martedì 14 gennaio 2020
Sticchi Damiani: «Scelte irrazionali che penalizzano gli automobilisti ma anche gli ambientalisti»
Uno dei cartelli con l'ordinanza del Comune di Roma

Uno dei cartelli con l'ordinanza del Comune di Roma - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Ha creato una prevedibile ondata di critiche la decisione presa dal Comune di Roma di interdire al traffico i veicoli a gasolio fino alla classe Euro 6 dato il persistere di elevati livelli di inquinamento da Pm10, nella ZTL "Fascia Verde" della capitale. La limitazione riguarda dalle ore 7.30 alle 10.30 e dalle ore 16.30 alle 20.30 tutti gli autoveicoli diesel da "Euro 3" fino a "Euro 6". Tutti gli studi scientifici a riguardo certificano che le vetture a gasolio Euro 6 di ultima generazione infatti generano emissioni di PM10 ben al di sotto dei limiti di legge, se non addirittura prossime allo zero, e comunque inferiori a quelle di molte classi di vetture a benzina.

Attraverso un comunicato l’Automobile Club d’Italia si dichiara «assolutamente contrario all’assurda demonizzazione dei diesel Euro6, al centro del mirino di tante Amministrazioni – a cominciare da Roma - con blocchi del traffico ingiustificati, che non hanno alcun fondamento scientifico e non garantiscono risultati certi». Il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, boccia senza riserve ogni limitazione alla mobilità con provvedimenti «privi di logiche comprensibili ed accettabili». Queste misure – continua Sticchi Damiani - «non producono alcun reale vantaggio ambientale ma creano solo svantaggi, in termini di disagi economici e sociali per i cittadini, a fronte di non si sa quante polveri sottili risparmiate. Le auto di ultima generazione, anche diesel, hanno un impatto ambientale irrisorio, notevolmente inferiore ad altre motorizzazioni. Con provvedimenti irrazionali come questi, non si danno risposte serie alle importanti istante degli ambientalisti e si creano disagi inutili a milioni di cittadini».

«È assurdo – sottolinea il Presidente dell’ACI – che, da un lato, si blocchino le Euro6 e, dall’altro, si incentivino con sgravi fiscali la conservazione e la circolazione di 4,2 milioni di auto - il 10,77% del parco circolante italiano – che hanno da 20 a 30 anni».
Sticchi Damiani si dice, infine «seriamente preoccupato per l’impatto negativo sul mercato e il forte rischio di perdita di posti di lavoro, sia nella produzione che nella vendita di queste auto. Tali provvedimenti – conclude – presentano costi certi, per quanto riguarda danni a cittadini e imprese, a fronte di benefici assolutamente incerti, per quanto riguarda, invece, qualità dell’aria e dell’ambiente».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: