lunedì 29 gennaio 2024
Banca d'Italia e Istat certificano il progressivo impoverimento dell'Italia rispetto ad altre economie avanzate. Il rapporto con il reddito lordo è tornato ai livelli del 2005
L'inflazione corrode la ricchezza delle famiglie: in un anno perso il 12,5%
COMMENTA E CONDIVIDI

Le famiglie italiane sono state travolte dall’inflazione che nel 2022 ha corroso non solo gli stipendi e il potere d’acquisto ma anche la ricchezza netta, limandola in termini reali del 12,5% a fronte di un calo nominale dell’1,7%. Un fenomeno globale, legato appunto alla corsa dei prezzi, ma che nel nostro Paese, tradizionalmente votato al risparmio e al mattone, ha avuto effetti più marcati come dimostrano i dati del report “La ricchezza dei settori istituzionali in Italia” diffusi da Istat e Banca d’Italia.

Alla fine del 2022 il patrimonio netto delle famiglie, frutto della differenza tra la ricchezza lorda (attività finanziarie e immobiliari) e le passività (i debiti a partire dai mutui), ammontava ad oltre 10mila miliardi di euro (10.421 per la precisione), vale a dire 176mila per nucleo familiare. Il rapporto tra la ricchezza netta e il reddito lordo disponibile è tornato ai livelli del 2005, scendendo in un anno da 8,7 ad 8,1. Insomma il tesoretto su cui possono contare gli italiani perde di consistenza e questo accresce le incertezze sul futuro, con conseguenze negative sui consumi.

Se le attività non finanziarie hanno tutto sommato tenuto, facendo segnare un aumento del 2,1%, merito soprattutto della corsa dei prezzi delle case, mai così elevata dal 2009, le attività finanziarie si sono contratte del 5,2% principalmente per effetto della riduzione del valore delle azioni e degli strumenti del risparmio gestito. Dopo un decennio sono tornati a crescere, con un balzo del 9,4% i titoli di debito detenuti dalle famiglie, emessi in buona parte della pubbliche amministrazioni, mentre l’aumento dei depositi è stato contenuto, appena 15 miliardi a fronte degli 80 nella media del triennio precedente. A perdere appeal anche il mercato azionario, in calo dopo tre anni di crescita. Gli andamenti negativi dei mercati finanziari, viene spiegato nella nota, hanno determinato una riduzione dei valori delle attività finanziarie, che è stata solo in parte controbilanciata dagli acquisti netti di nuovi strumenti finanziari. Le famiglie hanno riportato perdite in conto capitale, derivanti principalmente dalla svalutazione di riserve assicurative, quote di fondi comuni, azioni e titoli. La crescita delle passività finanziarie, vale a dire dei debiti contratti, è stata del 2,8% ed è riconducibile di fatto alla componente dei prestiti. Il mattone resta il bene rifugio per eccellenza.

Oltre la metà della ricchezza lorda delle famiglie (il 55,2%) è composta da attività non finanziarie in particolare da abitazioni che da sole rappresentano il 46,3% del totale mentre gli altri beni non finanziari (terreni, automobili, ecc) hanno una quota residuale. Rispetto al 2021 l’incidenza delle attività reali è cresciuta di quasi due punti percentuali, segnando il maggior incremento dal 2009. Tra i principali strumenti finanziari il risparmio gestito vale il 15,2% della ricchezza lorda, seguito dai depositi (14,3%) e dalle azioni (11,5%). Il rapporto dell’Istat e della Banca d’Italia paragona la situazione italiana con quella di altre economie avanzate: Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Usa e Canada. Ne esce un quadro a tinte fosche per il nostro Paese. La ricchezza netta delle famiglie italiane è la più bassa, e quella che si è ridotta di più in rapporto al reddito lordo disponibile, tornando ai livelli di vent’anni fa. A preoccupare però è soprattutto il confronto con il passato: le serie storiche dal 2005 al 2022 evidenziano un progressivo impoverimento degli italiani rispetto agli altri. Nel 2008 le famiglie italiane erano le più benestanti dopo quelle statunitensi, poi tra il 2016 e il 2019 sono state sorpassate dalle altre con l’eccezione di quelle spagnole che pure hanno migliorato sensibilmente le loro condizioni economiche (da 113 mila euro del 2012 ai 167mila del 2021, il dato relativo al 2022 non è al momento disponibile).

In Italia invece la ricchezza è rimasta di fatto stazionaria: dai 160mila euro di patrimonio netto del 2008 si è arrivati ai 176mila del 2022. Un aumento esiguo a fronte del costo della vita che è cresciuto un maniera esponenziale, soprattutto negli ultimi anni. Nello stesso periodo, solo per fare qualche esempio, le famiglie statunitensi e canadesi hanno quasi triplicato il loro tesoretto, quelle francesi, tedesche e inglesi lo hanno raddoppiato superando i 200mila euro.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI