giovedì 8 giugno 2017
L'ad di Volvo Italia, Michele Crisci: «Una lunga storia di sicurezza al volante. La proprietà cinese ci ha lasciato piena autonomia. Mi batterò perché la mobilità sostenibile non lo sia solo a parole»
La XC60, ultima nata di casa Volvo

La XC60, ultima nata di casa Volvo

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Dalla prima OV4 alla nuovissima XC60: sono passati 90 anni, pieni di tappe importanti per Volvo ma anche per la storia dell'auto. Abbiamo chiesto a Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Italia quali pensa siano state le più importanti per il marchio.
«Per noi che abbiamo fatto della sicurezza un'autentica missione - spiega Crisci - una tappa fondamentale è stata l'introduzione della cintura di sicurezza a tre punti di ancoraggio, nel 1959. Fu un ingegnere di Volvo, Nils Bohlin, a inventarla ed è stato valutato che si tratti della singola invenzione che maggiormente ha contribuito alla sicurezza in auto. Ma poi penso alla XC60 prima generazione che ha introdotto il City Safety con frenata automatica per evitare gli impatti: per certi versi il primo, vero passo in direzione della guida automatizzata o autonoma di cui tanto di parla. Era il 2008 a riprova di quanto il pensiero di Volvo sia moderno e avanguardista».

Stile rigoroso e, soprattutto, la sicurezza come contenuto irrinunciabile. Pensa sia questo il segreto del prestigio senza tempo di Volvo?
«Oltre allo stile inconfondibile, il vero segreto di Volvo è sempre stato una fedeltà assoluta ai propri valori di marchio e alla propria responsabilità civica. Una coerenza e un'integrità che hanno costruito nel tempo la nostra credibilità e con questa il gradimento del pubblico e il rispetto di tutti gli altri costruttori».

DNA svedese e proprietà cinese: un binomio che sta funzionando benissimo, grazie soprattutto all'intelligente politica "non invasiva" scelta da chi ha investito su Volvo...
«Difficile sperare di meglio rispetto a quanto ottenuto in questi anni. Grazie alla lungimiranza dell'azione della proprietà cinese, la nostra azienda si è ritrovata finalmente nella condizione di applicare tutto il know-how specifico che possiede e di sviluppare prodotti all'altezza del prestigio del marchio, attingendo pienamente dal patrimonio di casa, quello scandinavo. Non siamo mai stati
così svedesi e i risultati si vedono».

Addio al diesel e investimenti sempre più forti sulle alimentazioni alternative. Pensa sia questa la strada obbligata?
«La vita del diesel sarà sempre più difficile. Continueremo ad avere un'offerta di motorizzazioni a gasolio importante ma è certo che
il futuro è l'elettrificazione, che significa auto ibride o completamente elettriche. Contiamo di avere un milione di auto elettrificate sulle strade del mondo entro il 2025; e sono certo che una parte di queste circoleranno anche in Italia, perché sarà necessario che il nostro Paese si adegui alla modernità imposta dalle nuove tecnologie e recuperi il ritardo attuale».

L'auto trascina il Pil e riceve invece scarsissima attenzione in cambio a livello politico. Lei è stato eletto da poco presidente dell'Unrae: non crede che l'automobile in Italia abbia bisogno di una lobby molto più forte di quella che sinora non è stata capace di difenderla?

«La mia azione a capo dell'Unrae avrà una priorità assoluta: far sì che l'auto diventi un catalizzatore di iniziative per una mobilità sostenibile. Altrimenti non avrà senso continuare a parlare di ecologia e azzeramento degli incidenti dovendo scontare infrastrutture obsolete».

Volvo ha investito molto sulla guida autonoma. Lei preferisce definirla "assistita", ma che scenari possiamo
aspettarci?

«Mi permetto di dire che non è questione di preferenza: quello che esiste oggi è guida assistita con diversi livelli di automazione; la
guida autonoma vera e propria arriverà solo fra qualche anno e chi dice cose diverse non fa che generare pericolosa disinformazione. È il caso, ad esempio, della nuova XC60, che alla frenata automatica aggiunge la sterzata automatica per risolvere situazioni di rischio ed evitare possibili impatti. Proprio questo che ci riserva il futuro: un grado di automazione sempre
più elevata fino al livello in cui l'auto sarà in grado di disimpegnarsi da sola nel traffico di tutti i giorni sapendo valutare le variabili che comporta».

L'età media di chi acquista un'auto oggi in Europa è molto alta (53 anni). Che strategia ha Volvo per riavvicinare i giovani? Arriverà davvero un nuovo modello di taglia piccola per completare la gamma?
«La futura serie 40, di cui vedremo presto la prima realizzazione con la Suv compatta XC40, sarà un prodotto chiave della nostra strategia diretta a un pubblico più giovane».

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