venerdì 17 marzo 2023
Il MIT ha approvato i progetti che saranno finanziati con 103,5 milioni di euro del PNNR. Interessate 11 regioni
Entro tre anni 36 nuove stazioni di rifornimento in Italia
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Arriva un’ottima notizia per il futuro sostenibile della mobilità italiana, che prevede un passo decisivo per la creazione della rete italiana di rifornimento a idrogeno. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato infatti la graduatoria dei 36 progetti ammessi al finanziamento pubblico per la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno. Il contributo da parte dello Stato è di circa 103,5 milioni di euro, finanziati grazie al PNRR. Si tratta di una prima parte dei 230 milioni di euro complessivi previsti nel Piano proprio per sviluppare la rete nazionale di rifornimento a idrogeno.

H2IT – Associazione Italiana Idrogeno - che rappresenta grandi, medie e piccole imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore dell’idrogeno – sottolinea la forte risposta da parte della filiera, che dimostra di essere pronta a fornire al sistema Italia soluzioni a idrogeno. L’Associazione auspica, inoltre, che la quota parte dell’investimento non allocato attraverso questo bando (circa 130 milioni), venga comunque reinvestito nel settore della mobilità a idrogeno. “Siamo soddisfatti che il Governo abbia ascoltato le istanze del settore e abbia dato fiducia al suo potenziale di crescita – ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT -. Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per permettere all’idrogeno di dare un contributo decisivo al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema italiano. In Europa si sta già puntando su questo vettore da anni, con alcuni Paesi pionieri, come ad esempio la Germania, che rappresentano un modello d'avanguardia nell’innovazione e nella transizione energetica. Ora siamo sulla giusta strada per recuperare il divario."

Entro il 2026, diventeranno, quindi, 38 le stazioni di rifornimento a idrogeno sparse su tutto il territorio nazionale. Alle 36 nuove HRS che verranno create, si aggiungono, infatti, le 2 già presenti nella provincia di Bolzano e Mestre. Le aree scelte riguardano soprattutto le zone strategiche per i trasporti stradali pesanti, come l'asse stradale del Brennero, del corridoio est-ovest da Torino a Trieste e dei corridoi europei TEN-T (le reti di trasporto trans-europee). Non a caso, dei 103,5 milioni di euro, il 77% (circa 79 milioni) riguarda regioni del Nord: Veneto, Trentino-Alto Adige, Lombardia e Piemonte. In particolare, circa 27 milioni verranno investiti in Veneto (9 progetti), quasi 21 milioni in Trentino-Alto Adige (6) e circa 16 milioni in Piemonte (5) e Lombardia (4). Gli investimenti riguardano anche al Centro e al Sud: ad esempio, in Puglia verranno investiti 8 milioni (3), nel Lazio 3 milioni (2) e in Calabria 2 milioni (1).

Per quanto riguarda le aziende coinvolte, i progetti approvati sono stati presentati da Autostrada del Brennero (progetti per stazioni di rifornimento a Lavis Est e Ovest (Trento), Verona e Vipiteno (BZ): Milano Serravalle (a Carugate Est e Ovest (MI) e Tortona (AL); Snam 4 Mobility (Arquata Scrivia (AL), Avezzano (AQ), Bari, Belforte Ovada (AL), Limena (PD), Monselice (PD) Torrazza Piemonte (Torino), Torre d'Isola (PV)); Eni (Mestre (VE), San Donato Milanese (MI), Taranto), Sapio (Vicolungo (NO) e Mantova); Green Factory (Paese (TV)): Sasa (Merano (BZ) e Bolzano), Edison (Meolo (VE), San Bonifacio (VR) e Piacenza), Q8 Petroleum (Porpetto (UD) e 2 stazioni a Roma), Alperia Greenpower (Brunico (BZ)): Gemmo-Simplifhy SB (San Donà di Piave (VE)), Dilella Invest (Bari), Beyfin (Le Fosse (AR); Teca Gas (Lamezia Terme (CZ); Sol (Pollein (AO); e Italgas (Sestu (CA).



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