mercoledì 17 maggio 2023
Dopo la pandemia è regolamentato in 26 contratti collettivi nazionali e in 177 accordi aziendali. Una guida per gestirlo. Assunzioni in diversi settori
Una lavoratrice in smart working

Una lavoratrice in smart working - Ansa

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La fine dello stato di emergenza internazionale non cancella il Covid che, avverte l'Oms-Organizzazione mondiale della sanità, non si potrà eradicare e neppure fa scomparire in automatico alcune misure. Al momento sono in piedi fino al 31 dicembre 2023 le norme sullo smart working per lavoratori fragili, pubblici e privati, anche senza accordo individuale. Il lavoro agile è regolamentato in 26 contratti collettivi nazionali e in 177 accordi aziendali. Lo segnala Unimpresa nel corso della riunione dell'Osservatorio lavoro agile al ministero del Lavoro. Dall'analisi dei contratti collettivi e dei contratti di secondo livello emerge inoltre che il lavoro agile è configurato anche come metro di misura valutativo nel welfare aziendale e che gli argomenti principali connessi sono il diritto alla disconnessione, la privacy, l'orario di lavoro e la retribuzione. Secondo quanto emerso durante la riunione dell'Osservatorio, argomenti come orario di lavoro e retribuzione vanno definiti nell'ambito della contrattazione nazionale e aziendale, mentre i temi afferenti alla privacy sono già ampiamente regolamentati in ambito aziendale. Quanto al controllo da remoto del lavoratore, è stato ritenuto opportuno un ulteriore approfondimento in relazione al rispetto della legge 300 del 1970 (articolo 4) e comunque l'Osservatorio si propone di predisporre un regolamento generale con indicazioni oggettive. «Il lavoro agile è prima di tutto un cambiamento culturale nel mondo del lavoro e, come spesso avviene, si verificano casi di aziende che spingono per l'utilizzo di tale strumento, mentre altre, invece, appaiono più riflessive e meno propense a sfruttare questa opzione. Una situazione tipicamente italiana, a "macchia di leopardo" - spiega il consigliere nazionale di Unimpresa e responsabile delle relazioni industriali Marco Pepe, membro dell'Osservatorio lavoro agile -. Da rilevare inoltre che non di rado sono proprio le figure che ricoprono ruoli di responsabilità a rallentare l'introduzione e l'utilizzo di questo strumento lavoro. Quest'ultimo, interessante atteggiamento è dovuto spesso ad una perdita dei riferimenti tipici nell'ambito dell'organizzazione del lavoro. Nelle imprese più piccole, poi, il lavoro agile viene sfruttato per lo più come un mezzo per ridurre i costi e le spese vive, tra le quali le locazioni degli uffici, i servizi e altre spese correlate. L'Osservatorio è un formidabile strumento di analisi poiché consente di monitorare gli effetti degli atteggiamenti mentali che i protagonisti del lavoro assumono dinanzi a un nuovo modo di organizzare il lavoro, seguendone l'evoluzione, tenendo conto della sempre maggiore diffusione di questo strumento in diversi Paesi nel mondo».

La storia del lavoro agile in Italia

Lo smart working nasce come concetto legato alla libertà di poter lavorare nel modo più produttivo possibile, riuscendo a conciliare in questo schema la vita privata. Spesso si confonde con il telelavoro o il lavoro da remoto. L’idea nasce e si sviluppa in Olanda negli anni ’90, quando si pensava che la tecnologia potesse mettere tutto il mondo in comunicazione, senza necessità di essere fisicamente vicini. Dopo svariate prove, a volte anche fallimentari, il concetto matura nel tempo. La crescita dei lavoratori agili è talmente consistente e costante che anche il Parlamento Europeo, con la risoluzione del 13 settembre 2016, afferma il suo sostegno a questa pratica, ponendo l’accento sui benefici conclamati per aziende e lavoratori. Mentre l'Italia lo recepisce dal 2017, anno in cui lo Stato disciplina tale forma di svolgimento delle attività lavorative attraverso la legge 81. Il testo lo definisce come «una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa». Per certi versi, poter stare a casa senza recarsi ogni giorno in ufficio, avere una maggior autonomia e flessibilità nell’organizzazione del lavoro è sempre il sogno di tante persone. Nonostante se ne parli spesso, guardando con un pizzico di ammirazione quei Paesi e aziende in cui lo smart working è una prassi da tempo, in Italia le cose procedono a rilento. Anche se non mancano esempi di aziende virtuose, che già da prima della pandemia hanno istituito e usano con successo questa pratica. Si tratta però per lo più di grandi aziende, mentre pubblica amministrazione e piccole medie imprese sono rimaste sempre un po’ tagliate fuori dal fenomeno. Nonostante ciò il numero dei lavoratori agili, che nel 2019 arrivano a quota 570mila, continua a crescere. Con la pandemia anche la Pa e le pmi italiane sono costrette a utilizzare il lavoro agile per i propri dipendenti. Mentre una specificità evidente delle imprese a controllo estero è l'elevato utilizzo dello smart working, con quote superiori al 60%, un valore ampiamente più alto di quello delle altre tipologie di imprese, anche con riferimento alle sole grandi aziende.

Con lo smart working cresce lo stress per le donne

Risparmio dei tempi per gli spostamenti e più tempo per sé stesse, ma anche assenza di un confine tra lavoro e vita privata, difficoltà a staccare e sovraccarico mentale. Lo smart working può diventare un motivo in più di stress per le donne, chiamate a conciliare famiglia e professione. A sottolinearlo è stato il ministro della Salute Orazio Schillaci. La salute della donna è spesso anche legata alle condizioni di lavoro. La pandemia ha ampliato l'utilizzo del lavoro agile ma, se per molti è una scelta consapevole, per altri è invece imposto. «Lo smart working ha rivoluzionato, specialmente negli ultimi anni, la vita di molte donne. Lavorare da casa, però, significa farlo spesso in spazi piccoli dove ai doveri lavorativi si sommano quelli familiari, aumenta il livello di stress e richiede interventi di tutela della salute a garanzia del benessere psicofisico», afferma il ministro. Durante la pandemia, ricorda Schillaci, «abbiamo assistito a un calo significativo degli screening oncologici e per questo siamo impegnati per recuperare i ritardi accumulati attraverso campagne di sensibilizzazione». Secondo le stime, nel 2022, oltre 55mila donne in Italia sono state colpite da tumore al seno. Sono tanti i motivi che frenano le donne dall'eseguire i controlli. «È importante spiegare a chi ha paura di fare la mammografia - sottolinea Riccardo Masetti, fondatore di Komen Italia e direttore dell'Unità di Chirurgia Senologica del Policlinico Gemelli Irccs di Roma - che si tratta di un esame innocuo, con i nuovi macchinari il livello di radiazioni è irrisorio. Molte sono poi le donne che non fanno i check-up oncologici per la paura, inconscia, di scoprire qualcosa».

Pubblica amministrazione e lavoro agile

«Rifiuto categoricamente la distinzione sullo smart working che andrebbe bene per le altre organizzazioni e non per la pubblica amministrazione. Non vedo perché uno strumento che funziona nelle altre organizzazioni non debba funzionare nella Pa». Lo dice il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, sottolineando che quest'anno i lavoratori dell'amministrazione in smart sono stati 560mila e che la previsione per il 2023 è che siano quasi 700mila: «È un impegno che ci siamo presi. La Pa non è diversa dalle altre organizzazioni. Dobbiamo usare gli strumenti in modo corretto. Nella modalità normale di lavoro c'è una forte connotazione di controllo. Nello smart working c'è un rapporto di fiducia che si consolida e la necessità di impostare l'attività lavorativa per obiettivi. Bisogna però avere chiara una cosa, che il ricorso allo smart working non può e non deve tradursi in un danno nel rapporto con i nostri utenti: cittadini e imprese. Una ricerca dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano rileva che nel 2022 in Italia il lavoro da remoto continua a essere utilizzato da circa 3,6 milioni di lavoratori, nonostante sia in lieve calo (500mila in meno) rispetto allo scorso anno. La Pa, in particolare, passa dal 67% al 57% degli enti, con in media otto giorni di lavoro da remoto al mese. Il diverso modo di lavorare e l’evoluzione futura dei modelli di smart working implicano un ripensamento degli spazi finalizzati a favorire sia il rientro in ufficio, che nel 45% delle Pa ha incontrato resistenze da parte dei lavoratori, sia la collaborazione con colleghi. Anche se lentamente, il 25% della Pa ha già effettuato degli interventi di modifica degli ambienti o lo sta facendo in questi mesi e in prospettiva futura sono previste o in fase di valutazione iniziative simili nel 21% delle Pa. Analizzando il benessere dei lavoratori sia dal punto di vista psicologico che relazionale, la ricerca rinforza la tesi che la revisione del modello organizzativo accresca il benessere delle risorse umane: i lavoratori che manifestano i livelli più elevati di benessere sono gli smart worker, tra i quali il 13% risulta pienamente ingaggiato, mentre i lavoratori remote non smart, privi di flessibilità ulteriori oltre a quelle di luogo di lavoro, risultano avere minore benessere e un livello di engagement molto basso (6%), inferiore non solo ai veri smart worker ma anche ai lavoratori on-site (12%).

