sabato 8 maggio 2010
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Alessandro Capuano è un trader professionista. Guida a Milano IG Market, una società che offre ai broker, ai gestori di fondi e alle banche derivati finanziari su azioni, valute e indici di Borsa. Turbo-finanza, insomma. Quella con un rischio elevato. Per questo non si stupisce se l’euro è passato in due sole settimane da 1,36 a 1,26 contro il dollaro. Uno strappo violentissimo. Qualcuno ci a fatto i miliardi, scommettendo sul ribasso della valuta europea e contribuendo allo stesso tempo ad affossarla. Lo stesso meccanismo, naturalmente, funziona per azioni e Borse. Ma com’è possibile spostare somme di denaro immense in così poco tempo? Con quali strumenti?Secondo il Wall Street Journal, un mese fa, i vertici dei grandi hedge fund (tra cui Goldman Sachs, Jp Morgan, e Soros Fund Management), nel corso di una cena avrebbero deciso di speculare al ribasso sull’euro. Tecnicamente è possibile?Con la leva e i derivati è possibile, soprattutto sul mercato delle valute.Perché?È il mercato più liquido, quello in cui girano più soldi. Ed è quello che ha l’effetto leva più grande: si lavora con il cosiddetto «margin trading» al 2%.Cosa significa?Con una piccola somma di denaro è possibile controllare una somma molto più grande. Bastano 2mila euro per investirne 100mila. Venti milioni per un miliardo. Un gruppo ristretto di grandi investitori può aver dunque provocato un simile movimento sull’euro?Non credo al complotto, ma i grandi hanno sentito odore di sangue. A muoversi in ogni caso sono stati i mercati nel loro complesso. Anche perché era molto facile prendere di mira l’euro! Come un tempo la lira o, nel settembre 1992, la sterlina.I mercati hanno cioè «annusato» l’improvvisa debolezza della divisa Ue?Hanno capito che erano finite le disgrazie altrui, quelle del dollaro, sulle quali l’euro aveva fatto negli ultimi due anni la sua fortuna. E hanno per così dire approfittato del «caso greco».Si è iniziato quindi a vendere euro e comprare dollari perché la divisa Usa è destinata a rafforzarsi con la ripresa statunitense?I mercati anticipano di 6-12 mesi le decisioni delle Banche centrali sui tassi. Pensano cioè che entro la fine dell’anno la Fed inizierà ad alzarli, rafforzando ulteriormente il dollaro, mentre la Bce starà ancora ferma. E per questo comprano dollari e vendono una parte delle scorte di euro fino a un mese fa preponderanti.Preoccupato della crisi greca e del possibile contagio?No. Perché a differenza di quanto successo con Lehman, in cui non si sapeva quali sarebbero state le perdite, oggi la dimensione del possibile danno, il default, è nota. È una crisi tipica dei titoli di Stato. Argentina, Russia: ce n’è una ogni dieci anni.
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