giovedì 10 dicembre 2020
Altri 500 miliardi di euro per gli acquisti del Pepp, che andranno avanti almeno fino a marzo del 2022. Lagarde: l'economia potrà tornare a funzionare normalmente quando avremo l'immunità di gregge
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea

Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea - Ecb

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La Banca centrale europea ha rafforzato il sostegno straordinario all’economia della zona euro. I banchieri centrali riuniti nel consiglio direttivo hanno aggiunto altri 500 miliardi di euro al Pepp – il programma di acquisto di titoli pubblici e privati lanciato lo scorso marzo come prima reazione alla pandemia – e lo hanno prolungato di nove mesi: gli acquisti dovevano terminare a giugno del 2021, invece andranno avanti almeno fino a marzo del 2022. Poi si vedrà. I tassi di riferimento della banca centrale non cambiano: quello principale resta a zero, quello marginale allo 0,25%, quello sui depositi in negativo (-0,50%).

È la seconda volta che la Bce rafforza il Pepp: il programma era partito con una dotazione di 600 miliardi di euro, a giugno è stato incrementato a 1.350 miliardi e con la decisione di ieri raggiunge i 1.850 miliardi di euro. Dall’inizio del programma, la Bce ha comprato titoli per 700 miliardi di euro, di cui 118,2 miliardi sono titoli italiani. Non è scontato che sarà necessario spendere tutti i 1.850 miliardi, ha chiarito ieri il presidente Christine Lagarde, in ogni caso l’ammontare del “portafoglio” del Pepp non si ridurrà almeno per tre anni: quando i titoli vanno in scadenza, la Bce continuerà a reinvestire l’incasso per tutto il 2023. Nel frattempo proseguono al ritmo di 20 miliardi di euro al mese anche gli acquisti del quantitative easing “tradizionale”, che hanno raggiunto i 2.895 miliardi di euro a fine novembre.

Nonostante l’enorme quantità di denaro che la Bce sta iniettando nel sistema monetario, l’inflazione resta bassissima. Secondo l’ultimo aggiornamento delle stime degli economisti della banca centrale quest’anno l’inflazione della zona euro si fermerà allo 0,2% per poi salire all’1% nel 2021 e all’1,1%. Il 2% a cui l’indice dei prezzi della zona euro dovrebbe avvicinarsi, come previsto dal mandato della Bce, resta lontano e questo permette alla banca centrale di muoversi con una certa creatività monetaria.

Oltre al rafforzamento del Pepp, il consiglio direttivo ha deliberato di lanciare nella seconda metà del 2021 altre tre Tltro, le aste rivolte alle banche che possono ottenere liquidità a condizioni vantaggiose ma a patto di utilizzare il denaro per finanziare le imprese.

Le nuove stime degli economisti della Bce su inflazione e crescita del Pil

Le nuove stime degli economisti della Bce su inflazione e crescita del Pil - Ecb

Se il consiglio direttivo ha deciso di rafforzare gli stimoli è perché le condizioni dell’economia della zona euro sono peggiori di quanto si potesse sperare qualche mese fa. «Nonostante un rimbalzo più significativo del previsto nel terzo trimestre e incoraggianti sviluppi sul fronte dei vaccini, la pandemia pone ancora forti rischi sulla salute e l'economia dell'eurozona. Per il quarto trimestre è attesa una nuova contrazione dell'economia» ha spiegato il presidente Christine Lagarde in conferenza stampa.

Le previsioni sulla crescita del Pil nel 2021 sono state tagliate dal +5% di settembre al +3,9%. È invece migliorata la stima sul 2020, che dovrebbe chiudersi con un -7,3% invece che con il -8% indicato a ottobre. Il ritorno alla “normalità” economica è previsto per la fine del prossimo anno. «La Bce – ha detto Lagarde – ha buoni motivi per ritenere che a fine 2021 sarà raggiunta una sufficiente immunità di gregge che consentirà all'economia di tornare a funzionare normalmente».



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