martedì 30 agosto 2011
La ricerca rileva che «i Centri per l'impiego hanno "piazzato" solo tre persone su 100, per lo più appartenenti a categorie protette». Invece, Agenzie di somministrazione, società di ricerca del personale, scuole e università «rappresentano realtà in crescita (circa il 7%, ma il 13,5% per i giovani)».
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«La raccomandazione di amici e parenti continua a essere in Italia il mezzo principale per trovare lavoro». È quanto rileva l'Isfol, l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, nella nota informativa Canali di intermediazione e ricerca di lavoro. Secondo lo studio, che si basa sui dati Plus 2010, (l'indagine realizzata dall'Istituto su un campione di 40mila individui tra i 18 e i 64 anni), «il 30,7% degli occupati ha ottenuto il proprio impiego attuale grazie alla segnalazione di un qualche conoscente». Inoltre, spiega l'Isfol, «tra i più giovani la "spintarella" ha riguardato addirittura quattro casi ogni dieci». Guardando alla tendenza, sottolinea, «il fenomeno risulta in crescita nel tempo, soprattutto per la componente meno istruita e tanto più laddove il lavoro scarseggia». Mentre, aggiunge l'Istituto, «i contatti nell'ambiente lavorativo, pari al 7,5%, rappresentano un altro aspetto dell'intermediazione informale, interpretabile però in termini positivi». Infatti, precisa, «non si tratta della classica raccomandazione, ma di relazioni professionali alimentate dalla reputazione, il merito o anche il semplice passa-parola».Per il resto, rileva la ricerca «i Centri per l'impiego hanno "piazzato" solo tre persone su 100, per lo più appartenenti a categorie protette». Invece, Agenzie di somministrazione, società di ricerca del personale, scuole e università «rappresentano realtà in crescita (circa il 7%, ma il 13,5% per i giovani)».
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