mercoledì 3 dicembre 2014
​Risultato importante per il sistema industriale italiano, ma anche per tante famiglie. Soddisfatti Renzi, Landini, Bentivogli. Previsti investimenti. Assemblee in fabbrica per presentare l'accordo, poi il referendum tra i lavoratori.
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Tutte le parti hanno firmato l'accordo su Ast Terni. I lavoratori, la città, ma anche l'Italia possono tirare un sospiro di sollievo. È un accordo importante per il sistema industriale italiano, che di problemi non ne ha certo pochi, ma comuqnue ecco un tassello importante andare a posto. Un piano di rilancio delle acciaierie umbre, sviluppo e ristrutturazione su quattro anni che si pone l'obiettivo di garantire almeno un milione di tonnellate di fuso attraverso il mantenimento dei due forni. È quanto prevede, secondo fonti sindacali, l'accordo siglato nel pomeriggio al Mise (ministero dello Sviluppo economico) sulla vicenda Ast. Tra le altre previsioni, quella per le controllate Aspasiel, Sdf e Tubificio destinate a diventare business unit. Nel nuovo piano industriale anche un piano investimenti, una politica commerciale adeguata, la tutela dei contratti a tempo determinato e degli apprendisti. L'accordo sull'integrativo prevede 40 euro per la domenica, la conferma delle attuali maggiorazioni, un'indennità di chiamata 40 euro su volontariato, un premio di 723 euro per tutti legato alle certificazioni Iso, un percorso per garantire la tutela anche dei lavoratori delle ditte terze. Domani si terranno le assemblee nei vari reparti dell'acciaieria per illustrare l'intesa ai lavoratori e, a seguire, si terrà il referendum per approvare l'accordo. Lo sciopero in corso è quindi revocato dalle 6 di domani giovedì e anche i presidi alle portinerie all'Ast di Terni sono stati sospesi. Le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl sostengono che "l'ipotesi di accordo, frutto di giorni di mobilitazione e negoziato, recepisce parti significative delle proposte fino ad oggi sostenute dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori".Le reazioni "È un bel risultato. Molto faticoso, ma ce l'abbiamo fatta. Siamo alla firma di un accordo unitario siglato da tutte le organizzazioni sindacali, è molto soddisfacente e credo che riceverà un alto consenso da parte dei lavoratori che se lo sono conquistati", ha spiegato il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, uscendo dal Mise. "Non ci saranno licenziamenti, ci sono 290 esuberi, tutti con adesione volontaria - ha sottolineato Bellanova -. È stata tolta dal tavolo la Cassa integrazione. C'è stato un rinnovo dell'integrativo aziendale e c'è l'impegno che al passaggio di appalto si guarderà prioritariamente ai lavoratori che già lavorano. Oggi possiamo segnare un punto per il rilancio non solo della siderurgia ma anche dei rapporti sindacali che erano molto deteriorati". "La siderurgia in Italia è cruciale e e lasciatemi esprimere oggi la soddisfazione del governo perché è stata chiusa la vicenda Ast". Così il premier Matteo Renzi, in Aula alla Camera, rispondendo ad una domanda sugli interventi del governo per il miglior uso dei fondi europei per rilanciare l'occupazione. "Penso che l'accordo di oggi, ottenuto grazie alla strenua lotta dei lavoratori, sia buono perché ha cambiato radicalmente il piano industriale: si prevedono investimenti su quattro anni, due forni attivi e un milione di tonnellate d'acciaio - Hh spiegato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini -. Non ci sono licenziamenti ma solo uscite volontarie e sono anche tutelate le condizioni di lavoro perché si sono mantenuti aspetti salariali importanti". La Fim-Cisl esprime apprezzamento per l'accordo appena raggiunto per l'Ast di Terni. "L'accordo - dice il segretario generale Marco Bentivogli - modifica profondamente il piano industriale del 17 luglio, quando l'Azienda presentò un progetto industriale di ridimensionamento che prevedeva la chiusura di un forno e 537 esuberi". L'accordo appena siglato prevede, precisa "un piano di ristrutturazione rilancio e sviluppo su 4 anni che si pone l'obiettivo di garantire almeno un milione di tonnellate di fuso, il mantenimento dei due forni, un significativo piano di investimenti e la gestione delle eccedenze attraverso la fuoriuscita esclusivamente volontaria e incentivata".

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