sabato 19 giugno 2021
Su Nature una ricerca sugli effetti di arsenico e piombo. Lettera a Speranza e Cingolani: ci rivolgeremo all'Onu, l'area a caldo va chiusa. Attesa per il pronunciamento del Consiglio di Stato
Le associazioni chiedono di fermare l'area a caldo dell'ex Ilva di Taranto

Le associazioni chiedono di fermare l'area a caldo dell'ex Ilva di Taranto - Ansa

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In attesa della decisione del Consiglio di Stato sulla chiusura dell'area a caldo dell'ex Ilva – il pronunciamento sul ricorso presentato da ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria contro la sentenza del Tar di Lecce che dispone lo stop agli impianti ritenuti inquinanti in ottemperanza a un'ordinanza del sindaco Rinaldo Melucci attesa entro il 27 giugno – continua il pressing di associazioni ambientaliste e comitati cittadini di Taranto che oggi rilanciano gli esiti di uno studio pubblicato su Nature sugli effetti dell'inquinamento ambientale anche sul quoziente intellettivo dei bambini che vivono nei quartieri vicini allo stabilimento siderurgico, in particolare i rioni Tamburi e Paolo VI. La ricerca pubblicata in inglese sulla rivista internazionale «Nature» ha analizzato l'interazione tra l'arsenico (trovato nelle urine) e il piombo (trovato nel sangue), evidenziando «effetti neurotossici sinergici». Il combinato tra i due inquinanti, produrrebbe maggiori disturbi del comportamento, rischi di autismo, ansia e depressione. Sono stati analizzati circa 300 bambini con un'età compresa tra i 6 e gli 11 anni che vivono a ridosso del Siderurgico. E troverebbe conferma lo studio scientifico (condotto dall'istituto Superiore della Sanità nel 2017) sul quoziente intellettivo più basso rispetto ai coetanei residenti in altri quartieri. La ricerca pubblicata su Nature riprende approfondisce uno studio già condotto a Taranto sull'impatto che l'inquinamento industriale ha sul quoziente di intelligenza dei bambini evidenziando come gli effetti del piombo e dell'arsenico «non solo si sommano ma si amplificano reciprocamente». «Questo ha destato in noi forte preoccupazione», scrive il Comitato per la Salute e per l'Ambiente di Taranto (a cui aderiscono Peacelink, Genitori Tarantini, Comitato Quartiere Tamburi, Articolo 32, LiberiAmo Taranto e Lovely Taranto) in una lettera indirizzata al ministro della Salute Roberto Speranza e al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. «Occorre un vostro urgente intervento – chiedono a gran voce – per fermare gli impianti dell'area a caldo dell'ex Ilva, ormai improcrastinabile». Le associazioni chiedono inoltre ai due ministri di smentire le voci che danno per imminente un nuovo decreto salva-Ilva che sarebbe una grave atto di protervia e di irresponsabilità e annunciano che si rivolgeranno al Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del bambino, con sede a Ginevra.

Intanto si va verso il no in conferenza di servizi al ministero della Transizione ecologica alla proroga chiesta da Acciaierie d'Italia per i lavori di messa a norma della batteria coke numero 12. L'azienda siderurgica ha chiesto una proroga della tempistica da fine giugno a novembre prossimo, ma diverse realtà presenti in conferenza dei servizi (tra le quali i Comuni di Taranto e Statte e l'Arpa) hanno espresso parere contrario. La decisione finale sulla batteria 12 arriverà, come tutte le altre prescrizioni Aia, con decreto ministeriale ma è molto difficile che venga accordata. Acciaierie d'Italia ha chiesto la proroga affermando che il blocco causato dal Covid 19 non ha permesso di eseguire le attività previste. Nei mesi scorsi sono state chieste proroghe anche per altri interventi di messa a norma della fabbrica previsti dall'Autorizzazione integrata ambientale.

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