venerdì 19 maggio 2023
La Banca centrale europea determinata nell'obiettivo di far calare il carovita al 2%. I rialzi dei tassi hanno portato a un crollo delle richieste di prestiti da parte di famiglie e imprese
La presidente della Commissione Europea Christine Lagarde

La presidente della Commissione Europea Christine Lagarde - Reuters

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Con l'attenuarsi della crisi energetica i governi dovrebbero ritirare le relative misure di sostegno "tempestivamente e in maniera concordata" per "evitare di spingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, rendendo necessaria una risposta di politica monetaria più risoluta". La Bce esorta così i governi nell’ultimo bollettino mensile in cui sottolinea che le “prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate da troppo tempo” e che quindi le decisione future del Consiglio direttivo "assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2 per cento nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario". Il che sembra confermare, almeno per ora, che la Bce non fermerà i rialzi dei tassi di interesse, proprio in chiave anti-inflazione.

Secondo la Banca centrale europea, nei Paesi dell’Unione "le politiche di bilancio dovrebbero essere orientate a rendere l'economia dell'area dell'euro più produttiva e a ridurre gradualmente l'elevato debito pubblico. Le politiche volte a migliorare la capacità di approvvigionamento dell'area dell'euro, soprattutto nel settore energetico, possono inoltre contribuire a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo".

La Bce evidenzia poi che il Pil dell'area dell'euro nel primo trimestre dell'anno è salito dello 0,1%, dopo aver ristagnato alla fine del 2022, e "i dati che finora sono stati resi disponibili segnalano per il secondo trimestre del 2023 la prosecuzione di una crescita positiva, anche se moderata". Gli economisti segnalano anche che gli investimenti delle imprese dovrebbero essere tornati a crescere agli inizi del 2023, dopo una contrazione nel quarto trimestre del 2022, e che il mercato del lavoro resta robusto. Anche per effetto dei rialzi dei tassi, però, le banche “hanno segnalato un forte calo della domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie nel primo trimestre del 2023”. “Il calo della domanda di prestiti da parte delle imprese è stato il più marcato dalla crisi finanziaria mondiale, mentre la contrazione della domanda di prestiti da parte delle famiglie è stata la più elevata dall'avvio dell'indagine nel 2003", scrive la Bce. La flessione nei prestiti "è stata superiore alle aspettative espresse dagli intermediari nel trimestre precedente", e le banche hanno segnalato che il motivo principale è il livello dei tassi di interesse.

Per quanto riguarda le materie prime, la Banca centrale europea rileva che con la proroga delle misure di risparmio del gas dell'Ue, in base alle quali gli Stati membri devono ridurre il consumo di gas del 15 per cento tra il 1 aprile 2023 e il 31 marzo 2024, "l'Ue è ben posizionata per raggiungere il suo obiettivo di stoccaggio pari al 90 per cento entro novembre 2023".

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