lunedì 28 agosto 2023
Il ritorno in classe può arrivare a costare il 10% in più. Il caro benzina e i rialzi per gli abbonamenti ai mezzi pubblici pesano sui lavoratori pendolari. Forte impatto anche da mutui e affitti
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C’è da aspettarsi un autunno di rincari? Sembra di sì, anche se non è facile avere una stima esatta degli aumenti che andranno a gravare sui bilanci familiari già duramente compromessi dall’inflazione, dal caro-vacanze, e dagli aumenti dei beni alimentari in primis. Dal carburante all’abbonamento annuale al treno per lavoratori e studenti pendolari, senza dimenticare i libri per scuola e università, ma anche i tablet o i computer personali, sempre più necessari anche per lo studio. Facendo un conto ancora più allargato ogni famiglia andrà a spendere, tra settembre e novembre, circa 480 euro in più, rispetto allo stesso periodo del 2022.

In primis è il diritto allo studio a creare ulteriori diseguaglianze sociali. Per ogni studente è stato calcolato che in media si spenderanno 502 euro (+4% rispetto al 2022) per i libri scolastici obbligatori più dizionari. Questi sono i costi relativi all’adozione di testi nuovi, invece, acquistandoli usati si risparmierebbe oltre il 26%. Secondo Assoutenti, i listini del comparto scolastico sono in forte rialzo per tutti i prodotti: ogni famiglia deve mettere in conto una maggiore spesa attorno al +10% rispetto allo scorso anno, con un esborso che, per il materiale completo per l’intero anno, si aggira tra i 500 e i 600 euro a studente. Sui siti specializzati uno zaino di marca supera con facilità i 200 euro. Costosissimi anche gli astucci griffati che venduti sul web possono arrivare a 300 euro. L’Unione nazionale consumatori ha chiesto al governo di intervenire varando un decreto che modifichi l’art. 8 della legge n. 15 del 13/2/2020 che vieta alle grandi catene di supermercato e alle piattaforme digitali di poter fare sconti sui libri scolastici superiori al 15% del prezzo di copertina.

Se a questi costi già onerosi da sostenere per tantissime famiglie si aggiunge anche l’acquisto di un tablet o di un computer personale, secondo i calcoli di Federconsumatori si arriva a spendere da 393 a 3.844 euro (considerando per antivirus e programmi i costi su base annua), con un rincaro del +2,3% rispetto al 2022. Poi c’è la spesa per la connessione a internet. E anche in questo caso, acquistando prodotti tecnologici rigenerati, si risparmierebbe circa il 38%; ma servono delle competenze digitali in più per fare un buon affare.

Dalla scuola ai trasporti che hanno sempre avuto un grosso impatto sulla spesa annuale di una famiglia: stando all’ultimo dato Istat disponibile (anno 2021, ndr) si parlava di 2.892 euro annui (9,9% del totale).

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E oggi? Con l’auto privata che rimane il mezzo di trasporto più usato dagli italiani, gli aumenti in due settimane al self-service della benzina (+1,4 centesimi al litro) e del diesel (+2,9 centesimi) si faranno sentire ancora di più a settembre, con la ripresa contestuale degli spostamenti per lavoro e scuola. In tal senso non sembra aver sortito alcun effetto l’obbligo a carico degli esercenti degli impianti di esporre il prezzo medio. «Un pieno di verde costa oggi in media 7 euro in più rispetto ad appena tre mesi fa, un pieno di gasolio addirittura 10 euro in più» ha aggiunto Furio Truzzi, presidente di Assoutenti. Il governo, ha ribadito il presidente di Unc, Massimo Dona «deve intervenire riducendo le accise. Uno sconto di 5 centesimi, un quinto di quello introdotto da Draghi, consentirebbe di far scendere il prezzo della benzina sotto 1,9 euro al litro e il gasolio sotto 1,8 euro». Già il controesodo dello scorso weekend, con 11 milioni di italiani sulle strade, è stato un salasso a prescindere dal mezzo prescelto per gli spostamenti. E al rientro dalle vacanze, per chi ha potuto permettersele, non mancheranno altre brutte sorprese: dal caro scuola a quello sui trasporti, fino al caro-alimentari su cui però il governo si è impegnato a un intervento con il “trimestre anti-inflazione”, a cui sta lavorando il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).

Intanto da venerdì 1° settembre i pendolari lombardi si troveranno a fare i conti con un aumento del 4% sul costo di biglietti e abbonamenti Trenord, l’azienda che gestisce il trasporto ferroviario in tutta la regione. Questo adeguamento, annunciato dalla stessa azienda ferroviaria con una nota sul suo sito, è la conseguenza di una norma regionale che chiede di adeguare i costi all’inflazione. Secondo l’ultimo dato Istat disponibile del luglio 2023 l’aumento anche per viaggiare in treno è stato dello 0,9% mensile e del 3% annuo. Con uno sguardo a medio-lungo termine per una tratta da 30 chilometri dal 2011 a oggi il costo del biglietto è aumentato del 35,3% in Lombardia, del 56,5% in Liguria, del 55,6% in Piemonte (“Pendolaria”, Legambiente 2023).

I rincari sulla casa, infine, comprendono diverse voci di spesa. Per chi ha un mutuo a tasso variabile si prevede un autunno ancora più complesso, ma in molti casi anche le spese condominiali potrebbero lievitare, così come sono cresciuti i costi degli affitti per le stanze degli studenti, come raccontato anche su Avvenire, andando a impattare sui bilanci delle famiglie che hanno figli che studiano all’università fuori sede. Basti pensare che a Milano, città più cara in Italia, per affittare una stanza singola si arriva a spendere in media 626 euro al mese (+1%), mentre Bologna (482 euro e +8%) supera Roma (463, nessun aumento) al secondo posto. Seguono Firenze con i suoi 435 euro per una singola, poi quasi appaiate Modena e Bergamo, 412 euro e 411 euro.

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