giovedì 17 giugno 2021
Legambiente e Tci hanno analizzato le località balneari meritevoli delle 'Vele' di qualità: l’attenzione al turismo delle persone disabili è in crescita
Le spiagge si riscoprono più inclusive e sostenibili
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Quest’anno il mare più bello oltre che quello più sostenibile è anche quello più accessibile. L’annuale rapporto di Legambiente e Tci sulle località balneari meritevoli delle 'Vele' di qualità è sempre più attento al turismo delle persone disabili. 'Il Mare più bello 2021' propone, dunque, il racconto di 45 tra le più belle zone balneari del nostro Paese selezionate fra i 98 comprensori turistici valutati sulla base dei dati raccolti da Legambiente sulle caratteristiche ambientali e la qualità dell’ospitalità. Una bella fotografia per questa stagione di ripresa, nel nome dell’attenzione all’ambiente e alla persona.

La Sardegna è risultata quest’anno la regione più premiata con ben sei comprensori a Cinque Vele; importanti anche i riconoscimenti ottenuti da Toscana, Puglia, Campania e Sicilia. Ma nel corso della presentazione è stato fatto un focus sul vero e proprio boom dei temi dell’accessibilità e sostenibilità che sta interessando il comparto degli stabilimenti balneari. Grazie alla collaborazione fra Legambiente, Turisti per caso, la rivista Mondo Balneare e Village 4 All, società specializzata nella consulenza e supporto alle strutture turistiche sul tema dell’accessibilità, sono state raccolte, con l’iniziativa 'Cercasi spiagge accessibili', le segnalazioni da parte di utenti e imprenditori del settore sugli stabilimenti considerati più accessibili.

Si è provveduto a selezionare anche in questo caso le migliori esperienze che sono state raccontate nel corso della conferenza stampa, a cominciare da quelle presenti sulla spiaggia di Bibione, un litorale da tempo plastic e smoke free che ha anche sposato la causa dell’accessibilità, alle storiche esperienze sul litorale della Versilia. Per Roberto Vitali, co-fondatore e ammini-stratore di Village 4 All «i primi risultati dell’indagine 'Cercasi spiagge accessibili' rappresentano un’Italia sempre più sensibile e pronta ad evolvere verso un turismo accessibile diffuso. Non è più il momento di pensare a stabilimenti balneari per disabili, ma bisogna costruire una filiera di turismo accessibile lavorando, come hanno fatto i distretti biologici in agricoltura, perché accessibilità e inclusione siano un valore diffuso che coinvolga tutta la filiera turistica: ricettivo, extraricettivo, ristorazione, commercio, trasporti, sport, eventi. Bibione è l’esempio di come il turismo accessibile abbia bisogno di strategia, innovazione, professionalità e competenze specifiche».

Tanti gli esempi virtuosi segnalati, dove spesso accessibilità fa rima con sostenibilità, come a Jesolo dove le passerelle che permettono l’accesso al mare delle carrozzine sono state realizzate con legno recuperato dalle foreste abbattute dalla tempesta 'Vaia'. E ancora Lido di Pomposa in Emilia Romagna, Marina di Ardea nel Lazio, Ischia e Giuliano in Campania, Valentino beach a Marina di Catanzaro in Calabria, e ancora esperienze in Puglia, Sicilia e Sardegna. Sono state più di 200 le segnalazioni, 103 provenienti da turisti e 118 dagli stessi imprenditori, a conferma dell’attenzione che stanno mettendo al tema. Il 90% delle strutture segnalate ha carrozzine da spiaggia e dispone di un servizio igienico attrezzato.

Una ventina di stabilimenti ha zone relax riservate a bambini con autismo o disabilità cognitive. Il 10% ha un parco giochi per bambini con disabilità motorie o sensoriali. Il 40% degli imprenditori segnala di aver fatto corsi di formazione per rispondere alle esigenze dei disabili. E, come riporta la ricerca, i turisti se ne accorgono subito.

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