mercoledì 28 giugno 2023
Serve carità ma anche intelligenza imprenditoriale. Economy of Francesco è un cantiere aperto in cui sta a noi costruire, restando imprenditori ed economisti e restando umani
L’Economia di Francesco è un incontro di persone
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Fare incontrare nuovamente gli imprenditori e gli economisti, l’economia e i giovani, il mercato e l’umanesimo civile e religioso. Riannodare i fili tra l’umano e l’economico, l’umano concreto, fatto di carne e di spirito, non l’umano astratto, e questo prima che l’economico, nato per servire l’umano, finisca per servirsene. Alla fine dei conti è questo il senso della grande chiamata ad Assisi dei giovani imprenditori ed economisti da parte di papa Francesco. Quindi non una nuova teoria scientifica, una nuova ideologia, ma piuttosto un nuovo umanesimo nel senso autentico.

È quanto è emerso sabato 24 giugno a Loppiano in Toscana, nell’incontro fra i giovani imprenditori e dirigenti d’azienda dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) e i giovani di The Economy of Francesco, da cui è nata un’intesa quasi naturale: l’Ucid nasce nel 1947 per trasferire gli insegnamenti della Chiesa nella vita delle aziende, Economy of Francesco nasce tra il 2019 e il 2020 per gettare le basi di una nuova economia, più umana e fraterna. Un cammino comune che ha inizio in un luogo non scelto a caso: il Polo Lionello Bonfanti, uno dei più importanti hub dell’economia civile europea e mondiale, nato nel segno del carisma di Chiara Lubich, una donna, laica, terziaria francescana, iniziatrice del movimento dei Focolari, che nel maggio del 1991 in Brasile, di fronte al divario fra ricchi e poveri delle favelas, leggendo la Sollicitudo Rei Socialis e la Centesimus Annus di san Giovanni Paolo II ha questa intuizione: per aiutare i poveri in maniera molto maggiore, per allargare la comunione, servono gli imprenditori.

Coloro che creano la ricchezza e la moltiplicano. È così anche nella parabola del Buon Samaritano, che mosso da compassione ha però bisogno dell’albergatore, un commerciante, per realizzare la solidarietà. Allora anche l’imprenditore è nel piano divino, il suo talento ha uno scopo più alto e il profitto è solo l’indicatore dell’andamento della sua attività. Serve carità ma anche intelligenza imprenditoriale, quella che Ucid Giovani ha applicato con Virtus Lab, un progetto che sta accompagnando sempre più giovani al lavoro, a fronte di un sistema pubblico di istruzione e di formazione ancora troppo scollegato dalle nostre imprese.

La Chiesa ha impiegato secoli per sviluppare la propria dottrina sociale sull’impresa e l’economia, per parlare oltre che all’autorità pubblica, anche al capitano d’industria e al banchiere d’affari. Tuttavia, come racconta proprio Luigino Bruni, direttore scientifico del comitato organizzatore di Economy of Francesco, in una sua recente pubblicazione (“Capitalismo meridiano. Alle radici dello spirito mercantile tra religione e profitto” Ed. Il Mulino) sarebbe bastato attingere dal lascito del monachesimo e del francescanesimo, dei monti di pietà che erano spesso vere e proprie banche che prestavano con una remunerazione, seppur contenuta, del denaro. Fu proprio l’incontro tra i francescani e i mercanti nelle città a generare l’economia moderna. Troppo importante l’economia per la vita, non interessarsene avrebbe portato la subordinazione dell’umano all’economico, per questo l’economia è un affare per santi.

Quando Benedetto XVI pubblicò Caritas in Veritate, pare che un gruppo di banchieri della City al termine di una riunione abbia chiosato: il Papa non deve intromettersi nei nostri affari. Economy of Francesco, con il richiamo alle nuove generazioni, è la logica conseguenza, è un cantiere aperto in cui sta a noi costruire, restando imprenditori ed economisti e restando umani. Un grazie particolare, oltre a Luigino, anche a Maria Gaglione e Maria Beatrice Cerrino per la loro disponibilità e attenzione.


*Presidente Nazionale Movimento Giovani UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti)

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