lunedì 25 novembre 2019
All'Internet Global Forum di Berlino, Tim Berners-Lee presenta il "Contratto per il Web": nove princìpi per governi, aziende e cittadini con l'obiettivo di dare un futuro positivo a Internet
L'intervento di Tim Berners-Lee all'Internet Global Forum 2019 (foto da Twitter)

L'intervento di Tim Berners-Lee all'Internet Global Forum 2019 (foto da Twitter)

COMMENTA E CONDIVIDI

L’intervento di Tim Berners-Lee era il più atteso all’Internet Governance Forum che si è aperto ieri a Berlino. Trent’anni fa nei laboratori del Cern di Ginevra questo informatico britannico ha combinato ipertesti, protocolli di rete e sistemi dei nomi di dominio “inventando” di fatto il World Wide Web.

Ieri, davanti alla platea di rappresentanti di governi, aziende e società civile di tutto il mondo ha presentato il “Contratto per il Web”, un documento in nove punti che ha l’obiettivo di «proteggere il web come forza per il bene». Il Contratto presentato da Berners-Lee è stato sviluppato grazie al lavoro di due governi (Francia e Germania), cinque organizzazioni non profit (compresa Wikimedia), tre aziende (Pango, Google, Microsoft) e cinque gruppi di lavoro fatti da esperti.

La speranza dei promotori, che ieri hanno aperto la raccolta di firme per aderire, è che governi, aziende e cittadini si impegnino a rispettare i principi di questa sorta di manifesto per il futuro di Internet.

I principi del Contratto

I primi tre principi chiedono l’azione dei governi: il primo è che ognuno possa connettersi a Internet, il secondo è che chiunque possa sempre accedere a tutto ciò che di legale c’è in Rete, il terzo invita a rispettare i diritti fondamentali della privacy e della protezione dei dati personali.

Il secondo gruppo di principi riguarda le aziende: si chiede di rendere la connessione a Internet accessibile (anche economicamente) a tutti, di rispettare la privacy e i dati sensibili dei navigatori, e di sviluppare tecnologie che «sostengano il meglio dell’umanità e contrastino il peggio».

I tre ultimi principi riguardano i cittadini: si chiede di impegnarsi ad essere creatori e collaboratori nella Rete, di creare comunità forti che rispettino il discorso civile e la dignità umana, di lottare perché il Web rimanga pubblico e aperto.

I prossimi passi

L’idea è che, raccolto il supporto necessario, i principi di questo Contratto siano tradotti in scelte politiche e in azioni pratiche. «Avremo successo quando una massa critica di governi e aziende avrà varato le giuste leggi e regole per creare un Web aperto e per tutti; quando governi e aziende sapranno che cittadini e clienti si aspettano questo da loro; quando sarà normale che la maggioranza delle persone comunichi positivamente e con rispetto online» spiegano i promotori.

L’Internet Governance Forum è il luogo migliore per lanciare un’iniziativa di questo tipo: è una piattaforma messa in piedi nel 2006 dalle Nazioni Unite con lo scopo di aiutare i Paesi a regolare al meglio Internet. Per l’Italia ha partecipato Paola Pisano, ministro dell’Innovazione tecnologica, accompagnata tra gli altri dai rappresentanti dell’Internet Society Italia, l’organizzazione non profit americana fondata a inizio anni ‘90 da alcuni pionieri di Internet.



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI