venerdì 12 febbraio 2021
L'azienda lecchese ha chiuso il 2020 con un aumento di 15 milioni di fatturato, in crescita esponenziale l'export. Il cioccolato "cibo rifugio" durante la pandemia
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Il cioccolato come "cibo rifugio" in tempi di pandemia. In un anno disastroso per la aziende italiane la Icam Cioccolato, azienda leader nella produzione e commercializzazione di cioccolato e semilavorati del cacao fondata nel 1946, ha avuto performance straordinarie. Un fatturato di 177 milioni di euro (+15 milioni rispetto al 2019), che conferma anche un trend positivo iniziato cinque anni fa costruiti sulle scelte strategiche che da 75 anni caratterizzano l'azienda lecchese, non ultime la multi-canalità, il bio e l'approccio etico.L'anno appena conclusosi ha visto crescere del 4% la quantità di fave di cacao acquistate (24mila tonnellate) – il cui 65% è composto da cacao bio e FairTrade – per una produzione che coinvolge tre aree di business principali: l'Industria (+7% rispetto al 2019), i brand proprietari (Vanini, Icam Professionale e Agostoni) in forte calo per le chiusure di gelateri e pasticcerie e il Private Label che ha registrato una crescita straordinaria del 19% sul fatturato.Un dato che non stupisce se si pensa all'enorme impatto che la Gdo ha avuto sulla vita delle persone durante i mesi di lockdown più rigido e all'effetto consolatore per mente e corpo che il cioccolato ha sull'essere umano. I negozi della grande distribuzione sono stati per mesi l'unica valvola di sfogo possibile per milioni di persone chiuse in casa. Se in Italia si sono registrati consumi record di farina, lievito in paesi come Francia, Inghilterra e Stati Uniti, dove il cioccolato è considerato quasi come un "bene rifugio" essenziale nella lista della spesa, si è verificato un incremento dei consumi, con focus particolare sul cioccolato biologico, comparto da sempre più sviluppato all'estero che in Italia. Tendenza che ha contribuito anche alla forte crescita dell'export di Icam è cresciuto del 16% rispetto al 2019 (portando al 62% la quota nel mix del fatturato aziendale). Icam oggi acquista cacao da 21 diversi paesi di Centro-America, America Latina e Africa e nella maggior parte di questi paesi sono attivi accordi di collaborazione di lunga durata con le cooperative presenti sul territorio. Un impegno che si replica anche all'interno dello stabilimento produttivo italiano (a Orsenigo, in provincia di Como dove lavorano circa 400 persone), protagonista negli anni di investimenti importanti per l'acquisto di macchinari all'avanguardia nell'innovazione tecnologica, e nelle scelte sostenibili dei materiali per i packaging, oltre che negli obiettivi di contenimento dei consumi idrici ed elettrici. Un approccio etico dell'azienda che si è tradotto anche nella vicinanza a pasticceri, cioccolatieri e gelatieri ai quali Icam ha dedicato aggiornamenti gratuiti della piattaforma virtuale Chococube online e attraverso modalità di approvvigionamenti tailor made per andare incontro alle singole necessità. «Dopo la deflagrazione dell'emergenza sanitaria non ci saremmo mai aspettati di chiudere l'anno con questi numeri – dichiara Angelo Agostoni, presidente di Icam Cioccolato –. Risultati che, nonostante la drammatica situazione che tutto il mondo sta vivendo, ci ricompensano degli enormi sforzi fatti durante quest'anno terribile».

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