mercoledì 28 settembre 2016
​Sessanta ragazze provenienti dalle scuole di Milano, Roma e Napoli hanno accettato la sfida di formare altre mille loro coetanee alla programmazione e al 'coding'. È il progetto Coding girl presentato oggi all'ambasciata degli Stati Uniti d'America.
L'innovazione si colora di rosa
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Sessanta ragazze provenienti dalle scuole di Milano, Roma e Napoli. Sessanta studentesse che hanno accettato la sfida di formare altre mille loro coetanee alla programmazione e al coding. È il progetto Coding girl presentato oggi all'ambasciata degli Stati Uniti d'America a Roma. Un'iniziativa a cura della fondazione Mondo Digitale, dell'ambasciata americana (finanziatrice del progetto) e in collaborazione con Microsoft, che abbraccia più aspetti: la formazione digitale, l'apprendimento della lingua straniera e la parità di genere. Al fianco delle studentesse, 30 docenti di 12 scuole che coordineranno la formazione diffusa e le maratone hackathon nelle tre città menzionate. Nel ruolo di supervisor, la coach americana Emily Thomforde, che dopo aver animato i collegamenti in videoconferenza con le scuole, condurrà lastaffetta formativa tra le città.    Prima di iniziare i corsi, le ragazze 'tutor' saranno a loro volta formate grazie a un percorso partito questa estate con il Coding summer school, corso di programmazione interamente inlingua inglese. A loro il compito di tramandare le conoscenze apprese e "innescare l'effetto moltiplicatore di Coding girl".   "La sfida - ha detto Roberta, studentessa di un istituto superiore di Monterotondo in provincia di Roma e una delle 60 'coding girl' - è imparare a usare i codici e, soprattutto, spiegarli". Un progetto questo, ha aggiunto la giovane studentessa, "che ci aiuterà a capire cosa potrebbe esserci nel nostro futuro, anche a chi di noi, ancora non ha idea di cosa vorrà fare". E non solo, "il valore morale dell'iniziativa è testimoniato anche dalla sua forte presenza femminile".Coding girl è un'iniziativa "ammirevole e strategica" anche per il direttore generale della Direzione per gli ordinamenti scolastici del Miur, Carmela Palumbo, secondo la quale da un lato "svilupperà il sapere computazionale, fondamentale al giorno d'oggi", dall'altro "si configura anche come un'azione di genere tentando di rimuovere quello stereotipo secondo cui le ragazze non scommettono la propria intelligenza sulle discipline matematiche e ancora meno sulla tecnologia"."Il Coding girl - ha aggiunto il direttore generale di Mondo Digitale, Mirta Michilli - è un progetto che promuoviamo insieme all'Ambasciata americana da tre anni. Intende abbattere il divario tra uomo e donna nel settore della scienza e della tecnologia, partendo dal coding e dal pensiero computazionale per avvicinare le studentesse a un settore che oggi offre un milione e mezzo di posti di lavoro e per allenarle al 'problem solving', alla creatività e a sviluppare un pensiero critico che le aiuti a risolvere problemi più complessi anche in ambito lavorativo".
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