domenica 28 febbraio 2021
Sono circa un’ottantina le realtà che hanno aderito al nuovo progetto di Inecoop in collaborazione con Progetto Policoro e Università Lumsa per favorire l’occupazione
Cerimonia di consegna delle lauree brevi in Bocconi

Cerimonia di consegna delle lauree brevi in Bocconi - Fotogramma

COMMENTA E CONDIVIDI

Dalla produzione di caffè biologico in cialde ai centri diurni, alle aziende agricole. Sono circa un’ottantina le realtà del Mezzogiorno che hanno aderito a Terza Via, il progetto promosso e pensato da Inecoop, l’Istituto Nazionale per l’Educazione e la Promozione Cooperativa, in collaborazione con Progetto Policoro e Università Lumsa. L’idea è stabilire un raccordo tra imprese del terzo settore e laureati o laureandi tra i 18 e i 28 anni, perché le prime possano innovarsi ed aprirsi a nuove professionalità e i secondi possano pensare a come formarsi nello specifico per lavorare nel mondo del volontariato e dell’impresa sociale. Bari, Taranto, Palermo, Sorrento, Castellammare di Stabia e Vico Equense sono le realtà direttamente interessate, in cui offerta e domanda si incontreranno. «Abbiamo già concluso una prima fase operativa che prevedeva la ricerca delle imprese che volevano essere parte del progetto e qui è arrivata la prima sorpresa – racconta Rosella Tegas, uno dei due referenti per la Puglia – perché in molti si sono messi a disposizione. Le aziende potevano decidere perché aderire: se partecipare a webinar formativi specifici per il terzo settore, se farsi seguire dai giovani nella creazione di progetti calibrati su un bisogno, un’idea, un’esigenza che hanno per la loro attività o in ultimo se richiedere nuove figure professionali per incrementare le loro aziende, sperando di trovare ragazzi entusiasti e motivati. Ebbene l’ottantina di imprese che partecipano, ha optato per la seconda o terza opzione, mettendo al centro proprio i ragazzi, la loro innovatività in tema di sociale». Inutile nascondere che non sia tutto facile.

La pandemia ha scompaginato la situazione ma resta salda la volontà di continuare ad investire nel terzo settore. «Quando abbiamo cominciato a contattare le imprese – racconta Tegas – nell’autunno del 2019, la situazione era completamente diversa. Oggi ti dicono con franchezza che per l’inserimento lavorativo, oltre forme di collaborazione, almeno all’inizio, non si potrà andare. Lo scenario economico con il Covid19 è cambiato ma anche se non si parte da contratti 'classici', il periodo è proficuo per le aziende, per capire cosa serve per crescere, innovarsi e superare la crisi e per i ragazzi, che possono formarsi sulla base di queste specifiche esigenze e conoscere tutte le opportunità che offre il codice del terzo settore e la normativa sul lavoro. Nelle prossime settimane partiremo con i webinar e il percorso per tutti si concluderà a dicembre, in un evento finale: 'La Borsa del terzo settore'». Nel corso dell’anno si svolgeranno anche incontri per raccontare ai ragazzi le buone prassi di attività ormai radicate nel settore. «In più – conclude Rossella Tegas – parallelamente, sui social e sul nostro sito (www.terzavia.eu) è attiva la 'bacheca delle opportunità', a cui possono attingere tutti, a prescindere da chi partecipa al progetto Terza Via. Lì inseriamo informazioni su finanziamenti legati all’economia sociale ma anche bandi, possibilità di tirocini, articoli sul tema della formazione e dell’innovazione sociale».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI