venerdì 4 agosto 2023
Solo per l'efficientamento energetico messi sul piatto «tre miliardi di euro». Chiesto il riordino degli incentivi. Previste nuove assunzioni, ma permane la difficoltà di reperimento
Il settore delle costruzioni cerca il rilancio

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Il settore delle costruzioni è alla ricerca di rilancio. Tra bonus, efficientamento energetico e Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza, il comparto sembra aver recuperato dopo la crisi post pandemia. Il 2022 si è confermato un anno da record con una crescita di circa il 19% sul 2021, con evidenti benefici sulla domanda e previsioni positive per il prossimo biennio: +9,4% per il 2023 e +7,1% per il 2024 (fonte: Unicmi-Unione nazionale delle industrie delle costruzioni metalliche dell'involucro e dei serramenti). La filiera si conferma, oggi e nei prossimi anni, come uno dei settori trainanti per l'economia del Paese. Un comparto a cui si chiederà uno sforzo importante, in uno scenario complesso e sfidante come quello attuale: rivedere il concetto di costruzione dalle fondamenta, pensare e progettare gli spazi in modo differente, percorrendo strade e soluzioni inesplorate e privilegiando pratiche e sistemi che riducano drasticamente l'impatto sull'ambiente. Secondo le elaborazioni realizzate dal Centro Studio Unicmi per Me-Made expo, dopo un 2022 segnato da risultati eccezionali per il settore delle costruzioni, il biennio 2023-2024 registrerà una crescita degli investimenti di oltre 14 miliardi di euro nelle costruzioni residenziali e di circa dieci miliardi in quelle non residenziali. Una crescita significativa, soprattutto perché valutata al netto di potenziali incentivi, anche se gli effetti potrebbero, purtroppo, essere parzialmente raffreddati dall'incidenza dell'inflazione e dell'innalzamento dei tassi. Per il recupero residenziale, che nel 2022 ha registrato una crescita del 20% circa, è atteso un incremento del 10% circa nel 2023. Anche per gli investimenti in infrastrutture, cresciuti del 22% nel 2022, si attende un aumento del 12% nel 2023 e del 14% nel 2024, la crescita netta degli investimenti nel settore infrastrutture sfiorerà i nove miliardi nel biennio 23-24. Questi numeri potrebbero crescere ulteriormente sulla spinta dell'avvio dei lavori del Pnrr che prevede 60 miliardi di investimenti in infrastrutture entro il 2026.

