venerdì 30 ottobre 2015
Le aziende italiane sembrano sulla strada verso una trasformazione profonda e strutturale, orientata all’innovazione di prodotti e servizi.
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Il fatturato del settore Ict ammonta (dati Rapporto Assinform 2015) a 64.234 milioni di euro per l’anno 2014, con un trend del -1,4%: un segnale di ripresa se raffrontato al -4,4% dell’anno precedente. Le aziende italiane sembrano sulla strada verso una trasformazione profonda e strutturale, orientata all’innovazione di prodotti e servizi. Software e soluzioni Ict (+4,2% per un totale di 5.703 milioni di euro) e contenuti e pubblicità digitale (+8,5%, 8.261 milioni di euro) sono i due comparti trainanti, rallentati solo dai servizi di rete per effetto della riduzione della spesa mobile in telefonia e dati (-7,1% rispetto comunque a un -10,2% registrato nel 2013). Questo trend positivo generale sembra trovare riscontro nelle stime di chiusura del 2015: Assinform stima un attivo dell’1,3%.Questi dati trovano fondamento anche nella nascita di svariate start-up (3.500 e in aumento, secondo Unioncamere) dopo la contrazione di aziende attive che ha interessato il triennio 2010-2013, portando a 456mila gli addetti del settore. Oggi, la maggior parte delle aziende (circa il 70%) opera nell’ambito dei servizi, il 23% circa nel software, poche sono invece quelle che fanno del proprio core business le telecomunicazioni (il 5%) e la produzione di hardware (l’1,5%); il settore è costituito prevalentemente da piccole imprese (il 93% di esse con meno di dieci addetti) che si concentrano nel Nord Italia, più precisamente, nel Nord-Ovest.Le figure professionali del mondo Ict si possono trovare in tutte le imprese (per esempio come staff dell'It, per l'infrastruttura informatica dell’azienda), il report dell’Osservatorio Jobpricing concentra la propria analisi su 4 settori che fanno dell'Ict il proprio core business: apparecchiature elettroniche ed elettriche; telecomunicazioni; media, web, comunicazione e editoria; servizi, consulenza Ict e software.I comparti del settore Ict si posizionano nella prima parte della graduatoria delle industry per retribuzione (Ral) media, sopra la media nazionale di 28.653 euro: in cima le telecomunicazioni al 4° posto (Ral 37.365 euro) e i servizi e consulenza Ict e software al 5° (Ral 35.705 euro), seguiti da media, web, comunicazione e editoria al 10° (Ral 32.480 euro) e apparecchiature elettroniche ed elettriche all’11° (Ral 32.016 euro). Fra i dirigenti e gli operai, i dipendenti meglio pagati sono quelli delle aziende di telecomunicazioni, mentre fra quadri e impiegati le Ral più alte sono nel settore industriale delle apparecchiature elettroniche ed elettriche.Jobpricing elenca le retribuzioni medie nazionali di alcune professionalità rappresentative del mondo Ict e altre più trasversali nel panorama italiano. Nel comparto web e multimedia un web architect percepisce una Ral media pari a 39.365 euro, un e-commerce specialist 32.601 euro, un digital account 36.433 euro e un social & community manager 30.646 euro. Se si prende in considerazione il settore Information Technology più in generale, troviamo figure dirigenziali come il direttore Ict/Sistemi Informativi con una retribuzione media di 111.290 euro, figure con know-how specifico come un analista programmatore con una Ral media di 32.218 euro, arrivando a figure meno specializzate come ad esempio un operatore help desk, con una Ral pari a 26.074 euro.Alla luce dei dati mersi dal rapporto sulle professioni dell’Ict e delle dinamiche che stanno interessando le aziende italiane, Mario Vavassori, presidente di Jobpricing, sostiene che "la difficoltà oggi è valutare bene le persone e (che) la leva retributiva, se ben utilizzata, per esempio con forme di incentivazione variabile, può aiutare. Uno specialista It al posto giusto può davvero cambiare un intero sistema di produzione, un buon social media manager rilanciare il marketing aziendale, un esperto di Cloud rinnovare processi e i costi di servizio dell'Ict. Non è soltanto una questione di ricompensa economica, ma di spazio all'interno delle organizzazioni e di visione delle competenze chiave per il futuro. Gli scenari stanno cambiando rapidamente: si pensi alla digitalizzazione dei processi o alla sharing economy. La risorsa più preziosa del mercato sono le persone, soprattutto in mercati a elevata densità di conoscenza tecnica e di flusso continuo d'innovazione. Non vanno lasciate scappare".
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