mercoledì 13 novembre 2013
​Per il direttore generale di Anie Confindustria (la federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche, nella foto) le aziende in questo momento hanno bisogno di neo-laureati in possesso di competenze trasversali.
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​Anie Confindustria, la federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche, sta tentando di rispondere in maniera concreta alla grave crisi occupazionale che sta colpendo e penalizzando in modo particolare le nuove generazioni. Ne parliamo con Maria Antonietta Portaluri, direttore generale di Anie Confindustria. Quali sono le possibilità per i giovani di inserirsi in questo settore?
Anie Confindustria rappresenta l’industria elettronica ed elettrotecnica, un comparto che al suo interno presenta numerose segmentazioni merceologiche; si va dalle tecnologie per la produzione e distribuzione dell’energia fino ai componenti elettronici (microelettronica), i sistemi per i componenti e impianti, dai trasporti ferroviari agli ascensori e scale mobili, dall’illuminazione alla sicurezza e automazione degli edifici. La nostra Federazione conta al momento circa 1.200 aziende associate e 425mila occupati. Anie Confindustria rappresenta il futuro del nostro Paese: le nostre aziende investono infatti in ricerca e sviluppo il 4% del fatturato, più del 30% dell’intero investimento effettuato in questo campo dal settore privato in Italia, ma soprattutto sono al centro di quella grande trasformazione in atto della nostra vita quotidiana, perché orientate verso la costituzione di un mondo sempre più smart: tali tecnologie sono alla base delle cosiddette Smart City e Smart Community, nei confronti delle quali si stanno indirizzando tutte le politiche dei governi nazionali e dell’Unione europea. Abbiamo stimato che con la fine del 2013 e i primi mesi del 2014 le nostre aziende creeranno, e hanno già in parte creato, circa 4mila posti di lavoro in totale in più rispetto allo scorso anno. A questo proposito, possiamo dire che la laurea in Ingegneria elettronica è senz’altro un investimento per il futuro, in questo momento di intensa domanda da parte delle aziende del nostro settore.
Esistono già percorsi formativi che possono aiutare l’inserimento?
Le lauree più ricercate nel nostro settore sono senz’altro quelle in Ingegneria, ma per lavorare nell’industria elettronica ed elettrotecnica anche un percorso di studi in Economia costituisce un ottimo biglietto da visita, sebbene la richiesta di quest’ultimo titolo di studio sia meno prioritaria. Analizzando nel dettaglio la domanda, i neo-laureati più ricercati sono quelli in Ingegneria elettronica, seguita dall’elettrica e dalla meccanica. I laureati ricercati dalle nostre imprese possono trovare sbocchi soprattutto nel settore delle nuove tecnologie per le reti di distribuzione e trasmissione dell’energia elettrica, nei progetti di ricerca per l’accumulo di energia, e nella meccatronica, l’automazione al servizio dell’industria. Un problema che comunque le nostre aziende riscontrano spesso, secondo i dati di una recente ricerca condotta presso i nostri soci, è che sono ancora troppo pochi i ragazzi che si laureano in Ingegneria elettronica e la domanda, in questo caso, supera di gran lunga l’offerta. Per questo, come Anie abbiamo deciso di aderire a iniziative come Orientagiovani, evento organizzato in collaborazione con Assolombarda e che avrà luogo proprio oggi, nato per spiegare agli studenti delle classi quarta e quinta degli istituti tecnici di istruzione superiore e dei licei scientifici cosa significa intraprendere un percorso di studi simile. E abbiamo scelto di farlo non in astratto, ma attraverso un esempio concreto, ovvero spiegando loro che cosa significa vivere in un mondo smart.
Quali sono i requisiti richiesti dalle aziende in questo momento?
