
Gli italiani sono sì attirati dalla sostenibilità, ma in tempi di crisi economica non tutti riescono ad andare nella direzione di uno stile di vita diverso. Anzi: alle istituzioni si chiedono più incentivi e, in generale, una “spinta” in quella direzione. È quanto emerge dalla prima edizione della ricerca “Agos Insights. I nuovi consumi sostenibili”, realizzata dalla società di credito al consumo in collaborazione con Eumetra. L’attenzione alla sostenibilità viene indicata addirittura dall’89% dei duemila intervistati del campione, ma è una sostenibilità non sempre ancora attuabile nel quotidiano, spesso per motivi economici.
La transizione energetica sembra essere più facile all’interno delle abitazioni: il 71% del campione dichiara di aver modificato i propri comportamenti in casa e ben il 69% ha adattato le proprie abitudini ai fini di un maggior risparmio energetico. Anche perché, in questo caso, la sostenibilità è collegata al tema delle riduzione delle spese, oltre che al minor impatto ambientale. Si va dall’acquisto di lampadine a led (89%) all’interesse verso il miglioramento della classe energetica di casa (90%) e degli elettrodomestici (94%). Peraltro solo il 38% degli intervistati è consapevole dell’impatto dell’utilizzo degli elettrodomestici in bolletta e appena il 51% sembra conoscere la classe energetica del proprio immobile.
Più difficile sembra la modifica dei comportamenti quotidiani sul versante della mobilità: solo il 15% dichiara di aver individuato soluzioni più green per spostarsi. Uno dei freni alla modifica delle abitudini è rappresentato dai costi. Le generazioni oggi più in difficoltà sono quelle di mezzo – dai 30 ai 50 anni – alle prese con spese per la casa per la casa e per i figli, e stipendi che non sempre consentono di seguire i comportamenti più virtuosi. Per quanto riguarda i più giovani, la cosiddetta Generazione Z, l’86% di loro pagherebbe di più per un prodotto sostenibile, contro il 73% di media.
Funziona sempre più l’economia circolare, tanto che si diffonde maggiormente la propensione all’acquisto di beni usati, soprattutto l’auto (52%) e i mobili (58%). In generale, gli italiani chiedono più consulenza e sostegno sia dalle istituzioni che dalle imprese. Le richieste vertono su aiuti improntati allo sviluppo e alla creazione di nuove opportunità, attraverso mutui e finanziamenti per la ristrutturazione e la creazione di attività rispettose dell’ambiente. Lo Stato (56%) viene considerata la prima organizzazione a doversi occupare della questione, aiutando in particolare sempre più le imprese del territorio.