mercoledì 24 febbraio 2021
Più di 15mila procedure avviate nel secondo semestre del 2020. Il 66% riguarda immobili con un valore inferiore ai 100mila euro
Boom di case all'asta nel secondo semestre 2020

Boom di case all'asta nel secondo semestre 2020 - Fotogramma

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La crisi innescata dalla pandemia condiziona anche il settore degli immobili e fa volare il numero delle case e altri immobili che finiscono all’asta per mancanza di liquidità. Ad essere colpiti soprattutto i ceti medi. Il 66% delle abitazioni finite all’asta ha un prezzo inferiore ai 100mila, un altro 23% è compreso nella fascia tra 100mila e 200mila euro. E nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta certo di case di particolare pregio. Nel secondo semestre del 2020, in base al rapporto del Centro Studi Sogeea, presentato ieri in Senato, c’è stato un vero e proprio boom di case all’asta con una crescita del 63,5%. Le procedure avviate sono 15.146, a fronte delle 9.262 rilevate nella prima parte dell’anno. Un terzo delle abitazioni in vendita (5.798 unità) si concentra nel Nord che ha avuto un’impennata delle procedure forzate pari al 27,7%. Drammatica la situazione nel Mezzogiorno: quasi triplicate le aste nelle Isole (284%), più che raddoppiate nelle altre regioni (113%). «Il quadro che scaturisce è quello di un Paese che fatica tremendamente a uscire dalla crisi notevolmente aggravata dalla pandemia» ha spiegato nella sua relazione il presidente di Sogeea Sandro Simoncini ipotizzando un drastico aumento delle persone in difficoltà economico-finanziaria «anche se gli istituti di credito sono diventati meno aggressivi nei confronti di chi è in sofferenza, consapevoli che il valore degli immobili è drasticamente calato negli ultimi anni e, di conseguenza, un’asta non le farebbe comunque rientrare dei capitali erogati». Il report evidenzia inoltre che poco più di un settimo degli immobili oggetto dello studio, pari a 2.100 unità, è localizzato in Lombardia, una delle quattro regioni con una percentuale a due cifre in rapporto al totale nazionale. A seguire ci sono il Lazio (1727 immobili, con un +118% rispetto a luglio 2020), la Sicilia (1564 immobili, con +250%) e il Piemonte (1532 immobili, più del doppio rispetto al semestre precedente). «La stima del valore finanziario delle transazioni del secondo semestre, è di circa 1,5 miliardi di euro, di cui, tolte le spese per le procedure, sono circa 1,4 miliardi destinati alle banche. Si può approssimare a circa 160 milioni di euro il valore degli introiti per l’Erario con l’imposta di registro. Stimabile in circa un miliardo di euro, invece, l’ammontare delle ristrutturazioni che seguiranno l’acquisizione degli immobili» ha sottolineato Simoncini. Tra le curiosità il pignoramento e la vendita all’asta di quattro castelli, 15 ospedali e 8 teatri, ma il record delle categorie speciali degli immobili pignorati però va alla carità: ci sono ben 17 conventi. Le procedure in corso che riguardano alberghi, bed breakfast, motel, campeggi e simili sono state 128, a fronte delle 120 rilevate all’inizio di luglio 2020 (+7%). Anche in questo caso a pagare dazio sono soprattutto le realtà imprenditoriali di dimensioni contenute: il 55% dei complessi turistico-ricettivi finiti all’asta ha un prezzo inferiore al milione di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA Più di 15mila procedure avviate nel secondo semestre del 2020 Il 66% riguarda immobili con un valore inferiore ai 100mila euro Transazioni per un valore di 1,5 miliardi
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