lunedì 30 dicembre 2013
«Siamo infatti convinti che, a partire dal 2014, l'uscita dalla crisi passi anche attraverso l'equità e un futuro etico e sostenibile del mercato del lavoro professionale". Lo ha dichiarato in una nota Claudio Antonelli, vicepresidente di Confassociazioni.
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"È in dirittura d'arrivo il Codice etico di Confassociazioni. Siamo infatti convinti che, a partire dal 2014, l'uscita dalla crisi passi anche attraverso l'equità e un futuro etico e sostenibile del mercato del lavoro professionale". Lo ha dichiarato in una nota Claudio Antonelli, vicepresidente di Confassociazioni con delega all'etica e alla cultura professionale."Qualcuno pensa che in un periodo di crisi non sia prioritario parlare di etica ma noi di Confassociazioni - ha sottolineato Antonelli - crediamo sia un errore clamoroso. Anzi, proprio la mancanza di etica nelle relazioni di business è una delle principali cause della crisi che stiamo vivendo. È proprio quando le risorse sono scarse che servono equità, correttezza e meritocrazia. È nelle cronache quotidiane la scoperta di illeciti ispirati dall'opportunismo: finti invalidi, falsi poveri, amministratori corrotti, indennità ingiustificate, rimborsi spese vergognosi"."Diciamolo chiaramente: anche il mondo professionale - ha avvertito - non è affatto immune da questo rischio. Non possiamo illuderci: il rischio c'è e non solo statisticamente. Le competenze specialistiche riservate, le attività protette dalla libera concorrenza, l'esercizio di funzioni con discrezionalità decisionale, la stessa asimmetria informativa tra professionista e cliente sono a volte usati come strumenti di potere che influenzano negativamente l'equità e la lealtà competitiva. È per questo - ha continuato Claudio Antonelli, che è anche presidente di Più-Professioni intellettuali unite - che gli organismi rappresentativi del mondo professionale devono vigilare sull'etica. Eppure, quante ammonizioni, quante sospensioni o quante radiazioni abbiamo visto in tanti anni? Quasi nulla: percentuali irrisorie, assolutamente non credibili"."Per Confassociazioni sono inaccettabili sia i comportamenti scorretti sia le collusioni conniventi di chi guarda da un'altra parte, che si tratti di associazioni professionali o di ordini. La difesa corporativa danneggia non solo l'utenza e la società nel suo insieme, ma anche la reputazione di tutte le professioni e, in particolare, di quelle associative che si confrontano su mercati concorrenziali e assetti reputazionali multilaterali", ha aggiunto."È per questo che Confassociazioni - ha affermato Antonelli - vuol essere in prima linea nel combattere questa battaglia di equità volta ad assicurare un futuro etico e sostenibile per il mercato del lavoro professionale. Vogliamo essere rigorosi nel pretendere che le nostre organizzazioni professionali prestino la massima attenzione e impegno nel promuovere l'etica fra gli associati"."Il nostro primo obiettivo del 2014 sarà il Codice etico di Confassociazioni, la cui stesura finale verrà condivisa con le principali associazioni dei consumatori, per costituire un nucleo di sistema etico per le professioni associative e collaborare con gliclienti, utenti, fornitori, collaboratori che condividono il nostro stesso spirito. Ci proponiamo di alimentare un circuito virtuoso, un sistema alternativo di relazioni fondate sull'etica delle professioni e degli affari. La nostra scommessa si basa sulla convinzione che un sistema professionale fondato sull'etica nelle relazioni sia vincente nella competizione di lungo termine aiutandoci concretamente ad uscire finalmente da questa crisi dolorosa e profonda".
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