L'efficienza energetica e gli aiuti a famiglie e imprese

Per aiutare famiglie e imprese ad affrontare le spese di efficientamento energetico, per esempio, il governo è al lavoro su un grande piano di incentivi: i fondi arriveranno dal Repower EU, il capitolo aggiuntivo del Pnrr. Due le priorità: rafforzare le infrastrutture energetiche e mettere in piedi un sistema di aiuti per famiglie e imprese occupate con l'efficientamento energetico. Durante gli incontri della cabina di regia, il ministro Raffaele Fitto ne ha parlato anche con le associazioni datoriali, tra cui l'Ance-Associazione nazionale costruttori edili. E proprio la presidente Federica Brancaccio ha riferito di «tre miliardi di euro per famiglie e imprese» messi sul piatto. Gli incentivi per l'efficientamento energetico potrebbero prendere diverse forme e il governo è ancora al lavoro sulla versione definitiva. Anche il Superbonus resta sotto i riflettori per il nodo mai risolto dei crediti incagliati: la presidente dell'Ance la ritiene fondamentale assieme a una proroga per i lavori iniziati, «perché i cantieri si sono fermati». La sottosegretaria al Mef-ministero dell'Economia e delle Finanze Lucia Albano ha spiegato che Intesa Sanpaolo, Unicredit e Sparkasse «già procedono al riacquisto di tali crediti, mentre Poste Italiane sta ultimando le procedure». Per il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, serve «un riordino degli incentivi per gli interventi sugli immobili e a una loro impostazione su base pluriennale». Fondamentale per l’economia del Paese, la filiera delle costruzioni ha dato un contributo decisivo alla crescita del Pil del 2022 (+3,7%), determinandone circa un terzo. Per il 2023, le stime parlano addirittura di una crescita del +12,4% dei livelli produttivi del settore (fonte: Ance), che nel primo trimestre è arrivato a contare oltre 754mila imprese attive (fonte: Movimprese per Unioncamere). Dati molto positivi, confermati anche dall’ultimo Osservatorio Saie sulle imprese di produzione, distribuzione e servizi per il settore edile e dell’impiantistica. In generale, le aziende si dicono soddisfatte, molto più ottimiste, in gran parte pronte a nuove assunzioni e convinte di chiudere l’anno con un fatturato in crescita. Ben otto aziende su dieci giudicano positivamente l’andamento complessivo dell’azienda. Un ottimismo strettamente collegato all’aumento del fatturato nell’ultimo quadrimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, registrato dal 71% del campione, ben più ampio del 61% dello scorso ottobre. E le aspettative future? Il 66% delle imprese prevede un incremento dei ricavi entro fine anno e, se si guarda ai prossimi tre anni, il 72% della filiera crede in una crescita generalizzata del settore. Si tratta di numeri in controtendenza rispetto all’ultimo Osservatorio dello scorso anno, quando a credere in questa prospettiva era il 43% delle aziende, soprattutto a causa dei rincari energetici e da altri problemi del contesto macroeconomico. Molto bene la soddisfazione per il portafoglio ordini, considerato adeguato ai livelli di sostenibilità finanziaria da nove aziende su dieci. Negli ultimi mesi, il 95% delle realtà ha raggiunto un livello di ordini tale da comportare la rinuncia a lavori per l’eccesso di richieste. Per sopperire a questo problema le imprese stanno investendo sempre di più in formazione, con nove aziende su dieci comunque soddisfatte del livello di competenze interne. Sul fronte occupazione, circa la metà delle imprese (52%) prevede nuove assunzioni nel prossimo quadrimestre e una su quattro (25%) dichiara di aver aumentato gli stipendi nell’ultimo quadrimestre. Tra tutte le aree in cui sono previsti investimenti, spicca la sostenibilità. Complici anche l’inflazione e il conflitto in Ucraina, la filiera sta ricorrendo sempre più all’uso di dispositivi a basso consumo energetico, all’installazione di impianti di produzione di energia proveniente da fonti rinnovabili e al ricorso all’isolamento termico. Guardando l’altra faccia della medaglia, sono proprio il caro energia e l’aumento dei prezzi delle materie prime, ad aver colpito maggiormente il settore anche se in misura di gran lunga inferiore rispetto alle ultime rilevazioni. Nel prossimo futuro, investimenti, incentivi e bonus relativi all’efficientamento energetico e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio privato vengono identificati come i principali motori per la crescita. «La filiera sta attraversando un momento di grande trasformazione, ricco di opportunità da cogliere per il bene del settore e del Paese - ha dichiarato Emilio Bianchi, direttore generale di Saie. Da una parte i numeri raccontano la crescita di tante realtà, dall’altro è evidente il bisogno di governare questa fase puntando su innovazione, digitalizzazione, sostenibilità, formazione. È proprio su questi temi che abbiamo deciso di incentrare la prossima edizione di Saie Bari a ottobre. Negli ultimi anni il nostro salone ha cambiato pelle, unendo alla tradizionale esposizione dei migliori prodotti, iniziative speciali, aree dimostrative e momenti di incontro non solo tra gli operatori del settore, ma anche con le istituzioni. Il 75% delle aziende ritiene essenziale allargare la propria rete di contatti e Saie è il luogo ideale per coltivare connessioni con imprese, professionisti e gli altri stakeholder. È anche in quest’ottica che, nel 2019, abbiamo scelto Bari come punto di ritrovo della filiera con una focalizzazione sul mercato del Centro Sud Italia e dei Paesi del bacino del Mediterraneo. Una scommessa pienamente vinta, che ha trasformato l’edizione di Bari, in alternanza annuale con quella di Bologna, in una certezza per l’intero settore».

Il problema della manodopera
Per Piero Petrucco, vicepresidente nazionale dell'Ance e presidente designato della Federazione dei costruttori europei, «la carenza di manodopera anche nel settore delle costruzioni è un vero problema: secondo i dati elaborati dal centro studi Ance, solo le opere infrastrutturali legate al Pnrr richiedono almeno 65mila nuovi ingressi in due anni, di cui 11mila tecnici, e il sistema universitario italiano sforna ogni anno solo 7mila ingegneri e 5.800 geometri. Quindi una parte del problema andrà sicuramente risolta anche con progetti d'immigrazione mirata e qualificata». «Dobbiamo sicuramente ricorrere al lavoro dei migranti - ha proseguito - ma dobbiamo anche mettere in campo altri strumenti, le imprese devono fare la loro parte e lo stiamo facendo anche noi a livello di associazioni». Soffermandosi poi sul periodo che il settore italiano delle costruzioni sta attraversando, Petrucco ha detto che «è un periodo molto buono: è vero che sta finendo il boom dei bonus, ma ci sono molti progetti infrastrutturali legati al Pnrr e ai fondi di coesione che credo faranno sì che le nostre imprese per i prossimi tre o quattro anni non avranno certamente problemi di lavoro». Petrucco ha concluso dicendo che «tra gli altri problemi, accanto a quello del reperimento della manodopera, c'è l'aumento dei tassi, che crea una strozzatura nel credito».

Il riordino degli incentivi

Anche la Finco-Federazione industrie prodotti impianti servizi e opere specialistiche per le costruzioni, composta da 40 associazioni per oltre 14mila imprese e 120mila dipendenti con un volume di affari superiore ai 30 miliardi di euro, ritiene condivisibile l’idea di un complessivo riordino dei bonus edilizi con il maggiore accorpamento possibile delle aliquote, avendo come criterio guida quello della semplicità: sia gli utenti che la filiera dei “prescrittori” (progettisti eccetera) devono essere facilitati nella scelta della soluzione più sostenibile ma al contempo praticabile. Il Libro Bianco Finco-Enea del 2004 già registrava il 45% dei consumi energetici nazionali per costruzione e gestione edifici, con conseguente emissione di CO2. A livello europeo già si parlava del 40% di consumi nella versione 2010 della Direttiva Epbd (Energy Performance of Building Directive - progenitrice della Direttiva “Case Verdi” attuali). Il ricorso a strumenti di incentivazione della efficienza energetica è inoltre previsto dal programma Repower EU dello scorso febbraio 2023. La necessità di intervenire sull’efficientamento degli edifici è, quindi, evidente ed in questo senso va la proposta di revisione del Pnrr relativa alla quarta rata di pagamento e volta al rafforzamento dell’Ecobonus e del Superbonus. Gli interventi necessari e opportuni non devono, però, andare contro il principio della “Neutralità Tecnologica “e favorire, quindi, alcune soluzioni (e quindi categorie di operatori e prodotti) invece di altre. Necessario altresì garantire il giusto equilibrio tra interventi singoli e a “pieno edificio”, lasciando la scelta alle capacità/possibilità dei cittadini. Importante che il riordino dei bonus edilizi non diventi uno strumento per operazioni improprie come l’applicazione estensiva di alcuni contratti collettivi nazionali (come quello dell’edilizia, per esempio) ad attività che non sono strettamente edili, in nome di una “qualificazione” che non si ottiene con l’applicazione di un contratto generalista, ma di un Ccnl specifico per le attività svolte. È altresì necessario prevedere in alcune fattispecie la proroga degli istituti della cessione del credito e dello sconto in fattura. Gli interventi da prendere in considerazione secondo la Finco: gli interventi sull’intero edificio dovrebbero arrivare ad una detrazione del 90/80 % con miglioramento di due classi energetiche; per gli interventi “singoli” dovrebbero essere mantenute le attuali detrazioni del 50/65%, possibilmente unificandole al 60% . In ogni caso va ripristinato un contrasto di interesse tra acquirente e venditore. Per quanto riguarda l’installazione di serramenti: in ipotesi, si potrebbe pensare a un doppio binario con un recupero della detrazione in tre anni per interventi fino a 20mila euro e un recupero fino a dieci anni per interventi fino all’importo massimo attualmente previsto di 60mila euro. Vi è comunque la necessità che si effettuino controlli adeguati onde evitare che, come al solito, i comportamenti scorretti di pochi provochino un danno enorme a moltissimi, creando continue modifiche ed appesantimenti negli iter. In merito alla trasmittanza termica, si tratta una scelta tecnico-politica, non solo tecnica, e come tale dovrebbe rimanere senza arrivare alla richiesta di prestazioni eccessive, il cui costo-beneficio potrebbe non essere bilanciato. Il problema, in questo momento, non è la trasmittanza dei serramenti, già molto performante, quanto, per esempio, la capacità tecnica dei posatori che incide molto sulle prestazioni dei serramenti. Per questa ragione si potrebbe ipotizzare una maggiore aliquota di detrazione o un minore tempo di recupero fiscale, anche a fronte di importi più elevanti, nel caso in cui gli interventi vengano eseguiti in conformità alla norma Uni 11673 parti 1, 2, 3 e 4. Gli incentivi per “finestre comprensive di infissi” andrebbero riportati al 65% anche se non trainati. Analogamente per gli incentivi per schermature solari (che andrebbero riportati al 65% anche se non trainati). Dovrebbero essere previsti incentivi per impianti e sonde geotermici e per teleriscaldamento efficiente. Necessari incentivi anche per la riduzione di consumi idrici e l raccolta/riutilizzo delle acque meteoriche. Per quanto riguarda i condomini, dovrebbero essere consentiti quorum che facilitino decisioni nelle assemblee condominiali con possibilità di prestiti garantiti, oltre che di sconto in fattura, per i cittadini incapienti. La ripartizione delle detrazioni dovrebbe essere compresa in un periodo da tre a dieci anni o, eventualmente, in tempi più brevi, sempre a scelta del contribuente, per interventi di basso importo. Necessario chiarire che, per “superamento di barriere architettoniche”, si intende qualsiasi forma di intervento idoneo a migliorare la fruibilità del costruito, ivi incluse le motorizzazioni di chiusure e schermature solari, da parte di soggetti con funzionalità limitata/ridotta. Molto importante anche prevedere specifiche forme di incentivo in merito alla installazione/sostituzione dei contabilizzatori di acqua e calore. A parità di aliquota di detrazione è necessario garantire lo sconto in fattura solo per alcune categorie di cittadini particolarmente disagiate con reddito Isee fino a 30mila euro. Va prevista la presenza delle insegne di esercizio e le dotazioni fisse a esse afferenti tra gli interventi impiantistici specialistici ammessi a forme di sostegno, come l’esclusione dal reddito di impresa, con aliquote crescenti in caso di alimentazione con pannelli fotovoltaici, di utilizzo di materiali riciclati, etichettature energetiche o componentistica europea. Inoltre, con riferimento alla ex legge n. 124 del 7 agosto 2015, le pratiche autorizzative di adeguamento dell’edificio, dovrebbero già comprendere l’efficientamento dell’insegna di esercizio, senza bisogno di ulteriori permessi e autorizzazioni.





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