sabato 15 maggio 2010
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«In una fase di irritazione in cui c’è molta vulnerabilità – secondo Andrea Delitala, capo-investimenti di Pictet Funds in Italia – hanno certo un ruolo le dichiarazioni non circospette di Josef Ackermann (Deutsche Bank, ndr) sulla Grecia o di Paul Volcker (ex presidente Fed, ndr) sull’euro». Ieri sui monitor degli operatori si sono viste reazioni violente dopo le loro parole.Basta tuttavia la componente emotiva, l’aspetto psicologico per spiegare il crollo accusato ieri dalle Borse?C’è un elemento più razionale e in parte giustificato: un ritorno di preoccupazione per la crescita.Da cosa lo si capisce?Ieri a soffrire sono state più le azioni dei bond. E credo che fra non molto si faranno risentire i profeti della recessione a «W», di una nuova caduta del Pil (double-dip) dopo quella del 2008-2009 seguita da un inizio di ripresa.Eppure lunedì, dopo l’approvazione del maxi-piano, i mercati non sembravano avere questi timori...Bisogna capire bene cosa comporta quel piano grazie al quale, in pratica, i Paesi ad alta reputazione prestano garanzia in favore dei cosiddetti periferici (Grecia, Spagna Portogallo e Irlanda, ndr). È un primo passo verso la mutualizzazione del debito in Europa. Ma attenzione: il sostegno è accordato in cambio di disciplina fiscale.E questo «scambio» a cosa porterà?A una "germanizzazione" dei bilanci. La Spagna taglia gli stipendi come aveva già fatto in anticipo Berlino. E non sarà la sola costretta a farlo. Con effetti potenzialmente negativi per la crescita.Evitato in ogni caso il «contagio» dell’insolvenza greca e messo al sicuro l’euro, cosa potrebbero fare le istituzioni e i governi europei per evitare una ricaduta dell’economia?La risposta politica dovrebbe essere articolata, mostrando anzitutto più compattezza nella leadership. Evitando ad esempio dichiarazioni alla Shoeble (il ministro delle Finanze tedesco, ndr) sull’eventuale uscita di alcuni Paesi dall’Eurozona.Basta la compattezza?Andrebbe inoltre stabilita in fretta un revisione del Patto di Stabilità che non mortifichi la crescita ma garantisca la sostenibilità fiscale nel medio termine.Anche l’euro ieri ha nuovamente ceduto terreno nei confronti del dollaro.In base ai fondamentali economici il punto di equilibrio della moneta unica è non oltre 1,20 sul dollaro. E non mi stupirebbe se scendesse ancora.Ma il piano non serviva a salvare l’euro?La difesa strutturale della solidità intrinseca della valuta non esclude affatto un ridimensionamento ordinato del suo valore esterno. L’euro debole, inoltre, è un fattore importante per gli utili delle aziende: a ogni 10% di ribasso corrisponde un aumento del 6% delle previsioni di profitti aziendali.Chi ne beneficerà?Le Borse e i Paesi maggiormente esposti alle esportazioni.
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