sabato 8 gennaio 2011
A novembre il tasso degli under 25 senza un posto è al nuovo livello record dal 2004. Resta invece fermo all’8,7% (contro una media europea del 10,1%) il dato della disoccupazione complessiva . In controtendenza le donne: al lavoro l’1,4% in più rispetto all’anno precedente.
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Il dato drammatico, che suscita sempre più allarme fra le parti sociali, è quello sui giovani: il 28,9% degli under 25 a novembre non aveva un lavoro (+0,9% rispetto a ottobre e ben 2,4 punti in più rispetto a novembre 2009). Qualche spiraglio arriva invece dal fronte «occupazione», con un tasso (56,8%) in lieve aumento e un numero di lavoratori in positivo sia su base mensile (+50 mila) che annua (+14 mila), cosa che non accadeva da oltre due anni. Sono le due facce delle rilevazioni mensili dell’Istat sull’andamento del lavoro in Italia, che nel complesso registra a novembre un tasso di disoccupazione stabile rispetto a ottobre all’8,7%, ma sempre sui massimi dal 2004 (contro una media europea del 10,1%), in crescita dello 0,4% su base annua.A vedere un cielo sempre più scuro sono dunque i giovani. Quel 28,9% di senza lavoro rappresenta un dato sconfortante che alimenta la preoccupazione di sindacati, economisti e parti sociali. Una ferita che non si rimargina. A dimostrazione di come a pagare il conto della crisi oggi siano soprattutto le nuove generazioni. Senza occupazione e con sempre meno fiducia nel futuro. «Una vera e propria emergenza nazionale», secondo la Cgil. «Bisogna bloccare subito la caduta dell’occupazione», ha spiegato il confederale Fulvio Fammoni. Secondo la Cisl ora più che mai «tutti devono fare la loro parte per promuovere l’accesso al lavoro dei giovani. Non è tempo di scontri ideologici», ha detto Giorgio Santini, segretario generale aggiunto. Così il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha annunciato che nei prossimi giorni si riunirà la cabina di regia per verificare l’attuazione del «Piano nazionale per l’occupabilità dei giovani» e programmare altri interventi. «In particolare – ha detto – si esamineranno le nuove iniziative di spesa deliberate a fine anno dal ministero del Lavoro per circa 200 milioni di euro e dal ministero della Gioventù per circa 50 milioni, rivolte alla promozione dell’apprendistato nei lavori tradizionali e manuali dell’artigianato, contro la dispersione scolastica, al sostegno dell’occupazione dei lavoratori svantaggiati, come i giovani disoccupati di lungo periodo, attraverso le agenzie per il lavoro e l’assunzione a tempo indeterminato degli under 35 con figli a carico». L’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro – ha detto il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni – «è e rimane una delle priorità del governo».E mentre la Cgia di Mestre, considerando gli «sfiduciati», denuncia una «disoccupazione reale sopra il 10%», l’economista dell’Università Cattolica, Giacomo Vaciago, invoca riforme urgenti: «Mi pare che si parli di tutto, ma non di questo: l’Italia è un paese vecchio governato da vecchi che proteggono il passato. C’è da essere molto preoccupati».Un quadro cupo che si schiarisce e si colora di rosa se si guarda l’occupazione femminile, in crescita dello 0,7% rispetto a ottobre e dell’1,4% su base annua. «Sempre più donne, in Italia, hanno un lavoro regolare: sono loro, oggi, a trainare gli indici dell’occupazione e, di conseguenza, la nostra economia», ha commentato il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna. Un altro segnale positivo, come detto, arriva dagli occupati: a novembre in lieve crescita dello 0,2% rispetto a ottobre e dello 0,1% rispetto a novembre 2009. Calano inoltre le persone in cerca di un’occupazione: 2,175 milioni (-0,4% rispetto a ottobre).L’Italia riflette l’andamento europeo, dove il tasso di disoccupazione è rimasto nel complesso stabile, al 10,1% rispetto a settembre e ottobre nella zona euro. Nessuna variazione rispetto ai mesi precedenti anche per la disoccupazione nella Ue-27, ferma al 9,6%. Su base annuale si registra invece una crescita di disoccupati: a novembre 2009 infatti era del 9,9% nella Ue-16 e del 9,4% nella Ue-27. Resta oltre quota 20% il tasso di disoccupazione in Spagna (20,6%, il valore più alto d’Europa), mentre la massima occupazione è in Olanda (4,4%) e Lussemburgo (4,8%). E se in Italia a livello annuale cresce dello 0,4%, in Germania la disoccupazione (6,7% a novembre) è in netto calo su base annuale (-0,8%).
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