"Guida pratica al lavoro agile"

Guida pratica al lavoro agile è la pubblicazione operativa e completa per stipulare e gestire accordi di smart working realizzata da Adapt University press. «Il lavoro agile - precisa Matteo Colombo, direttore di Adapt University press - rappresenta una modalità innovativa con la quale organizzare il lavoro, che non coincide con il semplice "lavorare da casa". Per attivarlo è quindi necessario tenere a mente diversi elementi, che non si riducono alla sola sottoscrizione di un accordo individuale o collettivo. Indubbiamente la pandemia ha generato un ampio ricorso allo smart working, favorito anche da una disciplina emergenziale dedicata. Negli ultimi anni abbiamo quindi potuto osservarne la diffusione crescente, seppur non sempre accompagnata da quell'attenzione organizzativa, riguardo alla specificità dei diversi settori e contesti lavorativi, che pure sarebbe necessaria, col rischio già richiamato di spostare presso altro domicilio la stessa modalità organizzativa utilizzata in caso di lavoro in presenza. Questa nuova guida pratica al lavoro agile giunta alla sua III edizione, vuole quindi offrire alle imprese, ai consulenti, agli operatori del mercato del lavoro e agli stessi lavoratori una pubblicazione completa e dal taglio operativo per stipulare e gestire accordi di smart working, cogliendo l'opportunità di pensarlo e concretamente implementarlo quale innovativa modalità gestionale. Particolare attenzione è dedicata, oltre che alla normativa vigente, alle indicazioni fornite dalla contrattazione collettiva, nazionale ma soprattutto aziendale, che spinta soprattutto dall'emergenza pandemica ha fornito indicazioni e specifiche linee guida per l'accesso al lavoro agile e per la sua gestione. Il volume è disponibile sul sito di Adapt University press, su Amazon e sulle altre principali piattaforme per l'acquisto on line o può essere ordinato in libreria».

