giovedì 7 ottobre 2010
"La Cina è vicina" ma non deve far paura all'Italia. Anzi le buone relazioni commerciali vanno incrementate, fino a portare gli scambi a 100 miliardi di dollari in 5 anni, con quella che presto sarà la prima potenza mondiale, scalzando gli Stati Uniti. Parola di Silvio Berlusconi nel bilaterale di stamani a Roma con il primo ministro Wen Jabao.
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«La Cina è vicina» ma non deve far paura all'Italia. Anzi le buone relazioni commerciali vanno incrementate - fino a portare gli scambi a 100 miliardi di dollari in 5 anni - con quella che presto sarà la prima potenza mondiale, scalzando gli Stati Uniti. Parola di Silvio Berlusconi che nel bilaterale di stamani a Roma con il primo ministro Wen Jabao ha lodato la «politica dell'armonia» del governo cinese e la "saggezza" che mostra in tutti i consessi internazionali.Non è chiaro se il riferimento sia anche alla politica sui cambi, argomento del quale i due leader non hanno parlato, secondo una fonte governativa.Berlusconi, che questo pomeriggio parteciperà con Wen anche a uno spettacolo al Teatro dell'Opera, ha apprezzato l'impegno di Wen a garantire alle imprese straniere le stesse condizioni di quelle nazionali «per le pratiche burocratiche, il trattamento fiscale e la partecipazione alle gare d'appalto».Nessun accenno invece al rispetto dei diritti umani da parte della potenza d'Oriente.CINA "SAGGIA" SUI TAVOLI INTERNAZIONALI NONOSTANTE YUANLa Cina è nel mirino della comunità internazionale per la debolezza dello yuan che contribuisce ad alimentare l'export del paese asiatico. Ieri a Bruxelles Wen Jabao ha detto che l'Europa deve smettere di far pressione su Pechino perchè apprezzi lo yuan, dal momento che la valuta cinesa verrà rivalutata gradualmente. Berlusconi, aprendo il suo intervento a Villa Madama per l'inaugurazione dell'anno della cultura cinese in Italia, ha ringraziato Wen sottolinendo come «il suo governo stia dando un impulso straordinario al suo Paese». «Esprimo un apprezzamento ammirato per quanto la Cina sta facendo negli ultimi anni sul piano internazionale, per la politica internazionale portata innanzi con molta saggezza, quella che il primo ministro chiama "politica dell'armonia"», ha aggiunto Berlusconi.«La Cina si presenta sempre a tutti i tavoli con la voglia positiva di sedare contrasti e risolvere situazioni, la voglia di portare un contributo di positività e saggezza. Complimenti», ha detto ancora Berlusconi.CINA PRESTO PRIMA POTENZA MONDIALE«Il Pil cinese supererà il 10% quest'anno, la Cina è il primo esportatore mondiale. I suoi ritmi di sviluppo lasciano intendere che presto sarà la prima economia mondiale», ha detto Berlusconi precisando: «Noi guardiamo sempre con un certo timore alla Cina per la presenza sui mercati e la concorrenza alle imprese» ma va vista piuttosto come un enorme mercato di consumi con i suoi abitanti che superano 1,3 miliardi «è un fenomeno straordinario di cui dobbiamo approfittare».Partendo dagli scambi commerciali. «Mi auguro che la nostra collaborazione contribuisca a centrare il target 100 miliardi di dollari [in 5 anni]. Io credo sia possibile anche superarli», ha detto Berlusconi intervenendo a un forum Italia-Cina a Villa Madama nel corso del quale sono stati siglati 10 accordi commerciali del valore di 2,25 miliardi di euro. Wen, confermando l'impegno, ha detto di aver proposto stamani a Berlusconi di "raddoppiare" gli scambi commerciali al 2015 dagli attuali 40 miliardi di dollari sino a 80 mld. «Berlusconi mi ha detto: prendiamo un obiettivo più ambizioso, 100 miliardi. Io ho condiviso il suggerimento e abbiamo convenuto su 100 mld di dollari».La presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, prendendo la parola al forum, ha detto che si tratta di «un obiettivo complesso ma ci crediamo». Wen si è invece lamentato della scarsità degli investimenti italiani in Cina che ammontano a circa 5 miliardi di dollari a fronte dei 60 mld Usa e dei 50 mdl dell'Unione Europea. «Ho detto a Berlusconi che questi numeri sono ancora pochi e non corrispondono ai reali rapporti commerciali fra Italia e Cina. Spero che le imprese italiane possano camminare in prima fila».
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