venerdì 1 giugno 2018
Oltre un milione di addetti e più di 300mila imprese devono fare i conti anche con la reputazione digitale. Cattarossi (Groupon): il contatto umano e la qualità restano importanti
La ristorazione ai tempi dei social
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Il settore della ristorazione e del fuoricasa italiano riguarda oltre un milione di addetti e più di 300mila imprese, con un fatturato di oltre 80 miliardi di euro. Bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, pub, ma anche mense scolastiche ospedaliere e aziendali, grandi aziende della ristorazione commerciale multi localizzata, imprese della ristorazione collettiva, cooperative della ristorazione e stabilimenti balneari devono fare sempre più i conti con l'economia digitale e i social.

«Il mondo della ristorazione si è trasformato nel corso degli anni - spiega Nicola Cattarossi, managing director di Groupon Southern Europe -. Cosa ci aspettiamo dal futuro? In generale, i clienti prevedono la diffusione di ristoranti sempre più “smartizzati”, dove sarà possibile prenotare dal cellulare anche la posizione del tavolo (44%), pagare il conto via mobile (35%) e sedersi a tavoli “smart-touch” per visualizzare il menu e inviare l’ordine direttamene in cucina (32%). Si tratta sicuramente di innovazioni interessanti, che in qualche modo stanno già trasformando il mondo della ristorazione: il futuro è più vicino di quanto sembri. Curiosità particolari riguardano il futuro dei menù: il 26% degli italiani si aspetta menù personalizzabili al momento della prenotazione online, mentre il 18% vorrebbe menù rielaborati in base alle recensioni online – l’esperienza degli altri diventa così un vero punto di riferimento. Camerieri robot nel nostro futuro solo per l’1%: secondo gli italiani vince il contatto umano, anche in un futuro sempre più digitale. Non si tratta che tutti gli esercizi debbano avere un social media manager. La professionalità di ristoratori, cuochi e camerieri, oltre alla qualità del servizio e degli ingredienti resta fondamentale».

Lo sostiene un’indagine Doxa, commissionata da Groupon, che rivela come gli italiani vivono l’uscire a mangiare. Non solo sapori, scelta del ristorante e valutazione dei menu: la cucina e il mondo della ristorazione vivono anche di emozioni e sperimentazione, curiosità e innovazione, socialità e confort. Gli italiani amano mangiare, si sa. In media, escono a pranzo e/o cena sei volte al mese, una tendenza in crescita che vede solo un 16% dichiarare di farlo una sola volta al mese. In generale, anche se i nostri connazionali non possono rinunciare al buon cibo, ci sono anche particolari sensazioni e valori che associano all’uscire a mangiare. Più di un italiano su due dichiara infatti che l’esperienza di mangiare fuori è un momento di benessere personale, dove stare bene con se stessi e staccare la spina, un momento di coccola capace di dare conforto anche nelle giornate più difficili e lasciare così un bel ricordo. Segue al secondo posto l’uscire a mangiare come momento di socialità e relazione (30%) per godere della compagnia degli amici. Terzo posto per il menù (26%), perché il mangiare fuori è un momento di sperimentazione dove dare libero sfogo alla propria curiosità assaggiando piatti e sapori innovativi.
Uscire a mangiare non è quindi solo una questione di cibo: il 91% degli italiani dichiara infatti che in futuro si continuerà a uscire a mangiare per il piacere della compagnia - il diffondersi di servizi di consegne a domicilio non stravolgerà questa piacevole abitudine. È interessante osservare inoltre come l’atmosfera di un ristorante sia un fattore cruciale nella scelta di mangiare fuori: solo un italiano su dieci si sente infatti meglio a casa propria che al ristorante, perché preferisce un’atmosfera informale e familiare alla possibilità di spezzare la routine e cambiare ambiente. Per gli italiani sei volte su dieci un’uscita fuori a pranzo e/o cena avviene in compagnia di amici e anche in questo caso motivati dal desiderio di rilassarsi e socializzare, e a seguire sperimentare nuovi sapori e nuovi locali. Solo un 13% organizza una cena con amici dove il protagonista della serata sarà il cibo.

Secondo l’indagine, un fattore chiave oggi nella scelta del locale dove mangiare è rappresentato dagli ingredienti dei piatti a menù. Se da un lato gli italiani tendono sempre di più a scegliere piatti con ingredienti di alta qualità, dall’altro emerge oggi la necessità di stare attenti ad allergeni e intolleranze alimentari. Ma nel dettaglio, a cosa facciamo attenzione? Confermata l’attenzione verso la scelta di prodotti di qualità: al primo posto l’uso di alimenti stagionali/freschi (48%), seguito dall’uso di alimenti a km zero al secondo (39%) e l’uso di alimenti biologici/Dop al terzo (31%). Si classifica quarta l’attenzione a menù che sanno rispondere alle necessità di clienti con intolleranze e allergie (21%), comprensivi tra gli altri di piatti per celiaci o alimenti senza lattosio – un fattore questo che diventa ancora più importante per le nuove generazioni, nella fascia 18-34 anni.

«Come rivela la ricerca, e come confermano le scelte dei nostri utenti, il focus si è spostato dal “mangiare tanto” al “mangiare bene” – afferma il managing director di Groupon Southern Europe - e sta crescendo una maggiore consapevolezza nel nostro Paese rispetto al cibo di qualità. A conferma di questo trend, i menù dei ristoranti partner di Groupon si stanno evolvendo per andare incontro ai bisogni e desideri di una clientela sempre più varia ed esigente: si tratta di veri e propri “menù parlanti”, capaci di guidare la scelta del cliente dando voce alle tipologie di piatti offerti e alle diverse necessità personali».

Nonostante la nostra consolidata tradizione culinaria, sei italiani su dieci si dichiarano a favore della sperimentazione, anche quando si tratta di rivisitare le ricette classiche della cucina italiana. E quando si decide di andare fuori a mangiare, il 65% considera importante che il ristorante o lo chef propongano piatti diversi, innovativi - fino ad essere un po’ strani - una percentuale questa che cresce tra le donne. Solo il 3% degli italiani afferma di non essere per nulla incuriosito da piatti innovativi: amano la tradizione e non hanno intenzione di cambiare. Ma le curiosità non riguardano solo la sfera emozionale e i sapori: nove italiani su dieci confessano infatti di avere delle vere e proprie manie quando vanno al ristorante, trasformandosi così nell’incubo di ogni ristoratore. Al primo posto della classifica nessuna sorpresa: i locali rumorosi innervosiscono il 58% degli italiani. Segue il tavolo vicino alla toilette (47%): quasi la metà dei clienti confessa di non tollerare assolutamente quella posizione – magari si potesse scegliere anche il tavolo al momento della prenotazione! Terzo gradino del podio per la scomodità: quasi il 40% degli italiani dichiara di non sopportare il mangiare seduto su uno sgabellone. Al quarto posto si posiziona il non volere mai un tavolo vicino alla porta (35%) per evitare il freddo e le correnti, seguito dall’imbarazzo di mangiare da soli al ristorante (30%), una sensazione che riguarda soprattutto le donne e i giovani nella fascia di età 18-34 anni. Tra le altre simpatiche e inaspettate curiosità: l’11% degli italiani guarda con attenzione le mani dei camerieri, mentre il 7% deve poter vedere la cucina dal proprio tavolo, spinti dalla necessità di avere tutto sotto controllo. Solo il 2% dichiara di temere il posto all’angolo per paura di non sposarsi – siamo un popolo di romantici, il Principe Azzurro troverà comunque la strada giusta.

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