lunedì 18 marzo 2019
Doveva partire il 1 marzo ma il decreto attuativo rimbalza tra gli enti. il viceministro Galli ammette: «Incentivi ed eco-tassa, provvedimenti affrettati»
Il vice ministro Dario Galli (a sinistra) con Pierluigi Bonora (#FORUMAutoMotive)

Il vice ministro Dario Galli (a sinistra) con Pierluigi Bonora (#FORUMAutoMotive)

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Sono passati quasi 20 giorni dall'entrata in vigore degli ecoincentivi statali previsti dalla Legge di Bilancio per l'acquisto di una nuova auto elettrica o elettrificata a basse emissioni, ma in realtà il provvedimento non è ancora stato applicato. E' bastata una rapida verifica presso i concessionari per avere conferma che l'incertezza più totale regna tra i rivenditori, che non sanno come accogliere le domande dei clienti, ma anche tra chi dovrebbe poter usufruire di questi bonus. Il decreto attuativo sarebbe infatti pronto, è però ancora oggetto di rimpalli fra il MEF e il MISE, cosa che sta causando ritardi e non poco imbarazzo e disagi.

Ricordiamo che in base alla norma approvata dal governo, ogni utente dal 1 marzo scorso dovrebbe ottenere fino a 6.000 euro di sconto acquistando un'auto elettrica o ibrida con emissioni di CO2 al di sotto dei 20 g/km, ma solo in caso di rottamazione. Senza alcun veicolo da rottamare, lo sconto totale può arrivare a 4.000 euro. Per chi acquista una vettura ibrida con emissioni al di sotto dei 70 g/km, il bonus è di 2.500 euro rottamando una vecchia auto, altrimenti 1.500 euro senza rottamazione. Sempre dal 1 marzo 2019 sono attivi, teoricamente, anche gli sconti sui motocicli elettrici: si possono ottenere fino a 3.000 euro di vantaggi, calcolando il 30% del prezzo totale, ma solo rottamando una vecchia moto o scooter. Contemporaneamente è entrata in vigore anche la tassa che “punisce” l'acquisto di veicoli che emettono più di 160 gr/km di CO2: in questo caso, l'ecotassa a carico dell'acquirente va da 1.100 a 2.500 euro.

«Le misure di eco bonus-malus sono state forse un provvedimento un po’ affrettato, con l’intento di promuovere la riduzione della CO2. Siamo intervenuti e lo stiamo facendo ulteriormente per migliorarlo». A soffiare sul fuoco di una situazione paradossale, c'è ora anche la presa di posizione di un esponente del governo stesso. Anzi, addirittura del Vice Ministro dello Sviluppo Economico, Dario Galli, intervenuto oggi a Milano in un dibattito sulla mobilità organizzato da #FORUMAutoMotive. «Nel tempo l’auto elettrica avrà la sua giusta nicchia di mercato, conquistando nuove quote di mercato. A livello di autonomia c’è ancora del lavoro da fare e intanto dobbiamo puntare anche su altre alimentazioni per ridurre le emissioni del nostro parco circolante», ha detto Galli.

«E’ necessario togliere dal mercato le auto più inquinanti e individuare misure per sostenere il ricambio del parco circolante, anche attraverso provvedimenti a sostegno della vendita di usato di ultima generazione», ha ammesso il Vice Ministro. «L'età del parco
circolante italiano è il problema.
Se non facciamo la politica dei grandi numeri non risolviamo il problema. Ogni auto di 15-20
anni tolta dal mercato è come immettere 20 auto nuove. Non bisogna demonizzare il fatto che cambiare l'auto vecchia con una
nuova, sempre diesel o benzina, sia disdicevole. Di per sé è un miglioramento. Lavoreremo anche sull'usato su usato. Se sostituisco un'auto di 15 anni con una di 3, inquino 15 volte meno di quella che ho cambiato».

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