giovedì 25 novembre 2021
Al via l’11ma edizione del Festival della Dottrina sociale dedicata alle sfide sociali ed economiche del post-Covid. Quattro giorni di dibattiti. Tra i relatori il presidente della Cei Bassetti
Festival della Dottrina sociale a Verona: la speranza antidoto al virus
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Un invito al cambiamento che parta dalle piccole cose e abbia come orizzonte la costruzione del bene comune dopo la 'frattura' causata dalla pandemia. È questo l’invito che arriva dal Festival della Dottrina Sociale, dal titolo evocativo «Audaci nella speranza, creativi con coraggio », che si apre stasera e si concluderà domenica 28 novembre presso il Palaexpo Verona Fiere. Quattro giorni di dibattito e confronto etico su temi di attualità, politica ed economia.

Si parlerà delle sfide che ci attendono nel post pandemia, sfide alle quali è dedicato anche il videomessaggio di papa Francesco, trasmesso in apertura alle 20,45 insieme ad un messaggio dell’arcivescovo di Canterbury. A seguire i saluti istituzionali del sindaco Federico Sboarina, di monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona e di Alberto Stizzoli, presidente di Fondazione Segni Nuovi. A seguire il dibattito con il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e Giulio Tremonti, docente ed economista, che sarà moderato dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Nelle tre giornate suc- cessive si parlerà di istruzione e formazione, delle difficoltà affrontate da insegnanti, genitori e studenti. Tra i relatori i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi, per le disabilità Erika Stefani e per le Pari opportunità Elena Bonetti. Il Festival – organizzato dalla Fondazione Segni Nuovi e arrivato alla sua undicesima edizione – è ormai un appuntamento fisso. «Costruire insieme, non lavorare contro, non distruggere, evitare i personalismi, svegliare il bene della comunità».


A Verona si discuterà su temi di attualità dalla scuola alla salute
L’emergenza può trasformarsi in un’occasione
per riprogettare il bene comune e guardare con fiducia al futuro
Un videomessaggio di papa Francesco aprirà stasera i lavori

Le parole pronunciate da monsignor Adriano Vincenzi in occasione di un’edizione del Festival continuano ad essere attuali oggi, in un mondo provato da quasi due anni di pandemia. È crollata l’illusione di una società del benessere perenne, basata su un modo di vivere individualista ed egoistico. L’invito è quello di ritrovare la speranza. Che non vuol dire coltivare la nostalgia del passato, cercando di tornare il più velocemente possibile alle abitudini di prima, ma avere la consapevolezza che è necessario un cambiamento e che le difficoltà possono essere occasione di profonde e proficue trasformazioni. Necessarie per lasciare alle nuove generazioni un mondo migliore: non a caso il cui logo del Festival è il disegno un papà che tiene sulle spalle il figlio. La speranza è vista come un impegno comune, l’arte di cogliere le occasioni e attivare la capacità di rispondere a ciò che accade, e non a quello che vorremmo accadesse. Ad imparare dalla tragedia dell’emergenza sanitaria, coltivando una speranza autentica e collettiva, in grado come ha detto papa Francesco in un’omelia a Casa Santa Marta, di “buttare l’ancora all’altra riva”. Consentendo, con creatività e coraggio, la progettazione: intesa come la capacità di proiettarsi oltre il presente, verso il futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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