sabato 26 agosto 2023
Dall’Osservatorio di Banca Ifis più della metà (il 54%) degli imprenditori italiani indirizza le risorse per migliorare il benessere dei dipendenti e per favorire l’equilibrio tra famiglia e lavoro
In crescita anche l’attenzione a ridurre l’impatto ambientale. Nella foto un impianto fotovoltaico con pannelli solari che è stato installato da un’azienda in Friuli Venezia Giulia /Ansa

In crescita anche l’attenzione a ridurre l’impatto ambientale. Nella foto un impianto fotovoltaico con pannelli solari che è stato installato da un’azienda in Friuli Venezia Giulia /Ansa - Ansa

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Edifici a minor impatto ambientale, con un ridotto consumo energetico e costruiti grazie all’utilizzo di materiali riciclati. E ancora, uso di materie prime riciclate per realizzare capi d’abbigliamento, che siano prodotti locali e artigianali. Sono alcune delle richieste, in ambito di sostenibilità che arrivano dai clienti stessi, dalle famiglie e in alcuni casi anche dalle imprese partner. Al centro l’attenzione alla sicurezza dei processi produttivi e degli ambienti di lavoro, in parallelo l’alleggerimento dell’impatto ambientale.

Questa fotografia su sostenibilità ambientale e sociale l’ha scattata l’Osservatorio di Banca Ifis attraverso il laboratorio Kaleidos Impact Watch: sono stati analizzati i progetti di sostenibilità delle piccole e medie imprese del nostro Paese, coinvolgendo un campione rappresentativo di 8.122 Pmi.

L'INDAGINE SULLA TRANSIZIONE SOSTENIBILE

In futuro le “pressioni” di clienti esigenti potranno generare una nuova domanda e orientare ancora di più le aziende allo scopo di avere un’economia sempre più sostenibile? Settori come moda ed edilizia non hanno ancora mostrato quel passo sugli investimenti in campo sociale e ambientale che vede in prima fila il settore chimico-farmaceutico che ha già messo a frutto una crescente consapevolezza sulla sostenibilità e su come essa produca vantaggi diretti ai modelli di business delle imprese.

Nello specifico, l’indagine sul campione coinvolto mostra che il 93% delle Pmi italiane che ha investito in sostenibilità si aspetta vantaggi diretti per il proprio modello di business: dal contenimento dei costi nel lungo periodo, fino al miglioramento della reputazione. Anche per questo motivo, l’attenzione si sta progressivamente spostando dalle singole imprese all’intera filiera: a fine marzo 2023, solo il 24% del campione intervistato dichiarava di relazionarsi a partner e fornitori che non praticavano politiche di sostenibilità, invece il 76% delle Pmi fissava regole rigorose in chiave green alla propria filiera.

A guidare il mutamento della catena di fornitura ci sono tre settori dove è maggiore l’attenzione per la sostenibilità: logistica, automotive e settore manifatturiero.

«Molto interessante è la crescente attenzione che tutta la filiera produttiva sta dimostrando verso una sfida come la sostenibilità che oggi non è più rimandabile - ha spiegato Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis -. Per questo motivo, come Banca Ifis siamo ancora più convinti che sia necessario continuare a rafforzare la vicinanza alle piccole e medie imprese per guidarle nel complesso percorso di una transizione sostenibile che, nonostante i numeri, è ancora all’inizio e che nei prossimi anni muterà radicalmente il modo di fare impresa».

Torniamo ai dati: il 54% delle Pmi italiane prese in analisi indirizza i propri investimenti al sostegno del territorio in cui le aziende operano e all’implementazione di politiche finalizzate a migliorare il benessere dei propri collaboratori, favorendo un equilibrio tra vita privata e lavoro.

Oltre alla sostenibilità sociale che impatta sulle persone e sui territori, secondo l’analisi dell’Osservatorio di Banca Ifis, il 42% delle piccole e medie imprese italiane ha già investito anche su politiche ambientali: ad esempio per la gestione degli scarti di produzione e per l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Ed è proprio qui che il settore chimico-farmaceutico si conferma il settore più attento alla sostenibilità ambientale.

Dall’analisi del campione intervistato per lo studio, emerge inoltre come le imprese dedichino alla transizione green il 2,1% del fatturato medio. Non si tratta, però, di una transizione priva di sfide: ben 8 Pmi su 10 hanno riscontrato difficoltà nel perseguimento di progetti dedicati alla transizione ambientale, individuando nei costi e nelle difficoltà gestionali i principali problemi realizzativi.

Sempre più diffusa è la convinzione che la transizione ambientale debba essere guidata, anche all’interno di imprese di piccole e medie dimensioni, da strutture organizzative in grado di comprendere le peculiarità della materia. Non a caso, il 41% delle Pmi intervistate ha dichiarato di essersi già dotata di una organizzazione dedicata alla sostenibilità, segnale di una logica di investimento strutturale a lungo termine. Va di pari passo il trend di crescita degli investimenti in sostenibilità ambientale, destinato ad aumentare dell’8% nel biennio 2023-2024, portando così al 50% il totale delle imprese che investono nella transizione green.

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