giovedì 11 giugno 2020
Per Silvia Zanella riguarda tutti: uomini e donne, giovani o prossimi alla pensione, persone alla ricerca del primo impiego o di una nuova direzione lavorativa, dipendenti o liberi professionisti
La copertina del libro

La copertina del libro - Archivio

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Il futuro del lavoro è femmina (Bompiani). Ne è certa l'autrice del libro, Silvia Zanella, che si occupa e scrive di futuro del lavoro con focus su innovazione e digitale. Femminili sono le competenze che saranno sempre più richieste in ambito professionale, perché nessun robot sarà in grado di replicare le cosiddette soft skill, ovvero le capacità emotive e relazionali. Femminili saranno i modi di organizzare le aziende, perché le gerarchie rigide e il comando verticale non funzioneranno più in uno scenario complesso, veloce e incerto. Femminile è oggi il punto di vista necessario per comprendere davvero come lavoreremo domani. Non si tratta infatti di capire chi vincerà la battaglia tra uomo e macchina, ma come cambieranno la gestione del tempo e dello spazio di lavoro, le relazioni e la nostra identità, il modo di cercare e vivere un impiego. L’esperienza del Covid-19 ha costretto molti a lavorare da remoto, a coniugare in modo nuovo e complesso famiglia e professione e ci ha dimostrato come ripensare il modo di lavorare sia più che mai necessario e urgente, soprattutto per le donne. Dobbiamo imparare a fare vero smart working, ma prima ancora a condividere obiettivi, dare e generare fiducia, mostrarci vulnerabili e capaci di metterci in ascolto. Il libro uscirà a fine giugno in libreria, in e-book e negli store online. Si tratta di un testo su come lavoreremo domani, su come cambieranno necessariamente gli stili di leadership e i modelli organizzativi, su come una lettura “al femminile” del mondo del lavoro potrebbe rendere conto delle sue evoluzioni in maniera più completa ed efficace.

«Ho iniziato ad abbozzare il testo l’estate scorsa, e l’ho consegnato a Natale – spiega Zanella - . A febbraio eravamo pronti per il “si stampi”, e poi è scoppiata l’emergenza Covid-19. Mai, mai, mai, avrei immaginato che ci sarebbe stata una tale accelerazione dei fenomeni professionali, manageriali e organizzativi che si stavano già delineando da tempo, ma che erano lontanissimi dall’emergere in maniera tanto massiva. Ora più che mai, sono convinta che il futuro del lavoro è femmina. Sgombriamo subito il campo da un equivoco: questo non è un testo su donne e lavoro. Quella che voglio proporre non è un’interpretazione femminista. Non in senso stretto, almeno. Non si parlerà di parità o di discriminazione, dibattito più che mai necessario ma che parte da altri presupposti e ha altri – condivisibili – obiettivi».

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