Le aziende in questo momento hanno bisogno di giovani neo-laureati che siano pronti ad affrontare in maniera discretamente autonoma la vita quotidiana lavorativa: non sono tanto le competenze tecnico-scientifiche ad essere carenti nei neo-assunti. Quello che manca ai giovani che fanno il loro ingresso nel mondo del lavoro sono piuttosto competenze trasversali, qualità come la capacità di adattamento alle esigenze aziendali e la flessibilità, la propensione comunicativo-relazionale e l’orientamento al risultato. Senza dimenticare l’adeguata conoscenza delle lingue straniere, oggi imprescindibile in qualsiasi settore lavorativo, specie quando si tratta di tecnologie in continua evoluzione. I giovani costituiscono un’importante risorsa per le imprese che li assumono, perché sono destinati a diventare i depositari di un immenso patrimonio immateriale e ad acquisire tutto quel know how sviluppato negli anni dai professionisti di un’azienda. Ci riferiamo alla “conoscenza tacita”, ovvero quel bagaglio di conoscenze indispensabile allo sviluppo di tecnologie continuamente all’avanguardia e al passo con i tempi.
 
 
Quali consigli per chi vuole inserirsi?
Partecipare a iniziative e progetti che permettano di costruire un bagaglio culturale lavorativo anche nel corso degli studi, proprio perché spesso la conoscenza dei nostri settori che viene impartita nelle aule universitarie è prettamente teorica. Grazie alle collaborazioni di Anie Confindustria con le università, per esempio, l’entrata in un’azienda elettronica o elettrotecnica può essere un’occasione da cogliere al volo già mentre si studia: la nostra Federazione organizza stage per studenti italiani dei maggiori Atenei, offre ospitalità e supporto in azienda per la realizzazione di tesi di laurea e partecipa ai career day organizzati dalle singole Università. Uno dei temi a noi più cari è quello dell’alternanza scuola–lavoro, uno strumento utile ad accorciare le distanze tra questi due mondi, che dovrebbe essere diffuso e incentivato a tutti i livelli: il consiglio che mi sento di dare ai ragazzi che studiano ancora è quello di approfittare di questi progetti sperimentali che alcune scuole e università organizzano. Ci tengo ancora una volta a sottolineare che un’esperienza lavorativa nel settore, seppur piccola, che può configurarsi anche come una semplice collaborazione gratuita con un’azienda locale, può costituire un vero fiore all’occhiello per il giovane neo-laureato in cerca di uno sbocco professionale.
Cosa proponete a chi cerca un lavoro? Quali sono le vostre iniziative?
L’impegno di Anie sul tema della formazione è molto forte: siamo ben consapevoli del fatto che i Paesi che hanno meglio reagito alla crisi di questi anni sono proprio quelli che hanno a cuore la formazione dei giovani, un settore in cui la nostra Italia investe, come risaputo, davvero poco. Per questo fin dal 2012, Anie ha voluto sottolineare la centralità del tema Education come elemento fondamentale di competitività per le imprese e ha quindi costituito il Comitato Tecnico Education (Cte), che si occupa di sviluppare relazioni con esponenti del mondo universitario e di realtà confindustriali, portando il proprio contributo alle attività dell’omologo comitato di Confindustria, collaborando a iniziative quali proprio Orientagiovani. L’iniziativa, organizzata in collaborazione ad Assolombarda, nasce per spiegare agli studenti cosa sono le tecnologie smart applicate alla qualità della vita urbana e come diventare professionisti di questo settore e dare loro un esempio concreto di quale potrebbe essere il loro futuro lavorativo all’indomani di una laurea in ingegneria elettronica o elettrotecnica. La nostra Federazione ha coinvolto nell’evento anche grandi aziende nostre associate: Abb, Alstom Grid, Bombardier, Infineon, Nidec-Asi, Prysmian, Schneider Electric, Siemens, Terna, Tyco, realtà aziendali appartenenti ai diversi settori che operano nello sviluppo di soluzioni tecnologiche intelligenti. I loro professionisti sono stati chiamati a raccontare la loro esperienza lavorativa al nostro giovane pubblico. Ci auguriamo che queste testimonianze incuriosiscano i ragazzi e li spingano ad approfondire la conoscenza dell’industria elettronica ed elettrotecnica. E, perché no, che alla risposta “Che cosa vuoi fare da grande?” da domani rispondano: “Voglio fare l’ingegnere e costruire lo smart world’ del nostro futuro”.
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