sabato 2 luglio 2022
La giovane economista iberica ha ricevuto diversi premi per le sue innovazioni. Parteciperà a settembre a The Economy of Francesco: «Punto a promuovere una comunità che sogni alla grande»
Il laboratorio ideato da Amaya che aiuta i giovani a integrarsi
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Si definisce curiosa, eclettica e risolutiva. E ai suoi vent’anni Amaya Vizmanos, uno dei grandi talenti economici iberici, è mossa da un’energia potente e contagiosa, fonte di ispirazione per molti della sua generazione. La sua ambizione? «Essere agente di un cambio sistemico, tentare di trovare nuove soluzioni per l’inclusione e lo sviluppo integrale delle persone», assicura da Pamplona, dove è nata. La sua aspirazione è «promuovere una comunità che sogni alla grande, pensando nel meglio per le persone, e che ritrovi la curiosità e la voglia di lavorare per il futuro e per il bene comune». Per questo, Amaya sarà ad Assisi a settembre per partecipare, assieme ai giovani di 70 paesi, a The Economy of Francesco, rispondendo all’invito del Pontefice a fare emergere le idee e i sogni per un cambiamento radicale dell’economia. All’Università di Navarra Amaya sta ultimando la doppia laurea in Legge ed Economia Internazionale. Un percorso formativo che integra con un terzo itinerario accademico in discipline umanistiche all’Università a distanza di Madrid. Così spiega la sua scelta: «Mi muove la curiosità. Ho scelto diritto per comprendere le regole del funzionamento della società. Economia per capire come agiscono i sistemi economici e il comportamento delle persone nella gestione delle risorse scarse. Umanistica, per intendere l’essere umano».

Amaya fa parte della Scuola di leadership dell’Università Francisco de Victoria e del programma Women Lead to Inspire, che sostiene le eccellenze nel campo della consulenza strategica. E figura anche nella categoria 'Business & Economics' della lista Nova 111 Students, che identifica «i profili 'under 35' che hanno già ottenuto successi unici e mostrano il potenziale per un impatto positivo e rilevante nel futuro». Un esempio del suo esito è l’incubatrice di progetti della cosiddetta generazione Z, il Xirimiri Lab, che Amaya Vizmanos ha lanciato a soli 18 anni con due amiche, inglobato nel servizio di consulting della Casa della Gioventù del Comune di Pamplona. «Il concetto – spiega – è quello del 'xirimiri', la pioggerellina fitta e leggera del Paese Basco, che fa fiorire il campo in primavera, ma finisce anche con inzupparti. Allo stesso modo, goccia a goccia – osserva – il laboratorio genera una rete di supporto ai giovani per aiutarli a collegarsi e integrarsi fra loro, a conoscere le realtà esistenti nella regione, a porsi sfide e a risolvere problemi, a intraprendere iniziative sociali e innovative». Il Xirimiri Lab offre una formazione globale e multidisciplinare gratuita con seminari e congressi. E punta a diventare una sorta di think tank giovanile per associazioni, enti e istituzioni, e contribuire così alle politiche pubbliche. Ma non è tutto. Fedele allo spirito di 'adattarsi ed essere flessibile nelle avversità, per trasformarle in opportunità', Amaya è stata anche la prima a realizzare la sua visione, durante il confinamento della pandemia. «Mentre eravamo rinchiusi, pensavo che un anno prima mi stavo preparando per la selettività, l’esame di accesso all’università. E riflettevo sulle difficoltà che dovevano provare tutti gli studenti di fine liceo in vista dell’esame, in condizioni così difficili. Cosi ho immaginato un modo per aiutarli», ricorda. Detto e fatto. L’economista ha creato in Instagram il movimento @yoteayudoconlasele, io ti aiuto per la selettività, e poi una web, che ha messo in rete oltre 724 volontari universitari, disposti a fare da tutor ai 6mila liceali, che si sono iscritti e ne hanno beneficiato.

Un’esperienza cresciuta con anche dopo il lockdown oltre l’ambito strettamente universitario, e che è avvalsa ad Amaya il premio 'Innovactora Junior 2020'. Pesano tanti riconoscimenti a soli 20 anni?, le chiediamo. «Per me l’importante è fare quanto meglio giorno dopo giorno», replica. «Credo che la vita mi abbia dato molti doni e che la mia responsabilità sia condividerli con quanti non hanno avuto le stesse opportunità». Attiva, dinamica e solidale, Amaya è anche una viaggiatrice che accumula numerose esperienze comunitarie all’estero: «Ho partecipato a un viaggio di cooperazione in Uganda durante il primo anno di liceo, a poi in Etiopia, l’anno successivo», ricorda. «Ma uno dei più arricchenti è stato la rotta a piedi attraverso i Pirenei, che ho fatto nell’estate 2019 con persone a rischio di esclusione sociale provenienti tutto il mondo. È dove ho toccato con mano come siamo tutti uguali, cerchiamo lo stesso affetto, ci muove la stessa voglia di condividere la vita, lo stesso sguardo trasformatore».

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