mercoledì 18 giugno 2014
A pensarlo è anche circa un quarto della popolazione europea. I risultati dell'indagine registrano una generale necessità di semplificazione degli strumenti europei di riconoscimento delle abilità e delle qualifiche, per renderli più coerenti e più agevoli.
Per il 52% degli italiani la scuola non prepara al lavoro
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L'istruzione scolastica e la formazione, a tutti i livelli, non sono ancora sufficienti per una corretta introduzione al mondo del lavoro. A pensarlo è circa un quarto della popolazione europea e oltre la metà degli italiani (il 52%) sopra i 15 anni, secondo l'ultima indagine rilasciata dall'Eurobarometro sullo Spazio europeo delle abilità e delle qualifiche". In Italia, il 35% degli intervistati non crede che l'educazione ricevuta fornisca le adeguate competenze per trovare un lavoro, colpa spesso della scarsa abilità degli insegnanti e dell'ambiente scolastico di coinvolgere e stimolare gli studenti, secondo il 49% degli italiani. Anche a livello europeo, questo è l'aspetto che, per gli  intervistati, richiede i maggiori miglioramenti (51%). Ciò che la  scuola non insegna, lo si può apprendere attraverso un'esperienza lavorativa (per il 60%) o uno stage (50%), ma resta il fatto che il 58% degliintervistati italiani (media Ue 69%), insieme a quelli di Portogallo e Ungheria, non crede che tutte  le competenze acquisite in diverse modalità aiutino poi ad avere una qualifica professionale. In sostanza, se il 73% dei cittadini europei è rimasto soddisfatto del proprio percorso scolastico/accademico e crede che le competenze siano da cercare anche al di fuori delle mura scolastiche, Italia (35%), Spagna (38%) e Grecia (43%), sono meno d'accordo. Questo datopotrebbe far credere che molti connazionali decidano quindi di partire per andare all'estero a studiare, ma in realtà il numero degli espatriati italiani, per studio, lavoro e stage, è al di sotto della media Ue, il 26% contro il 30%. Uno dei problemi è il riconoscimento a livello europeo dellequalifiche ottenute nel proprio Paese. Sebbene in  Italia il 42% è consapevole della possibilità di veder riconosciuti i suoi studi in Ue, i risultati dell'indagine registrano una generale necessità di semplificazione degli strumenti europeidi riconoscimento delle abilità e delle qualifiche, per renderli più coerenti e più agevoli.
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