mercoledì 17 maggio 2023
Grazie alle provvidenze statali. Assindatcolf mette a confronto i sostegni alle famiglie e chiede un aumento della deducibilità delle spese
Baby sitter

Baby sitter - ANSA

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Un semplice confronto con la Francia dà la misura immediata di ciò che servirebbe al nostro Paese per sostenere davvero le famiglie e provare a incidere sulla natalità. In Italia, infatti, una baby sitter che si occupi dei bambini 4 ore per 5 giorni a settimana da contratto costa 9.685 euro l’anno comprensivo dei contributi. Ad oggi è prevista la possibilità di dedurre i soli contributi, in questo caso 1.227 euro, che alla massima aliquota producono uno sconto d’imposta di 527 euro. Al mese, dunque, il costo reale per le famiglie è di 763 euro. In Francia, la stessa baby sitter ha un costo mensile lordo più alto – 1.582 euro sempre per 20 ore settimanali – ma grazie a bonus e crediti d’imposta immediati alle famiglie rimane un costo netto di soli 283 euro al mese per redditi fino a 15mila euro l’anno e di 375 euro fino a 35mila euro di reddito del datore di lavoro. Inoltre, una piattaforma digitale agevola tutte le operazioni e garantisce una maggiore trasparenza dei rapporti di lavoro, rendendo davvero meno conveniente il “nero”. Più difficile il paragone Italia-Francia riguardo alle badanti, a causa della difformità dei contratti. Si può rilevare però che Oltralpe il costo lordo assai elevato viene ben più che dimezzato, grazie alle provvidenze statali, mentre da noi, oltre alla deduzione dei contributi è prevista solo una detrazione sui salari corrisposti che arriva al massimo a 399 euro l’anno. Praticamente nulla rispetto ai 18.639 euro di spesa lorda media.

Questo confronto Italia-Francia sarà al centro oggi di un convegno organizzato a Roma, presso la sala della stampa estera, da Assindatcolf ed Effe (European Federation for Family Employement & home care) in cui l’associazione datoriale tornerà a chiedere un più deciso intervento dello Stato a favore delle famiglie che impiegano regolarmente personale di cura, contribuendo così anche ad abbattere il tasso di irregolarità del settore, stimato addirittura al 52%.

«Il confronto tra Italia e Francia mostra chiaramente come gli incentivi sociali e fiscali siano fondamentali per rendere questi servizi accessibili a tutte le famiglie, in particolare quelle a basso reddito – spiega il presidente dell’Assindatcolf, Andrea Zini –. La nostra richiesta è che le famiglie possano portare in deduzione l’intero costo (stipendi e contributi) del lavoro domestico regolare di baby sitter e badanti».

Se si potesse portare in deduzione l’intero costo (non solo i contributi ma anche le retribuzioni, ferie, tredicesima e tfr) per la baby sitter a 20 ore settimanali, calcola l'Assindatcolf, si potrebbe determinare un risparmio per le famiglie di circa 4mila euro l’anno nel caso di redditi fino a 35mila euro, o di 2.100 euro in presenza di redditi fino a 25mila euro, scendendo addirittura sotto la no tax area nel caso di reddito fino a 15mila euro. Per una badante assunta per assistere una persona non autosufficiente a tempo pieno (54 ore settimanali) ed in regime di convivenza oggi la famiglia spende 18.639,88 euro l’anno (16.224,24 retribuzione + 2.414,88 contributi). In questo caso il datore oltre alla deduzione dei contributi versati per un massimo di 1.549,37 euro, ha anche diritto a portare in detrazione una minima parte della retribuzione (il 19% di 2.100), ovvero 399 euro su 16.224,24 euro. Se venisse introdotta la totale deduzione del costo potrebbe arrivare a risparmiare circa 3.700 euro nel caso di un reddito fino a 25mila euro, quasi 4.500 euro in presenza di un reddito fino a 35mila euro o, addirittura scendere sotto la no tax area nel caso di redditi che non superano i 15mila euro annui.

Importi che sarebbero decisivi per le famiglie. Ma, per ora, dal Decreto lavoro è stato eliminato il raddoppio della soglia di deducibilità attuale. Le occasioni per mettere mano a questa materia, però, non mancano: dal Family Act alla Delega fiscale e a quella sulla non autosufficienza. Alle famiglie arriveranno nuovi sostegni concreti?


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