliardi di risparmi vanno alla riforma degli ammortizzatori sociali
Ok al "decreto sblocco". Draghi: «Il cashback favorisce i ricchi»
COMMENTA E CONDIVIDI

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto su fisco e lavoro, con la proroga del divieto di licenziare nei soli settori del tessile e della moda. Nella bozza del provvedimento di sette articoli, entra anche la sospensione per 6 mesi del programma cashback: un meccanismo volto a favorire l’uso dei pagamenti elettronici e a frenare l’evasione ma che così com’è, ha affermato Mario Draghi, «rischia di accentuare la sperequazione tra i redditi, favorendo le famiglie più ricche». Tra le misure previste anche un fondo da un miliardo per il contenimento delle tariffe dell’energia e per semplificare la nuova legge Sabatini per l’acquisto di beni strumentali delle Pmi. Il nuovo decreto è destinato a diventare un emendamento al decreto Sostegni bis.

Licenziamenti. La novità introdotta dal decreto riguarda i comparti tessile-abbigliamento-pelletteria, nei quali la crisi ancora picchia duro: il divieto di licenziare viene prorogato fino al 31 ottobre (la stessa scadenza già prevista per le piccole imprese). Le industrie del settore che riducono l’attività lavorativa potranno accedere alla cassa integrazione per altre 17 settimane fino a ottobre senza dovere pagare i contributi addizionali. La misura è finanziata con 185,4 milioni di euro. Si conferma invece da oggi la fine del blocco dei licenziamenti per la grande industria manifatturiera e l’edilizia. Per frenare il ricorso agli esuberi, martedì il governo, i sindacati e le associazioni di impresa hanno firmato un avviso comune che impegna le aziende a utilizzare gli ammortizzatori sociali prima di procedere ai licenziamenti.

Cashback. Confermata la sospensione della misura che prevede il parziale rimborso dei pagamenti effettuati con mezzi elettronici. Una decisione che non è piaciuta a parte della maggioranza, in particolare al M5s. Tanto che durante il Cdm Mario Draghi avrebbe rassicurato i ministri presenti sul fatto che il cashback ripartirà dopo lo stop di sei mesi, periodo che servirà a valutare i dati e a cambiare la normativa. Secondo il premier infatti, il meccanismo in vigore finora «ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori». Inoltre – ha argomentato il presidente del Consiglio – non esiste alcuna obiettiva evidenza della maggiore propensione all’utilizzo dei pagamenti elettronici. Quasi il 73% delle famiglie già spende tramite le carte più del plafond previsto dal provvedimento. Pertanto, la maggior parte potrebbe ricevere il massimo vantaggio anche senza intensificare l’uso delle carte, la tesi. Mentre è improbabile che chi è privo di carte o le usa poco possa raggiungere il plafond, perché la maggior parte di loro non può spendere quelle cifre. Draghi ha anche sottolineato come l’onerosità della misura, pari a 4,75 miliardi di euro nel biennio 2021-22, debba essere valutata non solo in relazione ai benefici attesi, ma anche del costo e dell’attuale quadro economico e sociale. Da qui la decisione di dirottare i risparmi ottenuti dalla sospensione del cashback, 1,5 miliardi di euro, sulla riforma degli ammortizzatori sociali che sarà presentata nelle prossime settimane.
Sempre a proposito del cashback il decreto stabilisce che i rimborsi per i pagamenti effettuati nei primi 6 mesi del 2021 potranno essere pagati entro la fine di novembre (invece che entro 60 giorni dalla fine del periodo). La ripresa del meccanismo è prevista allo stato dal primo gennaio 2022. Nel frattempo il ministero dell’Economia effettuerà rilevazioni periodiche sull’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici. Intanto per favorire l’utilizzo dei Pos da parte dei negozi viene incrementato dal 30% al 100% fino al giungo 2022 il credito d’imposta sulle commissioni pagate dagli esercenti per l’utilizzo degli strumenti di pagamenti elettronico.

Stop alle cartelle. Con il nuovo decreto arriva una nuova proroga per l’invio delle cartelle esattoriali al 31 agosto, dal precedente 30 giugno.

Imprese e Alitalia. Viene rifinanziata con 600 milioni la nuova Sabatini, legge finalizzata al sostegno di investimenti delle Pmi per acquisto di beni strumentali. La norma prevede che per le domande per le quali sia stata già erogata in favore delle Pmi beneficiarie almeno la prima quota di contributo, il Mise può procedere ad erogare le successive quote. Prorogato intanto al 16 dicembre il prestito ponte da 400 milioni per Alitalia in scadenza ieri. Viene inoltre istituito un fondo da 100 milioni per il rimborso dei biglietti Alitalia, nel passaggio alla newco Ita, non utilizzati a causa della pandemia. Una misura che va ora al vaglio della Ue.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: