sabato 22 febbraio 2020
Recuperati circa 1,2 miliardi di euro di contributi e premi evasi con un calo di circa il 9% rispetto alla cifra record di 1,35 miliardi recuperata nel 2018
Ispettorato nazionale del lavoro, un modello che funziona
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Il modello di Agenzia unica per le ispezioni previsto dal Jobs act con l'Inl (Ispettorato nazionale del lavoro) funziona e il sistema va sempre di più a colpo sicuro nei controlli. Nel 2019 si stima un recupero nel complesso dalle aziende controllate dagli ispettori del lavoro di circa 1,2 miliardi di contributi e premi evasi con un calo di circa il 9% rispetto alla cifra record di 1,35 miliardi recuperata nel 2018, ma con un avanzamento rispetto agli 1,1 miliardi del 2017. Il dato è arrivato dal direttore generale dell’Inl, Leonardo Alestra, che ha spiegato come il numero delle aziende ispezionate sia però in linea con il 2018 (circa 143mila) a fronte di un numero di ispettori in continuo calo a causa dei pensionamenti e dei tempi lunghi dei concorsi. Prima dell’avvio dell’Inl, nel 2017, si riscontravano irregolarità nel 60% delle aziende ispezionate, mentre ora si arriva al 70% proprio perché è migliorata la scelta delle imprese da controllare.

«Senza risorse adeguate però – ha avvertito Alestra– è difficile far crescere una creatura nuova. Dal 2017 il numero degli ispettori è sceso dell’11%». A fine 2019 gli ispettori erano 2.589 e il concorso già bandito per 822 posti, 131 dei quali per funzioni amministrative (nel complesso sono arrivate oltre 90mila domande) partirà con le prove ad aprile e non si concluderà probabilmente prima del 2021 con le nuove assunzioni. Il numero delle aziende ispezionate, nonostante il calo del personale, è in linea con il 2018. «Non credo – ha detto il dg dell'Inl – si possa mettere in discussione la validità del modello. Comunque al momento queste sono le regole, all’Agenzia è stato affidato un compito di coordinamento degli ispettori e lavoreremo in questa direzione. Se cambieranno le regole ci adegueremo». Alestra ha sottolineato che c’è stata una pesante erosione del personale, mentre non ci sono concrete aspettative di assunzioni a breve. Il 70% degli ispettori è dedicato esclusivamente all’attività ispettiva, mentre il 30% ha anche il compito di lavorare alla ricezione delle richieste degli esterni e all’attività proattiva necessaria a individuare i fattori di rischio per poi procedere alle ispezioni. I lavoratori per i quali sono state rinvenute irregolarità – si evince dalle stime – sono circa 350mila, un dato più che doppio rispetto al 2018 mentre i lavoratori scovati completamente in nero sono 42mila, dato anche questo in linea con il 2018. Un certo trend, ha detto Alestra riferendosi al calo dei contributi e dei premi accertati passati da 1,35 miliardi del 2018 a circa 1,23 del 2019 (dati provvisori) «viene interpretato come scarsa efficacia del modello ma noi non condividiamo questo approccio». A chiedere una valorizzazione dell’Ispettorato sono i sindacati, che hanno evidenziato alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo l’esigenza di prevedere maggiori risorse con l’obiettivo di assumere personale amministrativo e adeguare i salari.

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