venerdì 15 marzo 2024
La ministeriale dei sette Grandi ha siglato un documento contro gli abusi dell’IA e ha individuato le aree di maggiore interesse per la transizione nella pubblica amministrazione
Foto di gruppo per i ministri dell'Industria del G7

Foto di gruppo per i ministri dell'Industria del G7 - Ansa

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Priorità a uno sviluppo “etico” dell’intelligenza artificiale, che sia in linea con i principi e i valori alla base delle democrazie. L’obiettivo dell’Ia deve essere quello di portare benessere ai cittadini e di favorire la coesione e la resilienza delle società e delle economie. All’indomani dell’approvazione da parte del Parlamento Europeo dell’AI Act, il primo impianto di norme al mondo che regola l’intelligenza artificiale, anche i sette Grandi si muovono su questo fronte. In un documento scaturito dal G7 dell’Industria, tecnologia e digitale che si è svolto tra Verona e Trento, il forum che riunisce Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d'America conferma la necessità di un’Ia il cui uso «non può prescindere da considerazioni etiche e dal rispetto dei valori democratici dei paesi del G7, dalla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali», con la necessità di prevenire e mitigare «possibili abusi e usi impropri».


Più di cento persone appartenenti a 13 diverse delegazioni internazionali erano presenti ieri a palazzo Geremia a Trento per la seconda giornata del G7 dedicata alla tecnologia, dopo l’apertura di giovedì a Verona. Nella dichiarazione finale vengono individuate le aree tematiche di particolare interesse per la transizione digitale del settore pubblico, a partire dalla stessa intelligenza artificiale. «L’Ia rappresenta uno dei campi di innovazione più affascinanti e promettenti, con il potenziale di migliorare in modo significativo le nostre vite», si legge nel documento, secondo cui «l’accesso ai servizi pubblici digitali contribuisce all'inclusione sociale e può aumentare la fiducia dei cittadini nella pubblica amministrazione».

La dichiarazione fa riferimento anche alla nozione della Digital Public Infrastructure (Dpi), introdotta dalla presidenza indiana del G20 nel 2023, «come soluzione infrastrutturale che potrebbe favorire la crescita sostenibile e promuovere un accesso più inclusivo ed equo ai servizi digitali».

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha spiegato che il documento approvato ieri fa parte di un percorso che arriverà fino alla «seconda ministeriale ibrida di ottobre», in cui si parlerà anche del «coordinamento in caso di crisi, ovvero di come i nostri Paesi si muoveranno nel caso di crisi che possano mettere a rischio l’approvvigionamento di chip come accaduto durante la pandemia». Sia Urso che il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti hanno annunciato che il governo italiano sta preparando una legge quadro sull’uso dell’intelligenza artificiale, la blockchain, il metaverso. «Saremo i primi o tra i primissimi a dotarsi di un testo che sia interamente dedicato» al tema, ha sottolineato Butti, secondo cui con l’avvento della Ia nel mercato del lavoro «ci saranno occupazioni che spariranno, altre che emergeranno, ma bisogna essere ottimisti. L’intelligenza artificiale non decimerà i posti di lavoro, anche se sarà più sfidante rispetto al passato ed è per questo che tutti gli organismi internazionali si stanno attrezzando con grande attenzione».

Butti ha quindi evidenziato che nel corso della plenaria del G7 molti interventi si sono focalizzati sull'importanza del dato, che «assumerà e sta già assumendo una importanza nei rapporti diplomatici e stabilire il tasso di democrazia nel mondo». Annunciato anche l’arrivo nel corso di quest’anno del primo wallet italiano ed entro il 2026 dell’identità digitale unica.


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