venerdì 14 giugno 2019
Da Mercatone Uno a Whirlpool, da Bombardier a Piaggio Aereo: le situazioni difficili sono in aumento
Il negozio di Cesano Maderno (Ansa)

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Tavoli di crisi, un bollettino di guerra. Il 2018 si era chiuso con 138 casi. Ora, cinque mesi abbondanti più tardi, il bollettino oscillerebbe tra i 150 indicati da voci di governo ai 160 individuati dal segretario Fim-Cisl, Marco Bentivogli. Non aiuta chiamare il Mise dove alla richiesta del numero esatto ci si sente cortesemente rispondere che saremo aggiornati il prima possibile. Un quadro avvilente soprattutto perché a detta delle forze sociali mette in situazione di rischio un numero oscillante tra gli 80mila e i 280mila lavoratori. Il tutto mentre, sempre a detta dei sindacati, gli investimenti industriali rallentano, l’industria manifatturiera frena e molte aziende di vari settori sono in sofferenza. Numeri da paura considerando che, secondo uno studio tedesco, nel nostro Paese nel 2018 erano state chiuse 133mila attività e poco importa che 7 su 10 fossero imprese individuali. Restando però ai grandi tavoli di crisi, nonostante l’ottimismo di fine 2018 ed inizi 2019 sono ben lungi da trovare una soluzione i casi (anche mediaticamente più 'sentiti') Alitalia ed ex Ilva. Questioni complesse e rimpallate che sembrano quasi oscurare altri stati di tensione che si protraggono da tempo o da anni, come l’Aferpi di Piombino e l’Alcoa di Portovesme. Scriviamo Aferpi ma va precisato che una decina di giorni fa il logo 'Jindal' ha sostituito quello di Aferpi negli stessi giorni in cui la proprietà indiana ufficializzava il benservito all’ad Fausto Azzi. Ma tra i lavoratori continuava a serpeggiare il malumore. Identico stato delle maestranze della sarda ex Alcoa, ora in mano alla svizzera Sider Alloys, che non ha ancora riavviato l’attività.

Ci sono casi complessi scoppiati in tutta la loro gravità solo ultimamente, come quello di Mercatone Uno e di Whirlpool. O quello del Gruppo Stefanel che nei giorni scorsi ha avviato l’iter per l’ammissione all’amministrazione straordinaria. Tavoli aperti da mesi, invece, e senza, per ora, concreti speragli di soluzione per una azienda del settore ferroviario, la savonese Bombardier e situazione altrettanto confusa per la potentina ex Firema, sempre nel ramo della realizzazione di materiale ferroviario. Nel settore aviazione situazione di totale incertezza per Piaggio Aero. Senza richiamare Alitalia che secondo i programmi di salvezza avrebbe dovuto vedere il nuovo piano industriale firmato Fs entro il 31 gennaio scorso. In un mare di incertezze almeno una buona notizia: mercoledì scorso, infatti, è stato firmato l’accordo sul piano industriale per l’Ast (Acciai speciali Terni).

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