Assunzioni in diversi settori

L’assemblea dei soci di Rina, multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, ha approvato il bilancio 2022 che vede i ricavi netti al 31/12/2022 pari a 664 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto al 2021. L’azienda, inoltre, ha presentato il nuovo piano strategico al 2027 confermando le principali direttrici incentrate su transizione energetica ed Esg, con un obiettivo di ricavi organici di circa 1,25 miliardi di euro. Il piano è sostenuto da una crescita in tutti i settori di riferimento, dalla consulenza ingegneristica al Testing, Inspection & Certification (Tic), e mira a una espansione sia in Italia sia all’estero (in particolar modo negli Usa, nel Regno Unito, in Medio Oriente e in Asia). L'azienda sosterrà questo piano di sviluppo con una crescita organica importante: entro il 2027, difatti, la previsione è di assumere in tutto il mondo più di 1.800 profili specializzati in discipline tecniche e che saranno i protagonisti dello sviluppo digitale del Gruppo. Tra i profili più ricercati: ingegneri ambientali e informatici, project manager e laureati in ambito economico. In seguito a un importante intervento di ristrutturazione, è stata inaugurata la nuova sede di Seingim a Ceggia (Venezia), luogo in cui nel 1997 è nato il Gruppo di ingegneria multidisciplinare e che ha sempre avuto un ruolo centrale, nonostante la forte spinta all’internazionalizzazione intrapresa negli ultimi anni. L’headquarter sorge in una villa storica costruita ai primi del ‘900 nel centro cittadino, luogo molto amato dagli abitanti di Ceggia, che grazie a questo recupero è tornato ad assumere un nuovo ruolo per tutta la comunità. I nuovi uffici hanno permesso di raddoppiare il numero di postazioni disponibili, così da adeguarsi all’ambizioso piano di assunzioni previsto dall’azienda. Il rilancio della sede, infatti, fa parte di un ampio piano di investimenti in Italia e all’estero, che porterà il Gruppo a raggiungere ricavi per oltre 100 milioni di euro nel 2026, di cui il 30% all’estero. È previsto inoltre un ingente piano di assunzioni, che riguarderà 200 nuovi inserimenti, di cui la metà in Italia nell’anno corrente (54 assunzioni già effettuate nei primi mesi del 2023, 80 a Ceggia nei prossimi due anni). Accordo tra Regione Lombardia e strutture sanitarie private per il reclutamento del personale sanitario qualificato per continuare a garantire l'operatività del Servizio di emergenza urgenza extraospedaliera. È quanto prevede una delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore al Welfare Guido Bertolaso. «Questo accordo - ha dichiarato l'assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso - ci consente di avviare un'importante fase di reclutamento del personale medico e infermieristico utilizzando anche le strutture sanitarie private. Questo perché negli anni scorsi, per la gestione del servizio di emergenza urgenza extraospedaliero, abbiamo dovuto fare i conti con la crescente difficoltà di reclutamento del personale sanitario. Il passaggio successivo sarà la firma delle convenzioni tra Areu e le stesse strutture che darà poi vita alla fase di accesso del personale sanitario delle strutture ospedaliere private accreditate al sistema di emergenza urgenza regionale». Gli erogatori privati per sottoscrivere la convenzione devono possedere determinati requisiti: avere natura giuridica di Fondazione e/o Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) livello delle scuole di specialità in anestesia e rianimazione e medicina di Emergenza Urgenza. Il personale medico e infermieristico dovrà possedere specifiche competenze specialistiche ed esperienza professionale nell'area dell'Emergenza Urgenza, comprovate da Areu. Diffondere la passione per la danza tra i più piccoli per poterli stimolare e avvicinare a un’arte che da sempre è considerata un vero e proprio elisir del buonumore. È con questo obiettivo che l’artista Morgana Rosano, ideatrice del canale Youtube per bambini Morgana & Mirko e autrice di Morgana & Mirko e il magico mondo della danza con Lorelay, presenterà il proprio libro edito da Kimerik nel contesto del Salone del Libro di Torino in via Nizza 294, il 20 maggio ore 11 al padiglione 3 e stand 31. Le attività di Rosano, artista di Latina, non si esauriscono al Salone del Libro di Torino. Anche coreografa, direttrice creativa e titolare della scuola di danza Morgan Roses Show Academy, Morgana Rosano ha fondato e portato avanti negli anni il lavoro della compagnia teatrale La Fuente De L’Alma. Proprio per questo, ad oggi, la compagnia è alla ricerca di nuovi artisti da assumere tra ballerini, attori e musicisti per la preparazione dei prossimi spettacoli teatrali in arrivo nei prossimi mesi. «Puntiamo a trovare nuovi talenti da poter inserire nel nostro corpo di ballo - dichiara Rosano - per riuscire a portare sui prossimi palchi, grandi sorprese per il nostro pubblico. Cerchiamo ballerini e ballerine; attori che sappiano cantare di età tra i 25 ai 34 anni e, al momento, stiamo anche cercando percussionisti uomini da assumere all’interno della nostra compagnia. Uno dei requisiti fondamentali per i candidati è vivere a Roma o dintorni. Per le candidature, gli artisti possono inviarci a compagnialafuentedelalma@gmail.com un video in cui si presentano e si esibiscono. Il nostro obiettivo è trovare nuovi giovani talenti per poter portare a teatro spettacoli sempre più ricercati e divertenti».






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